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Campagna per la sicurezza stadale di Sicurstrada -Asaps
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Se analizziamo
il quadro d’insieme dell’incidentalità che riguarda
l’utenza debole, in particolare pedoni, anche dopo la tragedia
di Roma che ha visto una povera famiglia distrutta, il termine emergenza
non è affatto abusato. Anticipiamo il contenuto di un.nchiesta
che uscirà sul prossimo numero de Il Centauro Organo ufficiale
dell.Asaps e sarà presentata al prossimo convegno sulla sicurezza
stradale di Rimini 11-13 novermbre organizzato sul tema
dalla 3M.
Negli ultimi 10 anni (periodo 1993 – 2002
ultimo di cui si conoscano i dati ufficiali Istat), sulle strade italiane
hanno perso la vita ben 9.074 pedoni, 161.032 sono rimasti feriti.
Almeno il 30-35% ha riportato lesioni permanenti. Mentre dal
1993 al 1998 le vittime sono passate da 923 a 783 con
un calo del 15%, dal 1998 al 2002 (anno record), cioè
gli ultimi 5 anni, si è passati da 783 a 1.188,
con un incremento del 51% così suddiviso: +6,8% nel
1999 con 836 vittime; +1,4% nel 2000 con 848
vittime; +9,6% nel 2001 con 929 vittime; +27,9% nel
2002 con 1.188 vittime.
Quadro non molto migliore quello riferito al numero dei feriti, passati
da 14.130 nel 1993 a 17.265 nel 2002. In questi caso
l’anno peggiore è stato il 2001 con 18.049 feriti.
Nei 10 anni presi in esame nei 2.012.445 incidenti totali registrati
dall’Istat, hanno perso la vita 65.196 persone, calcolando
solo i decessi avvenuti nei primi 7 giorni (una città più
grande di Faenza è sparita), mentre 2.862.825 hanno
riportato ferite (una città più grande di Roma).
Dal 1993, con 6.645 vittime, al 2002 con 6.736,
si segnala un aumento dell’ 1,4%.
Negli ultimi 5 anni (1998-2002) le vittime totali sono passate da
6.342 a 6.736, con un incremento del 6,2%, ben lontano da quel
+ 51% fatto segnare negli stesi 5 anni dai soli pedoni.
Circa i feriti l’incremento negli stessi anni è stato
del 10,4% fra i pedoni e del 15% come dato generale.
Analizzando i dati del 2002, gli ultimi disponibili, vediamo che fra
le vittime sono in netta maggioranza gli uomini 745 (62,7%)
rispetto alle donne 443 (37,3%).
Rispetto all.età la percentuale più elevata delle vittime
si conta fra gli over 65, ben 531 (315 uomini e 216 donne)
pari a quasi il 45%. Tuttavia 196 vittime mortali, il
16,5%, avevano meno di 30 anni.
Il dato poi più allarmante è che i pedoni da soli costituiscono
ormai il 17,6% del totale delle vittime della strada (6.736 nel
2002). Nel 2001 furono il 13,9%, nel 2000 il 12,7%, una progressione
veramente preoccupante.
Solo il numero dei pedoni feriti ci consegna dati appena un po. migliori
nel 2002, 17.265 contro 18.049 del 2001, -784 (-4,3%),
8.895 gli uomini (-5,1%) e 8.370 le donne (-3,5%).
Il maggior rischio dei maschi rispetto alle femmine deve essere forse
ricondotto ad una più ampia esposizione sulla strada in ore
notturne e in condizioni climatiche avverse.
Il mese orribile del 2002 è stato dicembre con 167
morti e 1.870 feriti, seguono novembre con 135 vittime
e 1.958 feriti, marzo con 103 e 1.356.
Fra le regioni che contano più vittime fra i pedoni (tutte
a 3 cifre), si conferma in testa ancora il Lazio con 280 decessi
(+61%), rispetto ai 174 del 2001, segue la Lombardia
con 142 (+17,3%) e terza l.Emilia Romagna con 127
(+32,3%).
Nel conteggio dei feriti rimane al vertice la Lombardia con 3.778,
seguita dal Lazio con 2.788, l.Emilia Romagna e il Piemonte
con 1.511 e la Toscana con 1.407.
