Dopo il caso Brumotti
Automobilisti contro ciclisti, cinque progetti anti-caos
Genova - La scazzottata di Toirano, le immagini del super biker e inviato di Striscia la Notizia Vittorio Brumotti con l’occhio pesto dopo la zuffa con una famiglia di albanesi hanno colpito per la violenza delle azione e delle immagini e per la notorietà del personaggio. Ma sono diventate emblematiche (persino nelle reazioni sui social network, dove le fazioni hanno subito iniziato a scontrarsi) della conflittualità mai sopita tra automobilisti e ciclisti.
>Brumotti: «Vi racconto che cosa è successo»
Una convivenza difficile, tensione continua sulle strade, acuita dalle manchevolezze del Codice, che riserva alle due ruote poche regole e neppure ben definite. Si recita che «i ciclisti devono procedere su unica fila in tutti i casi in cui le condizioni della circolazione lo richiedano e, comunque, mai affiancati in numero superiore a due». Questo in città e già la dicitura è ambigua. «Quando circolano fuori dai centri abitati devono procedere su un’unica fila salvo che uno di essi sia minore di anni dieci e proceda sulla destra dell’altro». Si può stare, insomma, a sinistra solo per proteggere un figlio piccolo. Poi quasi il nulla, se non l’obbligo per i ciclisti di «transitare sulle piste loro riservate quando esistono». I ciclisti, da parte loro, denunciano comportamenti «prepotenti» da parte degli automobilisti impegnati nei sorpassi, ma il codice non stabilisce un’adeguata distanza di sicurezza, e il caso che produce più incidenti: la mancata segnalazione di svolta.
Il restyling del codice della strada procede a fatica e la versione definitiva arriverà, secondo le previsioni, solo all’inizio dell’anno nuovo. In un Paese dove ci sono 25 milioni di due ruote, dove 12 milioni di cittadini ammettono di usare la bici in maniera frequente e sempre di più la utilizzano per andare al lavoro, ci sono cinque proposte di legge che hanno iniziato il loro iter in Parlamento e che parlano proprio di biciclette. L’intento è quello di favorirne sempre più l’uso e anche di regolamentare la convivenza con le auto. La proposta più forte, bocciata l’anno passato in commissione Trasporti ma poi riproposta, è quella di far circolare le bici contromano.
Ovviamente solo in alcune situazioni: nei centri storici dove il limite di velocità è di 30 chilometri all’ora e lo spazio è sufficiente, su strade larghe almeno 4,25 metri. L’intento è di favorire gli spostamenti, ignorando i sensi vietati che invece vogliono scoraggiare le auto. È l’ipotesi che ha più detrattori, ma in realtà già applicata in Inghilterra (era stato sorpreso contromano anche David Cameron, quando era vietato) in Germania, Francia, Belgio, Svizzera altri paesi del Nord Europa. Poi l’ipotesi di consentire la sosta senza problemi nelle aree pedonali e anche quella di iniziare a sperimentare il transito sulle corsie gialle. Infine, il risarcimento obbligatorio da parte dell’Inail (molti ricorsi sono stati fino a oggi respinti) a chi ha un incidente in bici andando al lavoro.
Altre proposte impegnano più genericamente gli enti locali a favorire in ogni modo, impiegando una parte degli introiti delle multe, soluzioni di arredo urbano e di viabilità che tutelino ciclisti e pedoni: e qui sembra di riprecipitare nel mondo dei sogni. Le proposte sul piatto saranno sufficienti? «Sulle strade - commenta Giordano Biserni, presidente di Asaps, l’associazione sostenitori ed amici della polizia stradale - c’è troppa violenza. E l’italiano sembra troppo Gassman nel famoso film: da pedone, o oggi da ciclista, pretende di attraversare comunque, da automobilista travolgerebbe i pedoni. O i ciclisti».
di Marco Menduni
da red.presstoday.com
“In un Paese dove ci sono 25 milioni di due ruote, dove 12 milioni di cittadini ammettono di usare la bici in maniera frequente e sempre di più la utilizzano per andare al lavoro, ci sono cinque proposte di legge che hanno iniziato il loro iter in Parlamento e che parlano proprio di biciclette. L’intento è quello di favorirne sempre più l’uso e anche di regolamentare la convivenza con le auto.” (ASAPS)