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Notizie brevi 01/01/2005

Verona - LE AGENZIE SULL’UCCISIONE DEI DUE POLIZIOTTI DI VERONA

 

LE AGENZIE SULL’UCCISIONE DEI DUE POLIZIOTTI DI VERONA

AGENTI UCCISI: LEGALE TURAZZA, RICORDO DIGNITA’ E FORZA MADRE DAVIDE IN SIMBOLICA STAFFETTA MASSIMILIANO PER ONORARNE MEMORIA
(ANSA) - VERONA, 21 FEB - "In questo momento penso alla disperazione di questa madre che a noi tutti, non solo allo Stato, ha dovuto sacrificare i suoi due figli". Cosi’ l’avv. Guariente Guarienti, legale di parte civile della madre e della moglie di Massimiliano Turazza per il processo contro i suoi omicidi, interviene sul tragico episodio di Verona.
"Ricordo Davide, serio e riservato - prosegue Guarienti - divenuto agente di polizia nello stesso reparto nel quale aveva lavorato il fratello, scelta da lui fatta per onorarne la memoria, quasi simbolica staffetta. E penso alla sua giovane moglie e ai suoi bambini, al loro dolore, al dolore difficile futuro".
La signora Teresa Turazza, sottolinea ancora il legale veronese, "e’ una persona indimenticabile. La ricordo in Corte d’Assise, presente ad ogni udienza, con la giovane moglie di Massimliano, Antonella". "Donne di grande dignita’, forza e compostezza - prosegue - si chiedevano continuamente come potesse essere accaduto che un pluripregiudicato, ammesso al regime di protezione come collaboratore di giustizia, fosse cosi’ poco controllato da poter continuare a commettere rapine e, alle fine, anche un omicidio".
La signora Teresa, ricorda infine Guarienti, al tempo della morte di Massimiliano era gia’ vedova. Ma, benche’ gia’ provata dal dolore, aveva sempre avuto il coraggio e l’energia per presenziare a tutte le 37 udienze del processo per la morte del figlio. (ANSA).


AGENTI UCCISI: CIMARRUSTI SOGNAVA TRASFERIMENTO A BARI /ANSA - di Roberto Buonavoglia -
(ANSA) - CONVERSANO (BARI), 21 FEB - Sperava di essere trasferito vicino alla sua casa di origine, in Puglia, Giuseppe Cimarrusti, l’agente di polizia di 26 anni ucciso nella sparatoria avvenuta oggi a Verona, e per questo aveva presentato domanda di avvicinamento. Lo aveva confidato ai suoi parenti nella sua ultima visita fatta con la moglie a Conversano, sua citta’ natale, alla fine dello scorso mese di gennaio.
"Non ci credo ancora, e’ un incubo dal quale spero di svegliarmi". E’ sconvolto il papa’ di Giuseppe Cimarrusti. Stamattina, poco prima di partire in aereo con i consuoceri alla volta della citta’ scaligera, papa’ Angelo ha abbracciato il sindaco di Conversano, il suo amico Francesco Iudice, che e’ andato a trovarlo a casa. Al sindaco Angelo Cimarrusti ha confessato di essere "distrutto dal dolore". Papa’ Angelo, assieme alla moglie Benedetta, ha poi accolto nella sua abitazione quanti sono andati a trovarlo per esprimere il proprio dolore per la tragedia.
I genitori di Giuseppe vivono, assieme alla loro figlia diciassettenne, in una villetta unifamiliare in via Verne 3, a Conversano. Hanno tre figli: Raffaele, che tutti chiamano ’Lello’, che ha 30 anni e fa il carabiniere in Toscana; poi c’era Giuseppe, di 26, dal 1998 in polizia, e la ragazza di 17 anni.
Proprio nella villetta bianca con le persiane in legno e le sfumature ocra di via Verne, Giuseppe e sua moglie Rossella, di 23 anni, erano andati a trovare i loro parenti a fine gennaio scorso. Era stata una delle tante visite che Giuseppe e sua moglie compivano di tanto in tanto perche’ Giuseppe, da quando aveva presentato domanda di arruolamento, era stato sempre in servizio in citta’ del nord Italia.
Durante la visita si era parlato della passione di Giuseppe per il calcetto: il giovane agente di polizia aveva confessato al papa’ le gioie vissute durante le ultime partite di campionato disputate con i suoi colleghi della squadra della questura di Verona. Giuseppe pero’ aveva confidato ai genitori e ai suoceri che sperava di essere trasferito vicino a casa. Infatti, non aveva smesso di sognare di tornare a vivere nella sua citta’: per questo - a quanto si e’ saputo - aveva presentato domanda di avvicinamento a Bari. Cosa che aveva fatto anche sua moglie, anche lei di Conversano, dipendente di una catena di distribuzione commerciale.
La coppia, sposata da tre anni, non aveva figli e viveva alla periferia di Verona. (ANSA).


