Finalmente si
va verso il superamento di una importante lacuna operativa
nell’applicazione del CdS, per quanto riguarda il contrasto alla
guida in stato di ebbrezza da alcol o droga.
Sono stati
presentati venerdì 25 febbraio a Roma i protocolli operativi che
fissano per la prima volta gli standard per accertare se i
conducenti coinvolti in incidenti stradali sono in stato di
ebbrezza causato dall’alcol o in stato di alterazione psico-fisica
dovuto all’uso di sostanze stupefacenti.
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Sopra: il
Dr. Pasquale Piscitelli, Direttore Centrale delle Specialità
della Polizia di Stato;
Sotto: a sinistra il Direttore Centrale. A destra il V. Quest. Agg. Giandomenico Protospataro. |
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I due
documenti che sono stati presentati il 25 febbraio, e sono stati
messi a punto di concerto dal ministero dell’Interno - in
rappresentanza è intervenuto il prefetto Pasquale Piscitelli
Direttore Centrale delle specialità della Polizia di Stato - della
Salute e delle Infrastrutture e Trasporti, non introducono nuove
norme ma solo procedure standard che adesso dovranno essere
trasmesse dal Ministero della Salute alle Regioni e dal Ministero
dell’Interno a tutte le forze di polizia.
I provvedimenti, ha dichiarato il sottosegretario alla Salute,
Antonio Guidi, sono il frutto della “buona prassi di lavorare
insieme al di là delle appartenenze istituzionali” e “giungono in
un momento cerniera, nel quale diventa possibile ridurre stili di
vita inaccettabili e le loro conseguenze”.
Il
Sottosegretario alla Salute
Antonio Guidi |
Sono anche il
segno, ha aggiunto poi, che “le istituzioni esistono e che non
puniscono, ma garantiscono la sicurezza sia personale che degli
altri”. Si è detto soddisfatto anche il viceministro delle
Infrastrutture e trasporti, Mario Tassone: i protocolli hanno il
merito di segnalare che il problema degli incidenti e degli
infortuni stradali vede “tutti impegnati” all’insegna del valore
della sicurezza.
Entrambi i protocolli entrano in azione nel momento in cui si
verifica un incidente ed ecco che cosa prevedono:
Accertamento dell’abuso di alcol in ospedale: il primo strumento
ad essere utilizzato è l’etilometro, che permette di misurare la
concentrazione di alcol nel sangue attraverso l’espirato. Se non è
possibile fare questo accertamento, l’analisi può essere condotta
in ospedale su un campione di sangue, con il consenso
dell’interessato e alla presenza di personale medico.
Nel caso di un rifiuto, l’interessato è passibile di denuncia. Il
modulo con l’esito dell’esame viene trasmesso entro due giorni
dalla direzione sanitaria all’organi di polizia stradale che lo ha
richiesto.
Accertamento per uso di stupefacenti: l’accertamento è possibile
esclusivamente in ospedale perché gli strumenti che permettono di
misurare la presenza di sostanze stupefacenti nel sangue o in
saliva e urine non hanno ancora superato la fase di validazione e
non sono ancora in grado di fornire dati clinici affidabili. Gli
accertamenti in ospedale si basano sull’analisi di campioni di
sangue, prelevati con il controllo del medico e con il consenso
dell’interessato. Rifiutando il consenso, si è passibili di
denuncia, il protocollo prevede che si possa comunque procedere
all’analisi di campioni di urine e saliva.
A margine della presentazione dei protocolli operativi per i
controlli sull’uso di alcol e droga da parte dei conducenti di
veicoli coinvolti in incidenti stradali il viceministro del
ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, Mario Tassone, ha
fatto sapere che si sta studiando un provvedimento per il fermo
amministrativo di 10 o 15 giorni “per colmare il vuoto” lasciato
dalla sentenza della Corte Costituzionale sulla patente a punti
secondo cui i punti della patente possono essere tolti solo a chi
è stato identificato nel commettere l’infrazione.
“Rispetto il
provvedimento della Corte Costituzionale - ha detto Tassone -
tanto che stiamo affrontando un provvedimento che colmi la lacuna
lasciata da quella sentenza. Stiamo pensando di andare verso un
fermo amministrativo solo nei casi più gravi”, in cui si mette a
rischio la vita umana e con infrazioni che prevedono sanzione da 6
o 7 punti in su. Nei casi di infrazioni meno gravi si prevede una
sanzione pecuniaria, così come già accade, mentre il decreto che
stanno studiando i ministri delle Infrastrutture e trasporti e
dell’Interno, introdurrebbe il fermo amministrativo
dell’autovettura solo nei casi più gravi. Inoltre Tassone ha
annunciato che si sta lavorando anche per la realizzazione di
un’unica agenzia per la sicurezza dei trasporti su strada, per
ferrovia, via aria e via mare: il progetto potrebbe essere pronto
entro la fine della legislatura.
Obiettivo dell’Agenzia per la sicurezza dei trasporti, ha
proseguito Tassone, sarà armonizzare e coordinare tutti i soggetti
e le strutture coinvolti nella sicurezza nei vari settori dei
trasporti. Secondo il viceministro ai Trasporti i costi dovuti
agli incidenti “non sono più sostenibili per il nostro Paese” e il
problema non può più essere affrontato in modo frammentario.
Ora servono
anche pattuglie in numero adeguato per applicare questi nuovi
protocolli. Aspettiamo.
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