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Notizie brevi 23/09/2015

Ai 18enni non interessa (più) prendere la patente
Mentana: «Non l’ho mai voluta»

Guidare la macchina non è più rito di passaggio: i ragazzi preferiscono spostarsi in bicicletta e «viaggiano» grazie alla Rete

Segnava il passaggio alla maturità. Una volta. Quando non serviva nemmeno fare scuola guida: ci si affidava al padre o al fratello maggiore sulle strade di campagna. Solo in città il corso diventava obbligatorio, ma per una questione di spazio e di tempo. Non cambiava mai il rituale, a Nord o a Sud, appena compiuti i diciott’anni. E ogni mese di ritardo veniva guardato con sospetto.

Da simbolo di libertà e indipendenza, oggi la patente è diventata uno strumento. E pazienza se intere generazioni si sono formate sull’epica di canzoni o film in cui il futuro si agguantava su quattro ruote. Forse Bruce Springsteen avrebbe potuto scrivere Thunder Road su un volo low cost ? O George Lucas far girare i protagonisti di American Graffiti in sella a fiammanti biciclette?
Eppure dalla Francia all’Italia, dagli Stati Uniti all’Inghilterra, il messaggio è chiaro. Alla proposta dei genitori di regalare la patente per la maggiore età, la risposta dei figli è la stessa: «Anche no, grazie». Le Monde se ne è appena occupato, per raccontare il calo dei ventenni che usano la macchina e che ai diciott’anni, appunto, chiedono un computer di ultima generazione, uno smartphone o, piuttosto, una bici a scatto fisso, preziosa in città sempre più sensibili contro l’inquinamento. Un fenomeno ormai internazionale: un paio d’anni fa il New York Times scrisse che nella Grande Mela appena la metà dei diciannovenni aveva la patente, contro i due terzi del 1998. Andamento in linea con Londra, Berlino, Tokyo, Barcellona, Montréal. E anche Italia. «Qualche giorno fa, alla Fia Mobility Conference di Londra, abbiamo affrontato il tema della disaffezione dei giovani verso l’auto. Ogni Paese ha assistito a un forte calo, dovuto alla crisi e al cambiamento degli stereotipi sulla maggiore età. A livello europeo prevale il concetto di condivisione», spiega Angelo Sticchi Damiani, presidente dell’Automobile Club d’Italia, che snocciola dati per lui poco incoraggianti: rispetto al ‘92, nel 2012 le patenti B sono crollate del 39%, quelle A del cinquanta.

L’anno scorso hanno preso la licenza di guida 654.335 under 21; dieci anni fa erano 743.799. «L’automobile oggi è solo uno strumento per muoversi, ma per dove? La Rete occupa la maggior parte del tempo dei giovani, il social network sostituisce l’andare al bar o in piazza», interviene l’antropologo Marco Aime. E allora ecco perché il possesso della tecnologia diventa qualcosa di più personale e liberatorio di un’auto. «Ai miei due figli, 22 e 28 anni, una macchina non interessa: prendono quella del padre o del car sharing», spiega Alberto Marinelli, sociologo dei nuovi media. «Per dirla con McLuhan, in un mondo analogico la vettura era legata alla possibilità di spostarsi nello spazio e nel tempo ed era sinonimo di libertà. Oggi questa funzione è riposta nelle tecnologie: smartphone, tablet o computer non mi chiudono in me stesso, al contrario mi aprono allo scambio di esperienze. Mi introducono in un mondo che attraverso loro posso esplorare».

di Elvira Serra
da corriere.it


UN VERO CAMBIO GENERAZIONALE. PER NOI A 18 ANNI ERA IL PRIMO OBIETTIVO. ORA UN BUON COMPUTER DI ULTIMA GENERAZIONE IN QUALCHE CASO SOSTITUISCE L’ESIGENZA DELL’AUTOVETTURA
Secondo il presidente dell’ACI rispetto al ‘92, nel 2012 le patenti B sono crollate del 39%, quelle A del cinquanta. L’anno scorso hanno preso la licenza di guida 654.335 under 21; dieci anni fa erano 743.799. (ASAPS)

Mercoledì, 23 Settembre 2015
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