(ANSA).AGENTI UCCISI:TRAGEDIA IN TRAGEDIA PER FAMIGLIA TURAZZA/ANSA
(ANSA) - VERONA, 21 FEB - "Una tragedia nella tragedia", cosi’ il sindaco di Verona Paolo Zanotto ha definito quella che ha colpito per ben due volte la famiglia di Davide Turazza, 34 anni, sposato e padre di due bambine, l’agente di polizia rimasto ucciso in un conflitto a fuoco nelle prime ore di stamani a Verona, assieme al collega Giuseppe Cimarrusti (27).
Gia’ nel 1994, infatti, la famiglia Turazza aveva perso uno dei suoi figli, Massimiliano, anche lui agente della Polizia di Stato, caduto a Fumane (Verona), per mano di un pentito, ex affiliato della mafia del Brenta. Massimiliano era stato ucciso a colpi di pistola nella notte tra il 18 e il 19 ottobre, mentre stava identificando una persona sospetta. Ad attirare l’attenzione dell’agente, che stava rientrando a casa in borghese, era stata una sacca contenente armi, destinata pare a compiere una rapina e che venne poi abbandonata sul posto dai malviventi.
Era stato proprio in onore dell’eroico fratello che Davide Turazza aveva indossato a sua volta la divisa della polizia, come ricorda il segretario veneto del Sap Michele Dressadore. "Davide - osserva Dressadore - non aveva mai pensato di dover o poter sottrarsi alla pienezza del senso della professione, rischi compresi, in ragione del dramma gia’ patito in famiglia. Anzi ha sempre frequentato la prima linea".
Le morti di Massimiliano e Davide Turazza e di Giuseppe Cimarrusti non sono state pero’ le uniche che di recente hanno riguardato agenti della Questura di Verona: nel 1992, a Sommacampagna erano stati altri assassinati in unn conflitto a fuoco altri poliziotti: Ulderico Biondani (29) e Vicenzo Bencivenga (30); in quell’occasione era morto anche un pregiudicato latitante, Massimiliano Romano (24), calabrese, che i due agenti avevano incontrato per caso durante un servizio di perlustrazione. All’ordine di fermarsi, l’uomo aveva risposto aprendo il fuoco sui rappresentanti delle forze dell’ordine.
Uno degli aspetti della morte di Turazza e Cimarrusti che hanno maggiormente colpito il presidente del Veneto Giancarlo Galan e’ la fatalita’: "C’e’ cosi’ tanta fatalita’ in questo criminoso episodio - ha detto - che non si puo’ non pensare al male, al male che ha voluto portare immenso dolore alle famiglie".
Cimarrusti era uno sportivo e praticava in particolare il calcetto con una dozzina di altri colleghi. Proprio domani la squadra di calcetto della questura di Verona dovrebbe sostenere un incontro importante, ma i colleghi dei due agenti tragicamente scomparsi non hanno ancora deciso se rinunciare alla partita e giocare con il lutto al braccio. (ANSA).

