Appello a Valentino Rossi: «Ci aiuti a fermare questa strage»
FONTANELLE - «Usate la testa, la moto è in divertimento, la strada non è una pista, in strada vi sono molti più pericoli. Chi vuole “bruciare l'adrenalina” vada in pista». Gino Borsoi, già pilota del motomondiale, ora direttore del team “Aspar” di Jorge Martinez, coglie l'invito dell'Asaps, Associazione amici sostenitori polizia stradale. Il presidente dell'Asaps, Giordano Biserni, ha lanciato un appello ai centauri professionisti, dopo che nell'ultimo fine settimana in Italia sono morti 14 giovani , in sella alle loro moto. L'incidente più grave è stato quello che ha visto vittime i due gaiarinesi Faris Santarossa e Alessandro Vidotto. Borsoi, 40 anni pilota opitergino, quando era in Italia era già stato testimonial nelle scuole, di corsi di guida sicura. Potrebbe essere organizzata una giornata evento con i campioni del Motogp, e con Valentino Rossi, per sensibilizzare i ragazzi a “sgasare e divertirsi con la testa”.
Domenica per il motociclismo italiano è stata una giornata da ricordare. Valentino Rossi è tornato alla vittoria e il trionfo tricolore è stato completato dal podio da Danilo Petrucci e Andrea Dovizioso, i due ducatisti. Sulle strade invece un bollettino di guerra: 14 morti, tra cui Farid e Alessandro. Anche Gino Borsoi, campione degli anni '90 della 125, è reduce da Silvestone, con il suo Team Aspar. Da anni vive in Spagna, ma il suo cuore e la famiglia sono sempre nel Trevigiano, ad Oderzo, a pochi chilometri da Vallonto di Fontanelle, dove sabato notte si è consumato il doppio dramma. «In strada non ci siamo solo noi, oltre agli altri veicoli vi sono tanti altri fattori da valutare, dall'asfalto ai cambi di aderenza, a tanti imprevisti», spiega il dirigente del Team Aspar. «La moto è un divertimento, uscite in moto con i vostri amici, ma usate la testa e godetevi il paesaggio», aggiunge, rivolgendosi in particolare ai giovani, «non fate i fenomeni in strada, lì non c'è niente di fenomenale da dimostrare. Se volete confrontarvi e bruciare l'adrenalina andate in piste attrezzate, dove è garantita la sicurezza».
Come ben sanno i centauri, nella strada i pericoli possono arrivare da “dietro l'angolo”, da altre vetture che sbucano all'improvviso o da una buca dell'asfalto. Giordano Biserni, presidente dell'Asaps, Associazione amici sostenitori polizia stradale, ieri ha lanciato un appello a Valentino Rossi e agli altri assi delle due ruote, anche a seguito della tragedia dei due ragazzi di Gaiarine. «In vista del prossimo gran premio a Misano fai e fate un appello forte ai motociclisti per una maggiore e convinta prudenza. Se lo facciamo noi non ci ascolta nessuno. Se lo fai tu Valentino, se lo fate voi campioni amati dal pubblico, ci sono probabilità più concrete di un maggiore successo».
Un “evento day” potrebbe essere creato sul fronte della sicurezza, con i protagonisti del Motomondiale. «Nella strada ci sono sempre anche gli altri che vengono pure in senso contrario o si immettono da strade laterali», conclude il presidente dell'Asaps, «sulla strada a volte bastano 70-80 km/h non 300 per creare una tragedia. L'estate ha fatto segnare preoccupanti dati negativi per i motociclisti e per tutta la sinistrosità. Spesso i motociclisti non hanno neppure la responsabilità dell'incidente, ma questo non consola affatto. In attesa della apposita legge molti omicidi della strada rimangono impuniti».
di Diego Bortolotto
da tribunatreviso.gelocal.it
«Usate la testa, la moto è in divertimento, la strada non è una pista, in strada vi sono molti più pericoli. Chi vuole “bruciare l'adrenalina” vada in pista». Gino Borsoi, già pilota del motomondiale, ora direttore del team “Aspar” di Jorge Martinez, coglie l'invito dell'ASAPS.” Il quotidiano La Tribuna di Treviso rilancia la nostra proposta. (ASAPS)