Swaziland, strage per incidente stradale: morte almeno 38 ragazze, 20 feriti
In 38 sono morte e altre sono rimaste ferite quando il camion che le stava trasportando si è scontrato con un furgone: il sanguinoso incidente è avvenuto su una strada sterrata dello Swaziland, e le vittime erano tutte giovani ragazze che stavano andando all'annuale festival in onore del re Mswati III, l'ultimo monarca assoluto dell'Africa, in onore del quale avrebbero eseguito con altre migliaia di «vergini» la tradizionale «Danza delle canne».
A segnalare l'incidente è lo Swaziland Solidarity Network, che ha anche denunciato come la polizia abbia cercato di impedire di scattare foto. Ma si è appreso che le ragazze e adolescenti, provenienti da vari villaggi, stavano viaggiando fra Manzini e la capitale Mbabane stipate nel cargo scoperto di un camion, che prima ha urtato frontalmente un furgone e poi è stato violentemente tamponato da un altro camion. «Eravamo almeno 50 sul camion», ha raccontato la 18enne Sigudla, citata dal Times of Swaziland. La notizia è ovviamente giunta all'orecchio del 45enne re Mswati, che ha commentato: «Abbiamo tutti udito della nuvola scura che ha avvolto le 'imbalì», cioè i «fiori», termine con cui il sovrano si rivolge alle 40.000 «vergini» che ogni anno fra fine agosto e inizio settembre si radunano a Lobamba, capitale «regale» del popolo Swazi, per l'Uhmlanga, il festival in suo onore.
Un festival che dura una settimana in cui giovani da tutto il piccolo regno di 1,4 milioni di anime, chiuso fra il Sudafrica e il Mozambico, partecipano a una sorta di «sforzo collettivo» del popolo Swazi, che vive fra Swaziland, Mozambico e Sudafrica e parla la lingua siSwati, in tempi recenti è diventato anche un'attrazione turistica, un appuntamento consigliato dalle guide. Copiato dai vicini Zulu, l'Uhmlanga è stato adottato dagli Swazi a metà dell'Ottocento. Le ragazze ballano e cantano ritmicamente in ranghi, in abiti tradizionali piuttosto succinti e a seno nudo, tenendo ciascuna una lunga canna in mano, con cui idealmente fanno ombra al loro «amato» re. Il quale, secondo la denuncia di alcune Ong, sceglierebbe poi le sue concubine, nonostante le sue 15 mogli che vivono fra le 13 residenze reali. Il corpulento re Mswati III, salito al trono nel 1986, si dice abbia diverse auto di lusso e un jet privato: uno stile di vita che contrasta un pò con quello dei suoi sudditi, metà dei quali in stato di povertà, in un piccolo Paese senza ricchezze.
Una dinastia che regna con poteri assoluti in uno stato feudale, in cui il re possiede circa il 60% della terra, sul quale il 70% della popolazione vive e lavora in «concessione». Una monarchia che ha sempre apertamente e orgogliosamente rifiutato la democrazia e il multipartitismo come lascito del colonialismo occidentale, dal quale il piccolo regno è riuscito in oltre un secolo a mantenersi semi-indipendente. E anche il festival è presentato ai turisti come il prodotto di una cultura pacifica che si aggancia direttamente all'Africa tribale pre-coloniale.
Un incidente gravissimo e assurdo in Africa.
Proprio sul prossimo numero de il Centauro in uscita a settembre abbiamo programmato questo articolo, il cui titolo parla da solo:
Africa, la morte ha le ruote
Nel silenzio del mondo, ipnotizzato dalle crisi di Ebola e da Boko Haram, la strage dimenticata resta quella della strada
di Lorenzo Borselli (ASAPS)