AGENTI UCCISI: ENTRAMBI AVEVANO UN FRATELLO IN FORZE ORDINE
(ANSA) - VERONA, 21 FEB - Giuseppe Cimarrusti era piu’ giovane di Davide Turazza. Il primo aveva 27 anni il secondo invece 34. Li legava il fatto, oltre che prestare servizio alle squadre volanti, di avere un fratello nelle forze dell’ ordine.
Il fratello di Cimarrusti ha scelto l’Arma dei Carabinieri; quello di Turazza, Massimiliano, era in Polizia quando fu assassinato nel 1994 da un ex affiliato alla mafia del Brenta. Davide Turazza rimase molto colpito dalla morte del fratello e, come ha sottolineato il questore di Verona, Luigi Merolla "ha avvertito il senso di dedizione e ha scelto di entrare anch’ egli in polizia". Davide Turazza era entrato a far parte della polizia nel 1995 e cinque anni dopo era diventato agente scelto come suo fratello Massimiliano. Era sposato e dal matrimonio sono nate due bambine di dieci e quattro anni. Il padre era morto quando Davide era giovane e gli rimaneva solo la madre, Maria Teresa.
Cimarrusti era in servizio al commissariato di Borgo Roma, era entrato in polizia nel 1998 e dal 2001 era in forza alla questura di Verona. Si era sposato tre anni fa con una ragazza del suo paese, Conversano (Bari), con la quale era fidanzato da molto tempo e che si e’ trasferita dopo il matrimonio a Verona. Cimarrusti era un appassionato di sport e condivideva con altri dodici colleghi la passione per il calcetto che giocava tutti i giovedi’ sera. La squadra di calcetto della questura di Verona e’ impegnata nel torneo dedicato ad Alessandra Carapezza, una giovane agente che era in servizio alla questura di Venezia ed e’ stata stroncata da una malattia a 28 anni. La squadra degli agenti dovrebbe partecipare domani ad una delle partite in programma, ma non e’ stato ancora deciso se i colleghi di Turazza e Cimarrusti rinunceranno all’incontro o giocheranno con il lutto al braccio. (ANSA).

AGENTI UCCISI:SEDE CRIMINALPOL FU DEDICATA FRATELLO TURAZZA STABILE PADOVA ORA IN ATTESA DI ALTRE FUNZIONI
(ANSA) - VENEZIA, 21 FEB - Alla memoria dell’ agente di polizia Massimiliano Turazza, il fratello di uno dei due agenti uccisi nella notte a Verona morto anch’egli mentre compiva il proprio dovere, era stata dedicata la sede della Criminalpol del Triveneto con sede a Padova. Ad inaugurare la sede, ufficio di punta dell’attivita’ investigativa contro la criminalita’ organizzata, era stato, il 26 giugno 1997, l’allora capo della polizia Fernando Masone.
Con il successivo passaggio delle funzioni della Criminalpol alle squadre mobili delle sedi distretturali, tuttavia, la stabile di via Marsala - di proprieta’ di un istituto di credito, e in locazione alla polizia - e’ stato liberato per altre funzioni e fino ad alcuni mesi fa ha ospitato gli addetti alla sanatoria per gli immigrati. Attualmente quegli uffici non sono utilizzati, ma si prevede di farne la sede di una sorta di sportello unico per tutte le pratiche relative alla normativa per gli stranieri. E quando tale progetto sara’ realizzato, informano in questura, si valutera’ la destinazione migliore della targa dedicata a Turazza ancora posta all’esterno dell’ edificio.
A Padova del resto, fanno ancora rilevare in questura, e’ alta l’attenzione per la memoria di chi si e’ distinto per eroismo e spirito di sacrificio. Proprio oggi infatti, presente fra gli altri il vice capo della polizia Giuseppe Procaccini, e’ stato intitolato un giardino comunale al vice questore di Palermo Boris Giuliano, vittima della mafia (il figlio Alessandro e’ ora capo della Mobile di Venezia, dopo aver svolto la stessa funzione proprio a Padova), mentre la piazza di fronte alla Questura e’ stata dedicata a Giovanni Palatucci, ultimo questore di Fiume e Giusto delle nazioni per aver messo in salvo migliaia di famiglie di ebrei. (ANSA).

