AGENTI
UCCISI: LEGALE TURAZZA, RICORDO DIGNITA’ E FORZA MADRE DAVIDE
IN SIMBOLICA STAFFETTA MASSIMILIANO PER ONORARNE MEMORIA
(ANSA) - VERONA, 21 FEB - "In questo momento penso alla
disperazione di questa madre che a noi tutti, non solo allo
Stato, ha dovuto sacrificare i suoi due figli". Cosi’ l’avv.
Guariente Guarienti, legale di parte civile della madre e della
moglie di Massimiliano Turazza per il processo contro i suoi
omicidi, interviene sul tragico episodio di Verona.
"Ricordo Davide, serio e riservato - prosegue Guarienti
- divenuto agente di polizia nello stesso reparto nel quale
aveva lavorato il fratello, scelta da lui fatta per onorarne
la memoria, quasi simbolica staffetta. E penso alla sua giovane
moglie e ai suoi bambini, al loro dolore, al dolore difficile
futuro".
La signora Teresa Turazza, sottolinea ancora il legale veronese,
"e’ una persona indimenticabile. La ricordo in Corte d’Assise,
presente ad ogni udienza, con la giovane moglie di Massimliano,
Antonella". "Donne di grande dignita’, forza e compostezza
- prosegue - si chiedevano continuamente come potesse essere
accaduto che un pluripregiudicato, ammesso al regime di protezione
come collaboratore di giustizia, fosse cosi’ poco controllato
da poter continuare a commettere rapine e, alle fine, anche
un omicidio".
La signora Teresa, ricorda infine Guarienti, al tempo della
morte di Massimiliano era gia’ vedova. Ma, benche’ gia’ provata
dal dolore, aveva sempre avuto il coraggio e l’energia per presenziare
a tutte le 37 udienze del processo per la morte del figlio.
(ANSA).
AGENTI
UCCISI: CIMARRUSTI SOGNAVA TRASFERIMENTO A BARI /ANSA - di Roberto
Buonavoglia -
(ANSA) - CONVERSANO (BARI), 21 FEB - Sperava di essere trasferito
vicino alla sua casa di origine, in Puglia, Giuseppe Cimarrusti,
l’agente di polizia di 26 anni ucciso nella sparatoria avvenuta
oggi a Verona, e per questo aveva presentato domanda di avvicinamento.
Lo aveva confidato ai suoi parenti nella sua ultima visita fatta
con la moglie a Conversano, sua citta’ natale, alla fine dello
scorso mese di gennaio.
"Non ci credo ancora, e’ un incubo dal quale spero di svegliarmi".
E’ sconvolto il papa’ di Giuseppe Cimarrusti. Stamattina, poco
prima di partire in aereo con i consuoceri alla volta della citta’
scaligera, papa’ Angelo ha abbracciato il sindaco di Conversano,
il suo amico Francesco Iudice, che e’ andato a trovarlo a casa.
Al sindaco Angelo Cimarrusti ha confessato di essere "distrutto
dal dolore". Papa’ Angelo, assieme alla moglie Benedetta,
ha poi accolto nella sua abitazione quanti sono andati a trovarlo
per esprimere il proprio dolore per la tragedia.
I genitori di Giuseppe vivono, assieme alla loro figlia diciassettenne,
in una villetta unifamiliare in via Verne 3, a Conversano. Hanno
tre figli: Raffaele, che tutti chiamano ’Lello’, che ha 30 anni
e fa il carabiniere in Toscana; poi c’era Giuseppe, di 26, dal
1998 in polizia, e la ragazza di 17 anni.
Proprio nella villetta bianca con le persiane in legno e le sfumature
ocra di via Verne, Giuseppe e sua moglie Rossella, di 23 anni,
erano andati a trovare i loro parenti a fine gennaio scorso. Era
stata una delle tante visite che Giuseppe e sua moglie compivano
di tanto in tanto perche’ Giuseppe, da quando aveva presentato
domanda di arruolamento, era stato sempre in servizio in citta’
del nord Italia.
