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Guidano
volanti ed elicotteri, dirigono commissariati e divisioni anticrimine,
insegnano persino ai loro colleghi uomini come centrare il bersaglio
con un colpo di pistola o con un’abile mossa di karate. Sono
le donne in servizio nella Polizia di Stato, attualmente circa
13mila e con un’età media di 37 anni. Tutte con un
unico obiettivo: conquistare il giusto equilibrio tra carriera
e vita privata.
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Le
donne sono entrate in Polizia nel 1959, nel "Corpo femminile",
con compiti limitati principalmente alla tutela dei minori. Hanno
iniziato a farsi strada nel 1981, grazie all’approvazione
della legge 121: il nuovo ordinamento dell’Amministrazione
della pubblica sicurezza, infatti, ha ufficialmente previsto pari
opportunità di carriera tra uomini e donne.
In pochi anni hanno dimostrato di "essere all’altezza"
dei loro colleghi e, nonostante qualche perplessità iniziale,
con professionalità e competenza sono riuscite a farsi
spazio in reparti prima a loro preclusi.
Certo, la presenza delle donne in incarichi dirigenziali è
ancora minima rispetto a quella del cosiddetto "sesso forte":
in Italia, per esempio, ci sono solo 34 dirigenti "in gonna"
contro gli 840 uomini.
Le poliziotte, però, non sembrano scoraggiarsi: tutte hanno
indossato la divisa profondamente motivate a farlo, anche al punto,
qualche volta, da sacrificare la propria vita in famiglia
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