VERONA: AGENTI UCCISI, MERCOLEDI’ FUNERALI DI STATO CON PISANU E CAPO POLIZIA
MARTEDI’ SARANNO ESEGUITE LE AUTOPSIE

Verona, 21 feb. (Adnkronos) - Si terranno mercoledì a Verona i funerali di Stato di Stefano Turazza e Giuseppe Cimarrusti, i due agenti della polizia di Stato "eroi del quotidiano" come li ha definiti il questore di Verona, Luigi Merolla, "caduti" trucidati a colpi di pistola alle 2,45 di stanotte lungo la statale che collega Verona al lago di Garda, soprannominata ’la strada del sesso’. Alle esequie di Stato interverranno il ministro dell’Interno Giuseppe Pisanu e il capo della Polizia, Gianni De Gennaro. Prevista invece per domani l’autopsia sulle salme crivellate dai colpi sparati dall’investigatore privato, bergamasco di Osio di Sotto, Andrea Arrigoni. La famiglia Turazza ha già disposto la donazione degli organi del figlio.
Invece, dai risultati incrociati, con quanto rilevato dalla Scientifica sul luogo della sparatoria, si potrà capire qualcosa di più sulla dinamica del conflitto a fuoco. Perchè un uomo che fa un mestiere che impone nervi saldi, l’investigatore privato, ferisce a morte una prostituta e poi svuota un interno caricatore contro una voltante della polizia? La Questura fa sapere che comunque vi è un’enorme quantità di materiale investigativo da vagliare.


(Paj/Gs/Adnkronos) AGENTI UCCISI:ARRIGONI,EX PARA’ E ’BRILLANTE DETECTIVE’/ANSA
(ANSA) - ROMA, 21 FEB - Diplomato al liceo classico, latino e greco come pane quotidiano. Poi il basco amaranto dei para’ e la missione in Somalia. Una parentesi, in una vita passata in provincia, a Orio di Sotto, 11mila abitanti nella bassa bergamasca: gli amici, la casa dei genitori mai lasciata. E la ’Mercury investigazioni’, l’inizio e la fine della sua storia d’adulto.
Andrea Arrigoni, prima di uccidere i due agenti di polizia, era uno dei tanti. ’Normali’ per una vita e in un istante protagonisti. Nel male, nel suo caso. Era stato, dieci anni fa, militante leghista e membro della ’guardia nazionale padana’. Per l’allora capo dell’organismo Corinto Marchini era stato anche nella scorta del senatur Umberto Bossi. Poi pero’ se ne era andato. "Beghe interne" dice Marchini.
"Un ragazzo per bene e riservato, fin troppo timido in alcune situazioni" lo ricorda oggi chi l’ha visto crescere. "Un giovane e brillante collega" lo definivano i detective dell’Unipitalia, un’associazione che rappresenta gli investigatori privati italiani, ricordando un intervento in un convegno a Firenze: "sostanzioso e ben documentato". Si parlava di "libere professioni intellettuali". "Era una persona onesta. Non era uno che andava in giro a sparare di notte, non era un killer" dice il fratello Marco. Eppure e’ andata diversamente.
Il 36enne Andrea Arrigoni, fidanzato con una giovane veronese, aveva il suo quartier generale in via Sant’Alessandro, nel cuore di Bergamo. "Tutte le attivita’ della Mercury Investigazioni - scriveva nella home page del suo sito - sono coperte dal segreto professionale. I rapporti tra utente e Mercury sono tenuti e diretti esclusivamente dal titolare, investigatore privato Andrea Arrigoni". Offriva servizi di assistenza penale e civile; sorveglianza ambientale, soprattutto, e infedelta’ coniugali. Nell’elenco, varie voci. Dalla "ricerca di prove e documentazioni in ambienti ’ostili’, caratterizzati da circostanze di forte animosita’ tra le parti", al "monitoraggio di persone ritenute capaci di atteggiamenti aggressivi in grado di recare ingiusto danno alle persone ed alle cose".
Ma ad Arrigoni piaceva anche discutere, oltre che investigare. Di politica, ad esempio. Cosi’, in un documento sul suo sito, definisce "un esaltato comunista" l’uomo del treppiede scagliato contro il presidente del Consiglio, mentre "la politica sinistroide - scrive ancora - potrebbe essere riassunta in una breve massima: ’tanto peggio tanto meglio"’.
E gli piaceva, soprattutto, parlare della sua professione. Per questo era stato sentito il 28 ottobre del 2003 dalla Commissione Affari Costituzionali della Camera come membro della delegazione del Cuipi (Comitato unitario italiano investigatori privati). E per questo il "giovane e brillante collega" era diventato dirigente nazionale della Con.ipi, la Confederazione nazionale degli investigatori privati italiani, nata per seguire il percorso di legge che disciplina la categoria degli investigatori privati. Il presidente del Con.ipi e’ il deputato Filippo Ascierto (An), mentre il ministro delle Comunicazioni, Maurizio Gasparri, e’ il presidente onorario. Arrigoni nel sito e’ indicato come Direttore dell’osservatorio nord-italia, con funzioni di ispettore nazionale. "Non si poteva sospettare una simile follia" dice oggi Ascierto, ricordando di averlo incontrato tre volte.
Nel suo sito sono decine gli interventi ’tecnici’ sulla riforma che dovrebbe regolare il settore dell’investigazione privata, sul ruolo che il settore investigativo deve rivestire e su altri argomenti, compreso il delitto di Cogne. "Mi sia consentita - scriveva in uno di questi interventi - una riflessione che potrebbe sembrare provocatoria. In realta’ prendo solo atto delle circostanze e dimostro, per l’ennesima volta, quanto sia necessario far transitare il controllo del settore investigativo sotto l’egida di Istituzioni meglio preparate allo scopo".
Ieri Andrea Arrigoni aveva passato una domenica come tante. Era rimasto in casa con tutta la famiglia. Poi alle 23 una telefonata ed e’ uscito: "torno presto". Invece non e’ tornato e, secondo la ricostruzione degli inquirenti, ha sparato l’intero caricatore della sua Glock contro i due agenti della polizia.(ANSA).