Durante la visita si era parlato della passione di Giuseppe per
il calcetto: il giovane agente di polizia aveva confessato al
papa’ le gioie vissute durante le ultime partite di campionato
disputate con i suoi colleghi della squadra della questura di
Verona. Giuseppe pero’ aveva confidato ai genitori e ai suoceri
che sperava di essere trasferito vicino a casa. Infatti, non aveva
smesso di sognare di tornare a vivere nella sua citta’: per questo
- a quanto si e’ saputo - aveva presentato domanda di avvicinamento
a Bari. Cosa che aveva fatto anche sua moglie, anche lei di Conversano,
dipendente di una catena di distribuzione commerciale.
La coppia, sposata da tre anni, non aveva figli e viveva alla
periferia di Verona. (ANSA).
(ANSA).AGENTI UCCISI:TRAGEDIA IN TRAGEDIA PER FAMIGLIA TURAZZA/ANSA
(ANSA) - VERONA, 21 FEB - "Una tragedia nella tragedia",
cosi’ il sindaco di Verona Paolo Zanotto ha definito quella che
ha colpito per ben due volte la famiglia di Davide Turazza, 34
anni, sposato e padre di due bambine, l’agente di polizia rimasto
ucciso in un conflitto a fuoco nelle prime ore di stamani a Verona,
assieme al collega Giuseppe Cimarrusti (27).
Gia’ nel 1994, infatti, la famiglia Turazza aveva perso uno dei
suoi figli, Massimiliano, anche lui agente della Polizia di Stato,
caduto a Fumane (Verona), per mano di un pentito, ex affiliato
della mafia del Brenta. Massimiliano era stato ucciso a colpi
di pistola nella notte tra il 18 e il 19 ottobre, mentre stava
identificando una persona sospetta. Ad attirare l’attenzione dell’agente,
che stava rientrando a casa in borghese, era stata una sacca contenente
armi, destinata pare a compiere una rapina e che venne poi abbandonata
sul posto dai malviventi.
Era stato proprio in onore dell’eroico fratello che Davide Turazza
aveva indossato a sua volta la divisa della polizia, come ricorda
il segretario veneto del Sap Michele Dressadore. "Davide
- osserva Dressadore - non aveva mai pensato di dover o poter
sottrarsi alla pienezza del senso della professione, rischi compresi,
in ragione del dramma gia’ patito in famiglia. Anzi ha sempre
frequentato la prima linea".
Le morti di Massimiliano e Davide Turazza e di Giuseppe Cimarrusti
non sono state pero’ le uniche che di recente hanno riguardato
agenti della Questura di Verona: nel 1992, a Sommacampagna erano
stati altri assassinati in unn conflitto a fuoco altri poliziotti:
Ulderico Biondani (29) e Vicenzo Bencivenga (30); in quell’occasione
era morto anche un pregiudicato latitante, Massimiliano Romano
(24), calabrese, che i due agenti avevano incontrato per caso
durante un servizio di perlustrazione. All’ordine di fermarsi,
l’uomo aveva risposto aprendo il fuoco sui rappresentanti delle
forze dell’ordine.
Uno degli aspetti della morte di Turazza e Cimarrusti che hanno
maggiormente colpito il presidente del Veneto Giancarlo Galan
e’ la fatalita’: "C’e’ cosi’ tanta fatalita’ in questo criminoso
episodio - ha detto - che non si puo’ non pensare al male, al
male che ha voluto portare immenso dolore alle famiglie".
Cimarrusti era uno sportivo e praticava in particolare il calcetto
con una dozzina di altri colleghi. Proprio domani la squadra di
calcetto della questura di Verona dovrebbe sostenere un incontro
importante, ma i colleghi dei due agenti tragicamente scomparsi
non hanno ancora deciso se rinunciare alla partita e giocare con
il lutto al braccio. (ANSA).
AGENTI
UCCISI: ENTRAMBI AVEVANO UN FRATELLO IN FORZE ORDINE
(ANSA) - VERONA, 21 FEB - Giuseppe Cimarrusti era piu’ giovane
di Davide Turazza. Il primo aveva 27 anni il secondo invece 34.
Li legava il fatto, oltre che prestare servizio alle squadre volanti,
di avere un fratello nelle forze dell’ ordine.
