Il
sempre più acceso dibattito sull’uso, per qualcuno disinvolto
e opportunistico, dell’autovelox sulla E45 induce l’Asaps
– Associazione sostenitori amici Polizia Stradale – sodalizio
che raggruppa circa 25.000 associati e che fa parte della Consulta
Nazionale per la sicurezza stradale con la sua sede nazionale a
Forlì, a qualche considerazione.
Nessuno può mettere in dubbio che la velocità sia la prima
causa della sinistrosità stradale e degli effetti spesso tragici
di un incidente. L’Asaps per altro è promotrice di un manifesto
contro i 150 Km/h nelle autostrade a 3 corsie che sta raccogliendo ampio
consenso con migliaia di firme. Quindi nessuno più di noi è
cosciente del problema.
Detto questo riteniamo però di dover puntualizzare che l’uso
dell’autovelox va certamente calibrato sulla base delle esigenze
di reale sicurezza, concetto sancito dall’articolo 1 del codice della
strada e non su diverse esigenze, quali possono essere quelle di cassa
di qualche comune. Perché altrimenti si delegittima il principio
sanzionatorio.
Partiamo dal concetto che una sana cura va fatta là dove una parte
del corpo manifesta una chiara e reale malattia. Per cui il primo elemento
di valutazione è se nei tratti in cui il comune di Sarsina ed altri
baciati dalla competenza di qualche km della E45, piazzano con tanta abnegazione
l’autovelox, il fenomeno infortunistico è particolarmente
vistoso, aspetto questo sul quale si deve assolutamente incidere. Per
altro non andrebbe dimenticato che altre forze di polizia operano giorno
e notte sulla E45 e intervengono per i rilievi dei sinistri, Polizia Stradale
e Carabinieri in primo luogo.
Poniamo allora qualche semplice domanda agli amministratori dei comuni
interessati e alla stessa opinione pubblica:
- Le amministrazioni locali sono in grado di dire quanti incidenti, con
quanti morti e feriti sono accaduti nel tratto di E45 di loro competenza,
nell’ultimo anno, negli ultimi due o tre?
- Quante volte sono intervenute anche per i rilievi e i soccorsi agli
automobilisti?
- Converranno poi gli amministratori che la sicurezza stradale si persegue
non solo con gli autovelox, ma anche col contrasto a quella piaga, molto
sottostimata, che è la guida in stato di ebbrezza sotto l’effetto
di alcol o sostanze. Vorremmo sapere quanti sono gli etilometri in dotazione
a quelle amministrazioni, quante sanzioni sono state contestate nel loro
comune ai sensi degli articoli 186 e 187 (il cui ricavato, trattandosi
di reati, va alle casse dello Stato).
- Vorremmo conoscere quante volte l’autovelox è stato usato
nelle altre numerose strade del loro comprensorio territoriale, dove magari
è più significativa la presenza di automobilisti locali
e non di solo transito, visto che il più alto tasso di sinistrosità
è proprio nelle aree urbane (75% ISTAT 2003).
- Vorremmo anche sapere se l’uso dell’autovelox viene coordinato,
attraverso una reciproca informazione con le altre forze di polizia dello
Stato, per evitare inutili (e frequenti) doppioni e sovrapposizioni.
- Vorremmo sapere quante sono le sanzioni contestate per il mancato uso
delle cinture di sicurezza o l’uso del cellulare senza viva voce,
negli stessi tratti della E45. Ricordiamo che il CdS è costituito
da 240 articoli. Non solo dall’art. 142.
- Vorremmo sapere, in tutta sincerità, qualora i proventi delle
sanzioni tornassero come un tempo allo Stato se la forte vocazione delle
amministrazioni comunali alla sicurezza della E45, rimarrebbe immutata.
Non sarebbe male anche, a questo punto pensare che poiché altri
comuni, come S.Sofia, Predappio, Modigliana, non hanno la "fortuna"
si fa per dire di avere una competenza su strade dalle "uova
d’oro", se non sia il caso di modificare la normativa e prevedere
che le somme incassate dai vari comuni vengano raccolte in un unico capitolo
e ridistribuite per le attività di messa in sicurezza anche delle
strade di tanti altri piccoli comuni del circondario come Galeata, Premilcuore,
Civitella che non hanno il loro territorio attraversato da superstrade
come la E45.
Perché speriamo che nessuno ci voglia venire a dire che quelle
somme, così laute, (a proposito ci dicano anche esattamente a quanto
ammontano) riscosse dall’attività di controllo sulla E45,
vengono poi spese per migliorare la sicurezza di quella stessa strada
(cosa che avrebbe un senso).
Non riteniamo che il reale problema delle buche si curi con l’autovelox,
il cui ricavato non viene poi speso su quella stessa strada.
Per questo ci sentiamo di solidarizzare con i rappresentanti della Polizia
Municipale che hanno espresso le loro giuste perplessità.
La sicurezza stradale va perseguita con reali scopi di contrasto alla
sinistrosità, attivando certamente anche i misuratori di velocità,
ma dove vi è reale necessità e non utilizzando solo quelli,
altrimenti si abbatte nell’opinione pubblica la reale condivisione
della norma e si realizzano alibi per giustificare ogni modulo di aggiramento
e contestazione.
Giordano
Biserni
Presidente Asaps
www.asaps.it
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