AGENTI UCCISI: ARRIGONI ERA STATO GUARDIA PADANA EX CAPO GUARDIE, MERAVIGLIATO PERCHE’ ERA PERSONA EQUILIBRATA
(ANSA) - MILANO, 21 FEB - Una decina d’anni fa Andrea Arrigoni, il protagonista della tragica sparatoria nelle vicinanze di Verona, era stato militante leghista, membro della ’Guardia Nazionale Padana’ e, secondo il capo della guardia padana di allora, Corinto Marchini, aveva fatto parte della scorta leghista di Umberto Bossi.
Sia Arrigoni che Marchini lasciarono poi la Lega, per quelle che Marchini definisce "beghe interne". A problemi interni fa riferimento lo stesso Arrigoni in una lettera inviata nell’ ottobre ’96 a Umberto Bossi, e per conoscenza al presidente federale della Lega, Stefano Stefani, e a Marchini.
In quella lettera, scritta con estrema proprieta’ di linguaggio, Arrigoni respingeva alcune accuse ("voci infamanti") di irregolarita’ che gli sarebbero state mosse dall’interno del movimento, e spiega a Bossi che ha deciso di non far piu’ parte della sua scorta non essendovi per lui condizioni di serenita’."La mia correttezza - scriveva Arrigoni - e’ opponibile a qualsiasi millantatore e non intendo lasciar cadere ogni prossimo attacco alla mia integrita’ morale".
"Ho visto Arrigoni l’ultima volta tre o quattro anni fa - ricorda Marchini -. Mi ha detto che stava facendo l’ investigatore, che si era rimesso in pista dopo un periodo difficile. Che tipo di persona era? Per quanto e’ la mia esperienza, una persona colta, per bene, e per niente squilibrata". "Sul suo lavoro - aggiunge Marchini - era un vero professionista, un tiratore scelto. E, ripeto, una persona equilibrata. Per questo mi ha meravigliato molto cio’ che e’ successo. C’e’ qualcosa che non mi convince: penso che la vicenda dovra’ essere esaminata a fondo in tutti i particolari". (ANSA).