Il fratello di Cimarrusti ha scelto l’Arma dei Carabinieri; quello
di Turazza, Massimiliano, era in Polizia quando fu assassinato
nel 1994 da un ex affiliato alla mafia del Brenta. Davide Turazza
rimase molto colpito dalla morte del fratello e, come ha sottolineato
il questore di Verona, Luigi Merolla "ha avvertito il senso
di dedizione e ha scelto di entrare anch’ egli in polizia".
Davide Turazza era entrato a far parte della polizia nel 1995
e cinque anni dopo era diventato agente scelto come suo fratello
Massimiliano. Era sposato e dal matrimonio sono nate due bambine
di dieci e quattro anni. Il padre era morto quando Davide era
giovane e gli rimaneva solo la madre, Maria Teresa.
Cimarrusti era in servizio al commissariato di Borgo Roma, era
entrato in polizia nel 1998 e dal 2001 era in forza alla questura
di Verona. Si era sposato tre anni fa con una ragazza del suo
paese, Conversano (Bari), con la quale era fidanzato da molto
tempo e che si e’ trasferita dopo il matrimonio a Verona. Cimarrusti
era un appassionato di sport e condivideva con altri dodici colleghi
la passione per il calcetto che giocava tutti i giovedi’ sera.
La squadra di calcetto della questura di Verona e’ impegnata nel
torneo dedicato ad Alessandra Carapezza, una giovane agente che
era in servizio alla questura di Venezia ed e’ stata stroncata
da una malattia a 28 anni. La squadra degli agenti dovrebbe partecipare
domani ad una delle partite in programma, ma non e’ stato ancora
deciso se i colleghi di Turazza e Cimarrusti rinunceranno all’incontro
o giocheranno con il lutto al braccio. (ANSA).
AGENTI
UCCISI:SEDE CRIMINALPOL FU DEDICATA FRATELLO TURAZZA STABILE PADOVA
ORA IN ATTESA DI ALTRE FUNZIONI
(ANSA) - VENEZIA, 21 FEB - Alla memoria dell’ agente di polizia
Massimiliano Turazza, il fratello di uno dei due agenti uccisi
nella notte a Verona morto anch’egli mentre compiva il proprio
dovere, era stata dedicata la sede della Criminalpol del Triveneto
con sede a Padova. Ad inaugurare la sede, ufficio di punta dell’attivita’
investigativa contro la criminalita’ organizzata, era stato, il
26 giugno 1997, l’allora capo della polizia Fernando Masone.
Con il successivo passaggio delle funzioni della Criminalpol alle
squadre mobili delle sedi distretturali, tuttavia, la stabile
di via Marsala - di proprieta’ di un istituto di credito, e in
locazione alla polizia - e’ stato liberato per altre funzioni
e fino ad alcuni mesi fa ha ospitato gli addetti alla sanatoria
per gli immigrati. Attualmente quegli uffici non sono utilizzati,
ma si prevede di farne la sede di una sorta di sportello unico
per tutte le pratiche relative alla normativa per gli stranieri.
E quando tale progetto sara’ realizzato, informano in questura,
si valutera’ la destinazione migliore della targa dedicata a Turazza
ancora posta all’esterno dell’ edificio.
A Padova del resto, fanno ancora rilevare in questura, e’ alta
l’attenzione per la memoria di chi si e’ distinto per eroismo
e spirito di sacrificio. Proprio oggi infatti, presente fra gli
altri il vice capo della polizia Giuseppe Procaccini, e’ stato
intitolato un giardino comunale al vice questore di Palermo Boris
Giuliano, vittima della mafia (il figlio Alessandro e’ ora capo
della Mobile di Venezia, dopo aver svolto la stessa funzione proprio
a Padova), mentre la piazza di fronte alla Questura e’ stata dedicata
a Giovanni Palatucci, ultimo questore di Fiume e Giusto delle
nazioni per aver messo in salvo migliaia di famiglie di ebrei.
(ANSA).
