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Notizie brevi , News 25/07/2015

Milano La sentenza
Investì e uccise donna incinta e suo figlio: condannato a 2 anni e 4 mesi
La tragedia, il 20 ottobre 2013 in viale Famagosta. Disposto anche 1 anno e 4 mesi di sospensione della patente. Il marito amareggiato: «Questa è la vostra legge»

È stato condannato a 2 anni e 4 mesi di carcere l’uomo che il 20 ottobre 2013 investì e uccise con la sua auto una donna incinta di 7 mesi e il figlio di 4 anni in viale Famagosta a Milano. Il gup di Milano Roberto Arnaldi ha disposto anche un anno e 4 mesi di sospensione della patente. La dinamica La donna, N. S. M., nata nel 1984, di origine egiziana, era incinta di 7 mesi, è stata investita mentre attraversava la strada mano nella mano con il figlio di 4 anni. Era uscita dalla fermata della metropolitana verde Famagosta, insieme con il piccolo. Invece di infilarsi nel sottopassaggio per raggiungere l’altro lato della strada, la giovane ha deciso di attraversare viale Famagosta in superficie. Era buio, non c’erano strisce pedonali. I due sono riusciti a superare la prima carreggiata, raggiungendo l’aiuola spartitraffico, in un punto senza barriere di protezione a dividere la strada. Ma non la seconda. L’impatto con una vettura è stato violentissimo, tanto che il corpo del ragazzino fu trovato 45 metri più in là, solo in un secondo momento. L’auto, una Citroën Xsara Picasso, diretta verso piazza Maggi, era guidata da un ragazzo di 28 anni proveniente dalla Barona. Il giovane, dopo aver travolto la donna e il bambino è sceso provando immediatamente a soccorrere la vittima. «Non l’ho vista, non l’ho vista», ha continuato a ripetere in stato di choc. shadow carousel Milano, madre al settimo mese di gravidanza e il figlio travolti e uccisi ]



La dinamica

La donna, N. S. M., nata nel 1984, di origine egiziana, era incinta di 7 mesi, è stata investita mentre attraversava la strada mano nella mano con il figlio di 4 anni. Era uscita dalla fermata della metropolitana verde Famagosta, insieme con il piccolo. Invece di infilarsi nel sottopassaggio per raggiungere l’altro lato della strada, la giovane ha deciso di attraversare viale Famagosta in superficie. Era buio, non c’erano strisce pedonali. I due sono riusciti a superare la prima carreggiata, raggiungendo l’aiuola spartitraffico, in un punto senza barriere di protezione a dividere la strada. Ma non la seconda. L’impatto con una vettura è stato violentissimo, tanto che il corpo del ragazzino fu trovato 45 metri più in là, solo in un secondo momento. L’auto, una Citroën Xsara Picasso, diretta verso piazza Maggi, era guidata da un ragazzo di 28 anni proveniente dalla Barona. Il giovane, dopo aver travolto la donna e il bambino è sceso provando immediatamente a soccorrere la vittima. «Non l’ho vista, non l’ho vista», ha continuato a ripetere in stato di choc.


Il marito: «Questa è la vostra legge»

«Questa è la vostra legge - ha commentato con amarezza il marito della vittima - penso che in Egitto la pena sarebbe stata più alta». «Siamo soddisfatti per questa sentenza, speriamo che sia uno sprone per approvare finalmente la legge sull’omicidio stradale», ha detto invece l’avvocato Domenico Musicco, legale dei familiari della donna, parti civili nel processo, e presidente dell’Associazione vittime di incidenti stradali, sul lavoro e malasanità (Avisl). I familiari hanno ricevuto una provvisionale, mentre l’ammontare complessivo del risarcimento verrà quantificato in sede civile. Nelle scorse udienze la Procura di Milano aveva chiesto la condanna a 3 anni di reclusione dell’uomo.

Eccesso di velocità

Come era emerso con il deposito di una perizia cinematica e come riportato nell’imputazione formulata dal pm Marcello Musso, Roberto Andrea Luciano quella sera stava viaggiando con la sua auto di sera e in una strada bagnata per la pioggia ad una velocità di circa 100 km/h, quando il limite in quel tratto è di 50 km/h. «A distanza di oltre 10 anni da quando sono stati previsti, sarebbe ormai opportuno installare i più moderni tutor al posto degli autovelox - ha concluso l’avvocato Musicco - dato che rafforzano ancor di più la sicurezza delle strade».

 

fonte: ilcorriere.it

 


UNA CONDANNA PERFETTAMENTE NELLA MEDIA PER CHI UCCIDE SULLA STRADA:  2 ANNI E 4 MESI, MA STAVOLTA LE VITTIME DI FATTO SONO STATE 3
Il marito e padre dei bambini ha detto: “Questa è la vostra legge”. Purtroppo sì dobbiamo rispondere. Il conducente accusato di omicidio colposo e procurato aborto, quando investì la donna incinta e il bimbo stava viaggiando con la sua auto di sera e in una strada bagnata per la pioggia ad una velocità di circa 100 km/h, quando il limite in quel tratto è di 50 km/h. Pena congrua no? Poi alcuni soggetti ci scrivono perché chiedete l’Omicidio stradale, le pene ci sono già... (ASAPS)


 

Sabato, 25 Luglio 2015
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