AGENTI UCCISI: FOLLE REAZIONE DOPO OMICIDIO LUCCIOLA /ANSA QUATTRO MORTI IN SPARATORIA VERONA, OMICIDA ERA DETECTIVE
(di Michele Galvan)

(ANSA) - VERONA, 21 FEB - Trenta pallottole, in un fuoco incrociato, e tanto sangue la notte scorsa su un piazzale alla periferia di Verona, dove il servizio di pattuglia di una volante della polizia e’ finito in tragedia: quattro i morti rimasti sull’asfalto, due poliziotti, una giovane prostituta ucraina e quello che era il suo cliente, un detective privato di Bergamo, che ha scaricato sulle sue vittime complessivamente 16 proiettili con una Glock calibro 9. Una reazione folle, forse spiegabile con il fatto che l’uomo, Andrea Arrigoni, 36 anni, potrebbe essersi sentito spacciato dopo aver gia’ sparato alla donna ed essersi accorto che dietro alla sua Panda 4x4 stava sopraggiungendo una macchina della polizia.
Alla fine nessuno si e’ salvato dalla mattanza: Davide Turazza, 36 anni, e Giuseppe Cimarrusti (26), originario di Conversano (Bari), in servizio alla Questura di Verona, sono morti mezzora dopo il ricovero in ospedale. I due avevano lanciato un disperato sos via radio alla sala operativa, quando erano gia’ stati feriti. Morto sul colpo anche lo sparatore, Arrigoni, titolare dell’agenzia di investigazioni private ’Mercury" di Bergamo, l’unico che all’arrivo dei soccorsi non respirava gia’ piu’. Morta infine la giovane Galyna Shafranek, una ucraina di 29 anni, irregolare in Italia, che si prostituiva sulla statale Verona-Brescia, il nastro d’asfalto a fianco del quale si e’ consumata la tragedia.
La notizia dell’uccisione dei due poliziotti si e’ abbattuta come un macigno sulla Questura di Verona, che negli ultimi anni ha gia’ pagato un pesante tributo di vita umane, con tre agenti ammazzati. Un colpo ancora piu’ terribile per la famiglia di Davide Turazza, che aveva gia’ perso un fratello poliziotto, Massimiliano, sempre in una sparatoria nel veronese, a Fumane. Era il 1994 e il giovane, fuori servizio, si era avvicinato rientrando a casa ad un uomo che si aggirava con fare sospetto vicino ad una banca. Questi, un ex appartenente alla Mala del Brenta, non gli aveva dato tempo di reagire e aveva sparato.
Ieri il destino, a distanza di 11 anni, si e’ accanito anche su Davide, che aveva scelto di seguire in polizia l’esempio del fratello.
Tutto e’ avvenuto intorno alle 2.30 della scorsa notte. I due agenti, in servizio di pattugliamento lungo la statale "bresciana", meta delle prostitute, si sono accorti di una Panda ferma sul piazzale di una concessionaria di autocaravan e, quasi contemporaneamente, hanno notato riverso all’esterno il corpo di una donna. I poliziotti si sono portati a fianco dell’utilitaria, illuminandola con il faro della Volante: ma appena scesi dall’auto, sono stati raggiunti dai colpi di pistola esplosi da Arrigoni. E’ iniziato un terribile conflitto a fuoco, durante il quale Turazza e Cimarrusti, pur feriti, hanno risposto all’uomo, uccidendolo. Ma il detective privato aveva pero’ gia’ scaricato contro i poliziotti tutti i 13 colpi restanti del caricatore della sua Glock 9x21, dopo averne sparati in precedenza altri tre alla giovane ucraina. In tutto sono stati rinvenuti sul piazzale una trentina di bossoli. Resta da chiarire cosa abbia fatto scattare la prima reazione di Arrigoni, che probabilmente si stava intrattenendo in macchina con la prostituta. Se pare perdere consistenza l’ipotesi iniziale di una rapina, potrebbe invece essere approfondita quella di una lite scoppiata tra i due, e poi degenerata. Secondo i primi accertamenti, Arrigoni avrebbe sparato alla donna all’interno della vettura: lo dimostrerebbero le tracce di sangue rinvenute sulla tappezzeria dell’auto e anche il ritrovamento dei bossoli. All’interno della Panda sarebbero stati trovati anche gli abiti e gli stivali della ragazza. I proiettili che hanno colpito la giovane, infine, sono della Glock e non quelli in uso alla pistola della Polizia: i proiettili dell’arma austriaca sono in piombo e tendono a deformarsi, quelli in dotazione agli agenti invece sono "incamiciati" e convenzionali.
Per domani e’ in programma l’ autopsia sulle salme, quindi nel pomeriggio sara’ allestita la camera ardente per i due agenti uccisi e mercoledi’, giorno di lutto cittadino a Verona, saranno celebrati i funerali solenni di Davide Turazza e Giuseppe Cimarrusti. (ANSA).