VERONA:
AGENTI UCCISI, MERCOLEDI’ FUNERALI DI STATO CON PISANU E CAPO
POLIZIA
MARTEDI’ SARANNO ESEGUITE LE AUTOPSIE
Verona, 21 feb. (Adnkronos) - Si terranno mercoledì a Verona
i funerali di Stato di Stefano Turazza e Giuseppe Cimarrusti,
i due agenti della polizia di Stato "eroi del quotidiano"
come li ha definiti il questore di Verona, Luigi Merolla, "caduti"
trucidati a colpi di pistola alle 2,45 di stanotte lungo la statale
che collega Verona al lago di Garda, soprannominata ’la strada
del sesso’. Alle esequie di Stato interverranno il ministro dell’Interno
Giuseppe Pisanu e il capo della Polizia, Gianni De Gennaro. Prevista
invece per domani l’autopsia sulle salme crivellate dai colpi
sparati dall’investigatore privato, bergamasco di Osio di Sotto,
Andrea Arrigoni. La famiglia Turazza ha già disposto la
donazione degli organi del figlio.
Invece, dai risultati incrociati, con quanto rilevato dalla Scientifica
sul luogo della sparatoria, si potrà capire qualcosa di
più sulla dinamica del conflitto a fuoco. Perchè
un uomo che fa un mestiere che impone nervi saldi, l’investigatore
privato, ferisce a morte una prostituta e poi svuota un interno
caricatore contro una voltante della polizia? La Questura fa sapere
che comunque vi è un’enorme quantità di materiale
investigativo da vagliare.
(Paj/Gs/Adnkronos) AGENTI UCCISI:ARRIGONI,EX PARA’ E ’BRILLANTE
DETECTIVE’/ANSA
(ANSA) - ROMA, 21 FEB - Diplomato al liceo classico, latino e
greco come pane quotidiano. Poi il basco amaranto dei para’ e
la missione in Somalia. Una parentesi, in una vita passata in
provincia, a Orio di Sotto, 11mila abitanti nella bassa bergamasca:
gli amici, la casa dei genitori mai lasciata. E la ’Mercury investigazioni’,
l’inizio e la fine della sua storia d’adulto.
Andrea Arrigoni, prima di uccidere i due agenti di polizia, era
uno dei tanti. ’Normali’ per una vita e in un istante protagonisti.
Nel male, nel suo caso. Era stato, dieci anni fa, militante leghista
e membro della ’guardia nazionale padana’. Per l’allora capo dell’organismo
Corinto Marchini era stato anche nella scorta del senatur Umberto
Bossi. Poi pero’ se ne era andato. "Beghe interne" dice
Marchini.
"Un ragazzo per bene e riservato, fin troppo timido in alcune
situazioni" lo ricorda oggi chi l’ha visto crescere. "Un
giovane e brillante collega" lo definivano i detective dell’Unipitalia,
un’associazione che rappresenta gli investigatori privati italiani,
ricordando un intervento in un convegno a Firenze: "sostanzioso
e ben documentato". Si parlava di "libere professioni
intellettuali". "Era una persona onesta. Non era uno
che andava in giro a sparare di notte, non era un killer"
dice il fratello Marco. Eppure e’ andata diversamente.
Il 36enne Andrea Arrigoni, fidanzato con una giovane veronese,
aveva il suo quartier generale in via Sant’Alessandro, nel cuore
di Bergamo. "Tutte le attivita’ della Mercury Investigazioni
- scriveva nella home page del suo sito - sono coperte dal segreto
professionale. I rapporti tra utente e Mercury sono tenuti e diretti
esclusivamente dal titolare, investigatore privato Andrea Arrigoni".
Offriva servizi di assistenza penale e civile; sorveglianza ambientale,
soprattutto, e infedelta’ coniugali. Nell’elenco, varie voci.
Dalla "ricerca di prove e documentazioni in ambienti ’ostili’,
caratterizzati da circostanze di forte animosita’ tra le parti",
al "monitoraggio di persone ritenute capaci di atteggiamenti
aggressivi in grado di recare ingiusto danno alle persone ed alle
cose".
Ma ad Arrigoni piaceva anche discutere, oltre che investigare.
