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LA
PETENTE AI SEDICENNI DEVE ESSERE UN CONTRIBUTO ALLA SICUREZZA NON UN FATTORE
DI RISCHIO..
IL
PATENTINO DOVRA’ CONSIDERARSI UN BANCO DI PROVA.
PER
CHI VIOLA NIENTE ESERCIZIO E ULTERIORE RINVIO DELLA PATENTE PER L’AUTO.
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Purché
non si tratti della solita idea opportunistica, la patente in prova ai
16enni, con tutor, potrebbe essere presa in considerazione, alla sola
condizione che sia il proseguimento di un cammino iniziato con un’educazione
stradale seria ed obbligatoria nella scuola dell’obbligo, proseguito poi
col patentino come primo scalino, con valore di prova e verifica,
della maturità del ragazzo che si affaccia al mondo del motore.
Resta inteso
che i ragazzi dovrabbero asercitarsi con tutor titolari di patente da
alemo 10 anni, con vetture di cilindrata e potenza assolutamente limitate
e in tratti stradali a non riconosciuto e particolare rischio.
L’evoluzione
della "specie" anche da un punto di vista motoristico è innegabile. Per
i nostri genitori la 500 era un punto di arrivo, per i ragazzi sedicenni
potrebbe essere un punto di partenza.
Va però
fissato un paletto molto fermo. Il ragazzo che abbia commesso particolari
e gravi infrazioni col patentino: (semaforo rosso, precedenza, velocità,
ebbrezza), non solo dovrebbe essere escluso dalla possibilità di esercitarsi
a 16 anni, ma dovrebbe vedere ritardata l’opportunità di ottenere la patente
anche a 18. Concedere possibilità è un dovere, difenderci da possibili
ulteriori rischi è un diritto.
La patente
in prova a un sedicenne deve essere un contributo alla sicurezza non un
ulteriore mattone al palazzo del rischio stradale, già abbastanza alto
di suo.
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