AGENTI UCCISI: COGNATO TURAZZA, NON MERITAVA DI MORIRE COSI’ MORTE FRATELLO ERA STATA ULTERIORE SPINTA PER ENTRARE IN POLIZIA
(ANSA) - VENEZIA, 21 FEB - "Dopo quanto era accaduto a suo fratello, Davide non si meritava certo di morire cosi"’. E’ composto il dolore di Nicola Turrini, cognato di Davide Turazza, mentre con cortesia fa da filtro alle tante telefonate che giungono nell’abitazione dell’agente ucciso, per preservare il piu’ possibile la riservatezza della vedova e della famiglia.
"Per Davide la morte di Massimiliano era stato un fatto molto doloroso - ricorda il cognato -. Stava gia’ entrando in polizia anche lui, ma aver perso il fratello in quel modo era stato per lui un ulteriore incentivo a farlo". "Non so - aggiunge - come si potra’ fare veramente giustizia di quanto accaduto".
Quanto alle cinque condanne gia’ inflitte per la morte di Massimiliano - fra cui l’ergastolo al principale imputato, l’ex collaboratore di giustizia Alceo Bartalucci - "solo in parte giustizia e’ stata fatta - aggiunge -, forse e’ rimasta qualche ombra". "Ma questo non e’ il momento di rivangare cose che ormai non ha piu’ senso rivangare - si interrompe subito -, non voglio entrare nel merito".
Oggi infatti e’ purtroppo il momento per un nuovo, terribile dolore nella famiglia Turazza, e il pensiero va alla vedova di Davide, Deborah, e alle due figlie, di quattro e dieci anni, della coppia. "Per ora regge il colpo", dice della sorella. E con le due bambine, conclude, "stiamo cercando di trovare il modo, bisogna affrontare la cosa con molta calma". (ANSA).

AGENTI UCCISI: CONFEDERAZIONE INVESTIGATORI,NOI ESTERREFATTI
(ANSA) - ROMA, 21 FEB - Il Consiglio nazionale della Confederazione Nazionale Investigatori Privati Italiani - alla quale era iscritto Andrea Arrigoni, presunto responsabile dell’ omicidio di due poliziotti, avvenuto la scorsa notte alla periferia di Verona - ha espresso "le piu’ sentite e partecipi condoglianze ai familiari dei due agenti, trucidati inspiegabilmente nell’ esercizio della loro attivita’ istituzionale".
"L’ episodio criminale di cui si e’ macchiato in vita Andrea Arrigoni, anche lui deceduto nel conflitto a fuoco, iscritto alla nostra associazione, regolarmente in possesso di licenza prefettizia per esercitare l’ attivita’ di investigatore privato - si legge in una nota - ha lasciato esterrefatti, sgomenti ed increduli tutti i componenti della Confederazione, che lo conoscevano e lo consideravano un normale e tranquillo iscritto".
La Confederazione, prosegue la nota, "lotta da anni per dare alla categoria una nuova immagine, un maggiore prestigio e una preparazione tecnico-professionale di altro livello. Per questo e’ ancora piu’ costernata per quanto accaduto e profondamente addolorata per la morte dei due agenti della polizia di Stato. Sicuramente si e’ trattato di uno dei piu’ bestiali ed incredibili episodi criminali degli ultimi anni. Non si puo’ spiegare altrimenti - conclude la nota - visto e considerato che l’ assassino era munito di regolare porto d’ armi".