Di politica, ad esempio. Cosi’, in un documento sul suo sito,
definisce "un esaltato comunista" l’uomo del treppiede
scagliato contro il presidente del Consiglio, mentre "la
politica sinistroide - scrive ancora - potrebbe essere riassunta
in una breve massima: ’tanto peggio tanto meglio"’.
E gli piaceva, soprattutto, parlare della sua professione. Per
questo era stato sentito il 28 ottobre del 2003 dalla Commissione
Affari Costituzionali della Camera come membro della delegazione
del Cuipi (Comitato unitario italiano investigatori privati).
E per questo il "giovane e brillante collega" era diventato
dirigente nazionale della Con.ipi, la Confederazione nazionale
degli investigatori privati italiani, nata per seguire il percorso
di legge che disciplina la categoria degli investigatori privati.
Il presidente del Con.ipi e’ il deputato Filippo Ascierto (An),
mentre il ministro delle Comunicazioni, Maurizio Gasparri, e’
il presidente onorario. Arrigoni nel sito e’ indicato come Direttore
dell’osservatorio nord-italia, con funzioni di ispettore nazionale.
"Non si poteva sospettare una simile follia" dice oggi
Ascierto, ricordando di averlo incontrato tre volte.
Nel suo sito sono decine gli interventi ’tecnici’ sulla riforma
che dovrebbe regolare il settore dell’investigazione privata,
sul ruolo che il settore investigativo deve rivestire e su altri
argomenti, compreso il delitto di Cogne. "Mi sia consentita
- scriveva in uno di questi interventi - una riflessione che potrebbe
sembrare provocatoria. In realta’ prendo solo atto delle circostanze
e dimostro, per l’ennesima volta, quanto sia necessario far transitare
il controllo del settore investigativo sotto l’egida di Istituzioni
meglio preparate allo scopo".
Ieri Andrea Arrigoni aveva passato una domenica come tante. Era
rimasto in casa con tutta la famiglia. Poi alle 23 una telefonata
ed e’ uscito: "torno presto". Invece non e’ tornato
e, secondo la ricostruzione degli inquirenti, ha sparato l’intero
caricatore della sua Glock contro i due agenti della polizia.(ANSA).
AGENTI UCCISI: ARRIGONI ERA STATO GUARDIA PADANA EX CAPO GUARDIE,
MERAVIGLIATO PERCHE’ ERA PERSONA EQUILIBRATA
(ANSA) - MILANO, 21 FEB - Una decina d’anni fa Andrea Arrigoni,
il protagonista della tragica sparatoria nelle vicinanze di Verona,
era stato militante leghista, membro della ’Guardia Nazionale
Padana’ e, secondo il capo della guardia padana di allora, Corinto
Marchini, aveva fatto parte della scorta leghista di Umberto Bossi.
Sia Arrigoni che Marchini lasciarono poi la Lega, per quelle che
Marchini definisce "beghe interne". A problemi interni
fa riferimento lo stesso Arrigoni in una lettera inviata nell’
ottobre ’96 a Umberto Bossi, e per conoscenza al presidente federale
della Lega, Stefano Stefani, e a Marchini.
In quella lettera, scritta con estrema proprieta’ di linguaggio,
Arrigoni respingeva alcune accuse ("voci infamanti")
di irregolarita’ che gli sarebbero state mosse dall’interno del
movimento, e spiega a Bossi che ha deciso di non far piu’ parte
della sua scorta non essendovi per lui condizioni di serenita’."La
mia correttezza - scriveva Arrigoni - e’ opponibile a qualsiasi
millantatore e non intendo lasciar cadere ogni prossimo attacco
alla mia integrita’ morale".
"Ho visto Arrigoni l’ultima volta tre o quattro anni fa -
ricorda Marchini -. Mi ha detto che stava facendo l’ investigatore,
che si era rimesso in pista dopo un periodo difficile. Che tipo
di persona era? Per quanto e’ la mia esperienza, una persona colta,
per bene, e per niente squilibrata". "Sul suo lavoro
- aggiunge Marchini - era un vero professionista, un tiratore
scelto. E, ripeto, una persona equilibrata. Per questo mi ha meravigliato
molto cio’ che e’ successo. C’e’ qualcosa che non mi convince:
penso che la vicenda dovra’ essere esaminata a fondo in tutti
i particolari". (ANSA).