Dei pedoni che hanno perso la vita sulle strade 838 (70,5%) sono
stati investiti da autovetture, 5 da autovetture in servizio
pubblico, 1 da mezzi di soccorso, 24 da autobus o filobus,
2 da tram, 139 (11,7%) da autocarri di vario genere,
3 da trattori agricoli, 68 da ciclomotoristi, 91
da motocicli e addirittura 5 da biciclette.
In sostanza l’incremento più vistoso è rilevabile
proprio fra le vittime mortali.
I dati del 2003, in uscita questi giorni, ci diranno fino a dove l’adozione
della patente a punti ha inciso anche su questo specifico settore
della sinistrosità.
Allora il primo interrogativo che sorge è: perché questa
esplosione di vittime proprio fra i pedoni? Crediamo di poter rispondere
senza tema di smentita, perché si è trattato del settore
della sicurezza stradale più trascurato.
Gli sviluppi dei sistemi di protezione attiva e passiva che hanno
caratterizzato, con effetti sicuramente positivi, la mobilità
"meccanizzata" (cinture, caschi, airbag, abs, ecc.) hanno
ovviamente un’incidenza praticamente nulla proprio sui pedoni
che sono rimasti quasi indifesi nella prima linea della strada.
Lo stesso sistema stradale con strutture protettive e segnaletica
orizzontale e verticale adeguate, pur avendo fatto passi in avanti,
in particolare in alcune aree urbane e sulla rete autostradale, non
è stato e non è ancora assolutamente sufficiente.
Per non parlare di un sistema educativo che fosse teso a creare nel
conducente motorizzato una sorta di rispetto innato per il pedone.
Un sogno tutto da realizzare.
In tanti dimentichiamo che siamo nati pedoni e, nel migliore dei casi,
torneremo pedoni.
Il pedone è guardato dal conducente con fastidio, con indifferenza,
quasi fosse un elemento di disturbo nel sistema circolazione. Nel
nostro Paese raramente ci si ferma per farlo attraversare. Al massimo
lo si dribbla come in un campo sportivo, lo si schiva come in una
gara di slalom.
Non si può trascurare il fatto che sull’aumento delle
vittime fra i pedoni negli ultimi 10 anni, hanno inciso anche altri
motivi. Innanzi tutto l’incremento della mobilità pedonale
dovuto anche a fattori demografici. Una società che si invecchia
con un’età media che ormai supera abbondantemente gli
80 anni, è una società che fabbrica sempre più
pedoni, per altro pedoni che non sono più particolarmente performanti
e reattivi. Un motivo in più per tenerne debito conto.
Anche sul tema anziani e patente si dovrà aprire un capitolo
a parte.
Quali le proposte.
Innanzi tutto si deve creare un sistema di educazione e formazione
stradale che realizzi un positivo modello nel quale il pedone è
riconosciuto soggetto di pari diritto nella dinamica della mobilità
e non venga considerato solo fattore di disturbo e causa di rallentamento.
Si dovranno spiegare bene fin dalle scuole materne ed elementari i
precisi diritti dei pedoni, ma anche i precisi doveri. Il bambino
che, non dimentichiamolo, sarà il futuro automobilista, dovrà
acquisire una personalità forte, costituita di regole da rispettare
per farsi poi rispettare: dall’attraversamento, all’uso
del marciapiede e della banchina, al lato della strada da percorrere.
Va spiegato ai bambini, ma anche ai grandi, che la prima “qualità”
del pedone è quella di farsi ben vedere, di farsi ben percepire.
Va spiegato che l’errore più grande che un pedone solitamente
commette è quello di pensare che perché vede una vettura
in arrivo, di sera, di notte o con la pioggia, a una distanza di 300
metri, anche il conducente di questa lo veda. In realtà
mentre il pedone vede la vettura, il conducente vede il pedone solo
a una distanza di 30-40 metri, quando ormai può essere
tardi.
E’ anche utile informare che quando si passeggia di sera o di
notte non è consigliabile usare abiti neri o scuri, sarà
alla moda, ma il rischio aumenta. Fuori dei centri abitati, nelle
ore notturne e nelle zone non illuminate sarebbe sana abitudine di
indossare capi retro riflettenti.
