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Articoli 18/08/2015

“Guidare delinquentemente”: ecco cos'è l'Italia stradale

Di Lorenzo Borselli


(ASAPS) Forlì, 18 agosto 2015 – Se il 47enne ucraino (dell’incidente di domenica a Cosenza) avesse guidato ubriaco nel suo paese e se in quelle condizioni avesse ucciso due persone, cosa avrebbe rischiato?
Sbaglieremmo di grosso se pensassimo che uno straniero scelga l'Italia per la tenuità delle sanzioni previste in caso di ebbrezza alla guida: sappiamo, perché molti di noi lo hanno sentito intercettando i telefoni di rapinatori di nazionalità diverse, che questo vale sicuramente per i delitti comuni, ma per quelli stradali?
È possibile, in effetti, che la facilità con cui ci si mette alla guida nel nostro paese e la sostanziale carenza di controlli, nonostante 5 forze di polizia dello Stato e  la miriade di polizie locali, pur non essendo fattori favorenti l'immigrazione, mettano lo straniero che intenda guidare “delinquentemente” nella condizione di circolare indisturbato.
Torniamo all'ucraino: se avesse fatto ciò che ha fatto in Italia nel suo paese d'origine, dove la soglia legale alcolemica consentita è 0,2 g/l, la sua patente sarebbe stata ritirata a vita, sarebbe finito in carcere con l'accusa di omicidio plurimo e di lui, probabilmente, non avremmo più sentito parlare.

 

Pensate, però, che quando in Ucraina un guidatore viene sorpreso “positivo”, anche in assenza di incidenti collaterali, la sua patente viene sempre revocata: poi, in relazione alle circostanze che hanno portato all'accertamento ed al suo arresto – perché le manette scattano sempre – il giudice decide tra una pena detentiva compresa tra i 10 giorni ed i tre anni, che ovviamente vengono scontate subito, perché all'estero le sentenze sono immediatamente definitive e difficilmente diventano appellabili. Da noi, ricorrere in appello per i tre gradi di giudizio è un default.
Della sanzione pecuniaria prevista possiamo limitarci a dire che è compresa tra 240 e 320 euro.
L'Ucraina ha un indice di mortalità più che  doppio rispetto al nostro (130 vittime ogni milione di abitanti contro le 56 dell'Italia), ma ha anche una situazione geopolitica completamente diversa e una soglia di attenzione al problema ancora ai primordi: ma se un Italiano si presenta in una strada del Regno Unito – paese nel quale il tasso di mortalità stradale è la metà del nostro (si contano 28 decessi per milione di abitanti) – e pensa di potersi comportare come nel proprio paese, la sua strada finisce presto, perché il livello di vigilanza stradale (il cosiddetto Law Enforcement) è elevatissimo e la possibilità di farla franca, tra Bobbies, telecamere di sorveglianza e radar vari, è oggettivamente infinitesimale.

 

Da noi è il contrario: riconosciamo che nell'italiano medio il senso della sicurezza stradale comincia a farsi strada, ma riconosciamo anche che se un magrebino decide di caricare la sua auto all'inverosimile per esportare nel proprio paese quintali di masserizie accumulate nel corso dell'anno, può partire tranquillamente da Milano ed arrivare a Napoli senza essere fermato.
Idem per l'ubriaco o il drogato che dopo aver trascorso una notte insonne in qualche locale si schianta come un aereo, seminando letteralmente morte e distruzione, ammazzando magari chi è fermo tranquillo al casello per pagare il pedaggio: in Italia capita anche questo.
Ecco: questi nemici della sicurezza stradale, che in Inghilterra sarebbero semplicemente l'eccezione che conferma la regola (the exception proves the rule…), in Italia possono guidare delinquentemente, come l'onorevole Cetto La Qualunque avrebbe ben gioco ad affermare.
In pratica, guidare indisturbati e indisturbati violare le regole: di tanto in tanto, poi ammazzare.
Con la differenza che in Ucraina, o nel Magreb, si andrebbe in carcere e probabilmente ci si resterebbe a lungo. (ASAPS)


Una serie di interessanti riflessioni “dei delitti e delle pene” da noi e nei “loro” paesi. Un confronto concreto fra legislazioni diverse. In Italia si “vince” sempre.  (ASAPS)

Martedì, 18 Agosto 2015
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