AGENTI UCCISI: FOLLE REAZIONE DOPO OMICIDIO LUCCIOLA /ANSA
QUATTRO MORTI IN SPARATORIA VERONA, OMICIDA ERA DETECTIVE
(di Michele Galvan)
(ANSA) - VERONA, 21 FEB - Trenta pallottole, in un fuoco incrociato,
e tanto sangue la notte scorsa su un piazzale alla periferia di
Verona, dove il servizio di pattuglia di una volante della polizia
e’ finito in tragedia: quattro i morti rimasti sull’asfalto, due
poliziotti, una giovane prostituta ucraina e quello che era il
suo cliente, un detective privato di Bergamo, che ha scaricato
sulle sue vittime complessivamente 16 proiettili con una Glock
calibro 9. Una reazione folle, forse spiegabile con il fatto che
l’uomo, Andrea Arrigoni, 36 anni, potrebbe essersi sentito spacciato
dopo aver gia’ sparato alla donna ed essersi accorto che dietro
alla sua Panda 4x4 stava sopraggiungendo una macchina della polizia.
Alla fine nessuno si e’ salvato dalla mattanza: Davide Turazza,
36 anni, e Giuseppe Cimarrusti (26), originario di Conversano
(Bari), in servizio alla Questura di Verona, sono morti mezzora
dopo il ricovero in ospedale. I due avevano lanciato un disperato
sos via radio alla sala operativa, quando erano gia’ stati feriti.
Morto sul colpo anche lo sparatore, Arrigoni, titolare dell’agenzia
di investigazioni private ’Mercury" di Bergamo, l’unico che
all’arrivo dei soccorsi non respirava gia’ piu’. Morta infine
la giovane Galyna Shafranek, una ucraina di 29 anni, irregolare
in Italia, che si prostituiva sulla statale Verona-Brescia, il
nastro d’asfalto a fianco del quale si e’ consumata la tragedia.
La notizia dell’uccisione dei due poliziotti si e’ abbattuta come
un macigno sulla Questura di Verona, che negli ultimi anni ha
gia’ pagato un pesante tributo di vita umane, con tre agenti ammazzati.
Un colpo ancora piu’ terribile per la famiglia di Davide Turazza,
che aveva gia’ perso un fratello poliziotto, Massimiliano, sempre
in una sparatoria nel veronese, a Fumane. Era il 1994 e il giovane,
fuori servizio, si era avvicinato rientrando a casa ad un uomo
che si aggirava con fare sospetto vicino ad una banca. Questi,
un ex appartenente alla Mala del Brenta, non gli aveva dato tempo
di reagire e aveva sparato.
Ieri il destino, a distanza di 11 anni, si e’ accanito anche su
Davide, che aveva scelto di seguire in polizia l’esempio del fratello.
Tutto e’ avvenuto intorno alle 2.30 della scorsa notte. I due
agenti, in servizio di pattugliamento lungo la statale "bresciana",
meta delle prostitute, si sono accorti di una Panda ferma sul
piazzale di una concessionaria di autocaravan e, quasi contemporaneamente,
hanno notato riverso all’esterno il corpo di una donna. I poliziotti
si sono portati a fianco dell’utilitaria, illuminandola con il
faro della Volante: ma appena scesi dall’auto, sono stati raggiunti
dai colpi di pistola esplosi da Arrigoni. E’ iniziato un terribile
conflitto a fuoco, durante il quale Turazza e Cimarrusti, pur
feriti, hanno risposto all’uomo, uccidendolo. Ma il detective
privato aveva pero’ gia’ scaricato contro i poliziotti tutti i
13 colpi restanti del caricatore della sua Glock 9x21, dopo averne
sparati in precedenza altri tre alla giovane ucraina. In tutto
sono stati rinvenuti sul piazzale una trentina di bossoli. Resta
da chiarire cosa abbia fatto scattare la prima reazione di Arrigoni,
che probabilmente si stava intrattenendo in macchina con la prostituta.
