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Notizie brevi 24/08/2015

Psicologia e tecnologia per la sicurezza dei ciclisti: ecco Xcycle

"Le nuove tecnologie per la sicurezza stradale devono essere percepite come efficaci e facili da usare, altrimenti rischiano di essere abbandonate o sottoutilizzate", dice Luca Pietrantoni, docente dell'Università di Bologna e coordinatore del progetto europeo Xcycle.

Xcycle, un progetto coordinato dall’Università di Bologna che riunisce nove partner internazionali, intende sviluppare strumenti e mezzi per incoraggiare un uso sicuro della bicicletta e pratiche che favoriscano la centralità del ciclista come utente della strada. Il progetto, iniziato a giugno 2015, durerà 42 mesi. Abbiamo intervistato il Prof. Luca Pietrantoni, Professore Associato presso il Dipartimento di Psicologia dell’Università di Bologna e coordinatore del progetto europeo.

- Come nasce questo progetto?

Si tratta di uno dei primi progetti di ricerca finanziati nell’ambito di Horizon 2020, il programma quadro europeo per la ricerca e l’innovazione (2014-2020) della Commissione europea. Nell’ambito del programma “Smart, green and integrated transport” un bando era dedicato allo sviluppo di misure avanzate di sicurezza per ridurre l’incidentalità e la mortalità degli utenti vulnerabili. Il nostro consorzio ha deciso di focalizzarsi sulle persone che usano la bicicletta come mezzo di trasporto.

In Europa – e in Italia in particolare – abbiamo bisogno di sviluppare strumenti e mezzi che considerino i ciclisti a pieno titolo nella gestione del traffico e che al contempo incoraggino un uso sicuro della bicicletta. Il progetto riunisce nove partner tra università, centri di ricerca e imprese. In particolare è un consorzio in cui gli atenei collaborano con partner industriali come Volvo, Imtech o Jenoptik Robot. Ci sono anche centri di ricerca come il DLR, istituto di ricerca aerospaziale tedesco che si occupa di gestione del traffico. I partner provengono da vari paesi che hanno culture diverse della ciclabilità e adottano misure politiche e infrastrutturali diverse per promuovere la sicurezza dei ciclisti. Oltre all’Italia, abbiamo l’Olanda, la Gran Bretagna, la Svezia e la Germania.

- Il progetto Xcycle è coordinato dall’Università di Bologna. Quali sono le ragioni?

Il progetto è coordinato da Unibo perché si è voluto dare centralità alla componente legata al fattore umano nella sicurezza stradale. Il Dipartimento di Psicologia dell’Università di Bologna lavora da tempo su tematiche interdisciplinari in cui si analizza l’interazione tra sistemi umani e sistemi tecnologici. Oltre al Dipartimento di Psicologia sarà poi coinvolto il Dipartimento di elettronica e informatica di Unibo che si occuperà di tecnologie wireless.

da sicurstrada.it

Lunedì, 24 Agosto 2015
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