Polizia Stradale Trento
Revisioni «sbrigative», autoriparatori nei guai
Sono stati denunciati dagli agenti della polizia stradale i titolari di un'officina della Rotaliana, che ora dovrà anche rinunciare ad accogliere veicoli in attesa di essere sottoposti alla revisione. I due autoriparatori, infatti, sono accusati dalla sezione di Trento della polizia stradale proprio di essersi occupati nei mesi scorsi delle revisioni con un'attenzione non propriamente maniacale, anzi. Secondo gli accertamenti svolti dagli agenti del nucleo di polizia giudiziaria della stradale, infatti, in molti casi in quell'autofficina i veicoli sarebbero stati riconsegnati ai proprietari senza che le loro condizioni fossero state nemmeno controllate.
Le indagini degli uomini coordinati dal comandante Giansante Tognarelli erano partite nel marzo scorso, a seguito di un normale controllo di verifica cui era stato sottoposto un automobilista. Dopo che gli agenti della stradale avevano rilevato alcuni problemi nel mezzo - in tutto ben una decina di irregolarità e di situazioni non conformi a quanto previsto in materia dal Codice della strada - il proprietario si era detto meravigliato, dato che - aveva spiegato - l'auto era stata da pochi giorni sottoposta a revisione con esito perfettamente positivo. Una circostanza, questa, che ha messo sul chi va là gli agenti, che hanno iniziato le loro verifiche, partendo proprio dalla ricerca dell'officina alla quale si era rivolto l'automobilista.
Un lavoro che - hanno spiegato gli agenti della sezione di Trento della stradale - ha portato a scoprire relativamente al solo periodo tra il 6 ed il 26 marzo scorsi almeno un'altra quindicina di casi di vetture formalmente perfette dopo essere state sottoposte alla revisione - ovviamente tutte nella stessa officina - ma che invece presentavano elementi di non conformità, a volte anche evidenti. Proprio per questo, dopo ulteriori verifiche ed indagini fatte di raffronti e raccolta di documentazione, dagli uffici della questura sono partite le denunce.
Nei guai, come detto, sono finiti i due titolari dell'autofficina rotaliana, a carico dei quali è stata sporta denuncia in stato di libertà con l'accusa di falso ideologico, reato che contempla appunto l'eventualità in cui un soggetto attesti fatti e situazioni non veritieri tramite atti autentici dal punto di vista formale (il via libera dopo la revisione) ma dal contenuto infedele rispetto alla realtà dei fatti. A seguito della denuncia, gli agenti della polizia stradale hanno provveduto immediatamente a segnalare l'accaduto al Dipartimento infrastrutture e mobilità della Provincia, a cui fa capo il Servizio per la motorizzazione civile, affinché provvedesse alla revoca della licenza per effettuare revisioni di veicoli. Revoca che è già stata emessa da parte degli uffici competenti, in modo da inibire l'attività di revisione ai titolari dell'autofficina.
da ladige.it
Revisioni da “revisionare”. (ASAPS)