Anche sul sistema stradale il lavoro da fare è molto. Si deve
migliorare e rinnovare la segnaletica orizzontale e verticale. Si
deve realizzare un efficace sistema di illuminazione per tutti i passaggi
pedonali protetti. Dove è possibile vanno costruiti presegnalati
salvagente centrali a metà dell’attraversamento.
In questo sistema che i francesi chiamano ormai di violenza stradale,
nel quale i più deboli hanno sempre la peggio (ai 1.188
pedoni nel 2002 si devono aggiungere gli oltre 350 ciclisti che perdono
la vita ogni anno), anche il mondo dell’automobile dovrà
fare qualche sforzo in più.
Qualcosa si sta muovendo. La Commissione europea che, lo ricordiamo,
non ha il potere di emanare delle norme, ma solo di suggerirne agli
Stati l’adozione, ha chiesto provvedimenti più severi
nei confronti dei pedoni “disinibiti” che attraversano col
rosso o fuori dalle strisce pedonali. Nel contempo la Commissione
ha chiesto anche da parte delle case costruttrici di autovetture di
sistemi più protettivi in caso di urto coi pedoni.
Non a caso l’Ue ha già fissato standard di omologazione
per i nuovi modelli a partire dal 2006 (cioè quelli
omologati da quella data in poi) per ridurre i danni di chi venga
investito. Un esempio: dovranno esserci 5-7 cm tra motore e
cofano perché la testa del pedone investito non urti le parti
dure del propulsore. Altre misure riguarderanno l’altezza, l’angolazione
e la qualità dei materiali dei paraurti. Insomma anche i costruttori
di auto dovranno “investire”, ma in denaro. Visto che è
innegabile che si tratta di una vera emergenza, si deve spendere.
Diversamente dovremo rassegnarci a contare ogni giorno oltre 3
morti e quasi 50 feriti, solo fra gli inoffensivi pedoni.
Si tratta proprio di uno scacco!
Giordano
Biserni
Presidente Asaps
www.asaps.it
Incidenti
ai PEDONI ultimi 10 anni 1993 - 2002 |
Anni |
Morti
|
Variazione
% |
Feriti |
Variazione
% |
1993 |
923 |
|
14.310 |
|
1994 |
948 |
2,7% |
16.059 |
12,2% |
1995 |
877 |
-7,5% |
15.836 |
-1,4% |
1996 |
914 |
4,2% |
15.860 |
0,2% |
1997 |
828 |
-9,4% |
15.502 |
-2,3% |
1998 |
783 |
-5,4% |
15.641 |
0,9% |
1999 |
836 |
6,8% |
16.386 |
4,8% |
2000 |
848 |
1,4% |
16.124 |
-1,6% |
2001 |
929 |
9,6% |
18.049 |
11,9% |
2002 |
1.188 |
27,9% |
17.265 |
-4,3% |
TOTALI |
9.074 |
|
161.032 |
|
Fonte
Istat - Elaborazione e percentualizzazione Il Centauro -
Asaps
|
Incidenti
ultimi 10 anni 1993 - 2002 |
Anni |
Incidenti |
Variazione
% |
Morti
|
Variazione
% |
Feriti |
Variazione
% |
1993 |
153.393 |
|
6.645 |
|
216.100 |
|
1994 |
170.679 |
11.27% |
6.578 |
-1.01% |
239.184 |
10.68% |
1995 |
182.761 |
7.08% |
6.512 |
-1.00% |
259.571 |
8.52% |
1996 |
190.068 |
4.00% |
6.193 |
-4.90% |
272.115 |
4.83% |
1997 |
190.031 |
-0.02% |
6.226 |
0.53% |
270.962 |
-0.42% |
1998 |
204.615 |
7.67% |
6.342 |
1.86% |
293.842 |
8.44% |
9199 |
219.032 |
7.05% |
6.633 |
4.59% |
316.698 |
7.78% |
2000 |
228.912 |
4.51% |
6.649 |
0.24% |
321.796 |
1.61% |
2001 |
235.142 |
2.72% |
6.682 |
0.50% |
334.679 |
4.00% |
2002 |
237.812 |
1.14% |
6.736 |
0.81% |
337..878 |
0.96% |
TOTALI |
2.012.445 |
|
65.196 |
|
2..862.825 |
|
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Fonte
Istat - Elaborazione e percentualizzazione Il Centauro - Asaps |
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