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Notizie brevi 24/02/2005

La truffa delle immatricolazioni Maxi inchiesta della procura su un raggiro che coinvolge una ditta di Milano, titolari di officine e un funzionario della Motorizzazione di Bergamo Tir e mezzi agricoli messi a norma con documentazioni fasulle

da"Il Secolo XIX"

La truffa delle immatricolazioni
Maxi inchiesta della procura su un raggiro che coinvolge una ditta di Milano, titolari di officine e un funzionario della Motorizzazione di Bergamo Tir e mezzi agricoli messi a norma con documentazioni fasulle


Dario Freccero

Immatricolazioni fasulle, documentazioni irregolari, funzionari compiacenti. È partita da Savona una maxi inchiesta che riguarda l’irregolare messa a norma di tanti rimorchi - agricoli e per autostrasporti - ad opera di un’organizzazione con ramificazioni in tutt’Italia, compreso nel savonese. A Savona vige il massimo riserbo ma in altre zone d’Italia la vicenda è già esplosa e sono stati fatti sequestri (di mezzi), denunce e scoperti raggiri da milioni di euro.
La vicenda ha preso spunto qui da noi per una serie di controlli su mezzi agricoli i cui rimorchi, ovvero i "carrelli" agganciati alle motrici, risultavano immatricolati in modo poco limpido. I primi ad accorgersene sono stati gli agenti della Polstrada che hanno relazionato la Procura. È poi emerso che il fenomeno era esteso e le regioni coinvolte tante con un ingente giro d’affari soprattutto in quelle con alta densità di mezzi da lavoro.
Gli accertamenti hanno chiarito il resto. Alcune aziende operanti nel settore dei mezzi agricoli offrivano a ignari camionisti e contadini la possibilità di mettere a norma i propri rimorchi - in disuso o non immatricolati o non più efficienti - a basso costo: 2500 euro l’uno. Il tutto con la compiacenza di funzionari della Motorizzazione (di Bergamo, per esempio) e di alcune officine meccaniche. E questo, in concreto, consentiva ai proprietari di regolarizzare rimorchi che così diventavano di nuovo appetibili per il mercato e potevano essere utilizzati per lavoro ed in strada pur non avendo i requisiti di legge.
La procedura di messa in regola però era fasulla. E in Abruzzo - per citare una delle regioni dove l’inchiesta è già esplosa - la sezione di polizia giudiziaria dell’Aquila ha sequestrato decine di mezzi scoprendo un raggiro di oltre 2,5 milioni di euro. «Se lei vuole, alla cifra di 2500 euro possiamo regolarizzare e rendere operativo il suo rimorchio così da evitarle l’acquisto di una nuova macchina». Era grosso modo questo il discorso che una ditta di Milano (ma con sede operativa a Pavia) faceva recitare ad alcuni suoi emissari nella Marsica (Abruzzo appunto) oltre che a titolari di officine meccaniche e addirittura ad un funzionario della Motorizzazione di Bergamo. Autotrasportatori e contadini ignari accettavano la proposta e si recavano nelle officine indicate che provvedevano alla punzonatura e poi alla consegna di targhe e libretti rilasciati dalla Motorizzazione lombarda. Successivamente veniva effettuato il passaggio di proprietà e i mezzi entravano a tutti gli effetti nei registri italiani.
A Savona, dove vige appunto il più assoluto riserbo su tutta la vicenda, sono stati scoperti rimorchi irregolari e probabilmente anche emissari che localmente hanno favorito il fenomeno. «No comment, l’indagine è delicatissima e ancora in corso», è la risposta della Polizia Stradale. E i referenti sindacali degli autotrasportatori cadono dalla nuvole. «È un settore che purtroppo si presta a irregolarità - commenta Giuseppe Barberis, presidente della "Cna" - ma di questa vicenda dei rimorchi non so nulla». Ma dall’Abruzzo assicurano: «L’inchiesta è unica e coordinata da Savona». Coinvolge, tra le altre, le città di Bologna, Cuneo, Forlì, Alessandria, Parma, Ravenna, Treviso, Salerno, Pavia, Padova, Pordenone, Udine, Asti, Venezia, Ferrara, Piacenza, Varese, Torino e Reggio Emilia.


Giovedì, 24 Febbraio 2005
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