«In moto ormai la sfida è sopravvivere»
VERONA. Altri due morti nell'ultima settimana. Dodici dall'inizio dell'anno, 14 contando i veronesi che hanno perso la vita fuori dai confini della provincia. Non si può più nemmeno parlare di emergenza. Perché ormai sono dati consolidati a livello nazionale. Da tre-quattro anni scendono i numeri golbali delle vittime di incidenti stradali: resta invariato, però, quello dei motociclisti. «In Svizzera, in Francia e in Inghilterra stanno facendo delle enormi campagne di sensibilizzazione», dice il comandante della Municipale Luigi Altamura, che è anche referente per la sicurezza stradale dell'Anci, l'associazione dei comuni italiani: «Qui anche a livello normativo si fa ancora troppo poco. In Francia ad esempio, dal 2016, sarà obbligatorio indossare un gilet giallo con strisce catarifrangenti per aumentare la visibilità in moto. In Italia invece sono state accantonate delle proposte di legge che rendevano obbligatorio un kit di accessori "salvavita" da indossare in sella. Se i morti in bici sono calati e quelli in moto dobbiamo farci delle domande.
C'è stata un'opera di sensibilizzazione maggiore fra i ciclisti che fra i bikers?».Chi va su due ruote è un «utente debole», il primo ad andarci di mezzo anche (e soprattutto) per distrazioni altrui. «Al contrario di quanto si possa pensare», spiega Altamura, «sono spesso le distrazioni degli automobilisti o dei camionisti ad essere fatali per chi va in moto, che diventa letteralmente "invisibile" per chi è al volante». In questo senso è illuminante (in tutti i sensi) lo spot del governo britannico con i centauri che girano con addosso mille lampadine per le strade di Londra. Come a dire: occhio automobilisti, di notte i bikers rischiano quasi di scomparire nel buio.
E i motociclisti dal canto loro cosa devono fare? «Rispettare i limiti è fondamentale. E in particolar modo va tarata la velocità in base al meteo e alle condizioni della carreggiata. Senza dimenticare che su due ruote i tempi di reazione a disposizione sono sensibilmente più bassi». Altamura le definisce «strategie di sopravvivenza». «Perché ormai, visti i numeri che non accennano a calare purtroppo si tratta solo di quello: di sopravvivere». D'altro canto l'Aspas (Associazione amici della polizia) l'ha scritto chiaro e tondo: «Ogni settimana in Italia muoiono decine di motociclisti. Chiamiamolo col suo nome: questo è un massacro». oRI.VER
Dopo la nostra denuncia sul massacro di motociclisti nel primo fine settimana di agosto interviene su L’Arena Luigi Altamura comandante della Polizia Municipale di Verona. (ASAPS)