AGENTI UCCISI: VIGILI FUOCO, TRISTEZZA PER BRUTALE EPISODIO
(ANSA) - ROMA, 21 FEB - I Vigili del Fuoco hanno espresso la loro "tristezza e solidarieta’ per il brutale episodio che e’ costato la vita ai loro colleghi", agenti della Polizia di Stato, Davide Turazza e Giuseppe Cimarrusti.
Il capo del Dipartimento Mario Morcone, ha espresso a nome di tutto il corpo i sentimenti di "cordoglio e di affettuosa partecipazione" al capo della Polizia, Gianni del Gennaro. (ANSA).


AGENTI UCCISI: GALAN, QUESTA NOTTE E’ PASSATO IL MALE CORDOGLIO PRESIDENTE VENETO PER I DUE GIOVANI POLIZIOTTI
(ANSA) - VENEZIA, 21 FEB - "Questa notte sulla strada che va da Verona a Brescia e’ passato il male, perche’ solo il male piu’ assoluto puo’ essere all’origine di una cosi’ assurda, feroce, terribile tragedia". E’ il commento del governatore del Veneto, Giancarlo Galan, all’uccisione di due poliziotti e di una giovane ucraina da parte di Andrea Arrigoni, avvenuta a Verona.
"Vite perdute, vite violente, il convergere inesorabile di tante casualita’ attorno ad un luogo,
ad un’ora - afferma Galan - ed ecco che il male irrompe con tutta la sua mostruosa e sanguinaria violenza per uccidere, per togliere la vita a due agenti di polizia, a due uomini in divisa, a due innocenti e coraggiosi giovani uomini, che non hanno esitato nel compiere il loro dovere di difensori della sicurezza di tutti noi". C’e’ cosi’ tanta fatalita’ in questo criminoso episodio - aggiunge il governatore veneto - che non si puo’ non pensare al male, "al male che ha voluto portare immenso dolore alle famiglie di Davide Turazza e Giuseppe Cimarrusti, cui va tutto il nostro piu’ angosciato cordoglio".
"E ci sia pieta’ anche per quella povera donna uccisa da un violento che si e’ fatto strumento del male piu’ assurdo - conclude - a nome mio personale e di tutta la Regione del Veneto esprimo quindi cordoglio e solidarieta’ alle forze dell’ordine che, ancora una volta, pagano con uno straziante tributo di sangue il loro eroico senso del dovere". (ANSA)

AGENTI UCCISI: DE SENA, DAVANTI A LORO TOGLIERSI CAPPELLO
(ANSA) - PADOVA, 21 FEB - "E’ una tragedia, che ha avuto come vittime due giovani che hanno solo fatto tutto il loro dovere e davanti ai quali ci dobbiamo togliere il cappello". Cosi’ il vice capo della polizia, Luigi De Sena, a Padova per un incontro istituzionale, ha commentato con i giornalisti la tragica sparatoria di Verona, in cui hanno perso la vita anche due poliziotti. "Due giovani - ha proseguito De Sena, parlando di Turazza e Cimarrusti - che avevano a cuore i valori importanti di una societa’, quelli del dovere, della sicurezza e della convivenza civile".
Quanto all’efficacia dei piani anticrimine predisposti sul territorio e delle misure a disposizione della polizia, De Sena ha invitato a "non confondere le cose. Le forze di polizia tutte - ha detto il prefetto - fanno al massimo il loro dovere. Purtroppo casi gravissimi come questo, non solo in Veneto ma in altre parti del Paese, possono accadere perche’ nonostante il massimo sforzo la societa’ a volte non riesce a ’recuperare"’. "Tutti dobbiamo impegnarci - ha concluso - perche’ vengano sostenute al massimo le attivita’ di prevenzione, che significano anche una cultura nuova della legalita’ ". (ANSA).


AGENTI UCCISI: CORDOGLIO SINDACATO VIGILANZA PRIVATA
(ANSA) - VENEZIA, 21 FEB - Il "profondo cordoglio" per la scomparsa dei due agenti di polizia viene espresso in un telegramma inviato dal segretario nazionale del Sindacato autonomo vigilanza privata, Vincenzo del Vicario, al ministro dell’interno e al capo della Polizia. I due poliziotti vengono definiti da del Vicario "vittime di un gesto sconsiderato e criminale".(ANSA)..

 


Sabato, 01 Gennaio 2005
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