Se pare perdere consistenza l’ipotesi iniziale di una rapina,
potrebbe invece essere approfondita quella di una lite scoppiata
tra i due, e poi degenerata. Secondo i primi accertamenti, Arrigoni
avrebbe sparato alla donna all’interno della vettura: lo dimostrerebbero
le tracce di sangue rinvenute sulla tappezzeria dell’auto e anche
il ritrovamento dei bossoli. All’interno della Panda sarebbero
stati trovati anche gli abiti e gli stivali della ragazza. I proiettili
che hanno colpito la giovane, infine, sono della Glock e non quelli
in uso alla pistola della Polizia: i proiettili dell’arma austriaca
sono in piombo e tendono a deformarsi, quelli in dotazione agli
agenti invece sono "incamiciati" e convenzionali.
Per domani e’ in programma l’ autopsia sulle salme, quindi nel
pomeriggio sara’ allestita la camera ardente per i due agenti
uccisi e mercoledi’, giorno di lutto cittadino a Verona, saranno
celebrati i funerali solenni di Davide Turazza e Giuseppe Cimarrusti.
(ANSA).
AGENTI
UCCISI: COGNATO TURAZZA, NON MERITAVA DI MORIRE COSI’ MORTE FRATELLO
ERA STATA ULTERIORE SPINTA PER ENTRARE IN POLIZIA
(ANSA) - VENEZIA, 21 FEB - "Dopo quanto era accaduto a suo
fratello, Davide non si meritava certo di morire cosi"’.
E’ composto il dolore di Nicola Turrini, cognato di Davide Turazza,
mentre con cortesia fa da filtro alle tante telefonate che giungono
nell’abitazione dell’agente ucciso, per preservare il piu’ possibile
la riservatezza della vedova e della famiglia.
"Per Davide la morte di Massimiliano era stato un fatto molto
doloroso - ricorda il cognato -. Stava gia’ entrando in polizia
anche lui, ma aver perso il fratello in quel modo era stato per
lui un ulteriore incentivo a farlo". "Non so - aggiunge
- come si potra’ fare veramente giustizia di quanto accaduto".
Quanto alle cinque condanne gia’ inflitte per la morte di Massimiliano
- fra cui l’ergastolo al principale imputato, l’ex collaboratore
di giustizia Alceo Bartalucci - "solo in parte giustizia
e’ stata fatta - aggiunge -, forse e’ rimasta qualche ombra".
"Ma questo non e’ il momento di rivangare cose che ormai
non ha piu’ senso rivangare - si interrompe subito -, non voglio
entrare nel merito".
Oggi infatti e’ purtroppo il momento per un nuovo, terribile dolore
nella famiglia Turazza, e il pensiero va alla vedova di Davide,
Deborah, e alle due figlie, di quattro e dieci anni, della coppia.
"Per ora regge il colpo", dice della sorella. E con
le due bambine, conclude, "stiamo cercando di trovare il
modo, bisogna affrontare la cosa con molta calma". (ANSA).
AGENTI
UCCISI: CONFEDERAZIONE INVESTIGATORI,NOI ESTERREFATTI
(ANSA) - ROMA, 21 FEB - Il Consiglio nazionale della Confederazione
Nazionale Investigatori Privati Italiani - alla quale era iscritto
Andrea Arrigoni, presunto responsabile dell’ omicidio di due poliziotti,
avvenuto la scorsa notte alla periferia di Verona - ha espresso
"le piu’ sentite e partecipi condoglianze ai familiari dei
due agenti, trucidati inspiegabilmente nell’ esercizio della loro
attivita’ istituzionale".
"L’ episodio criminale di cui si e’ macchiato in vita Andrea
Arrigoni, anche lui deceduto nel conflitto a fuoco, iscritto alla
nostra associazione, regolarmente in possesso di licenza prefettizia
per esercitare l’ attivita’ di investigatore privato - si legge
in una nota - ha lasciato esterrefatti, sgomenti ed increduli
tutti i componenti della Confederazione, che lo conoscevano e
lo consideravano un normale e tranquillo iscritto".
La Confederazione, prosegue la nota, "lotta da anni per dare
alla categoria una nuova immagine, un maggiore prestigio e una
preparazione tecnico-professionale di altro livello. Per questo
e’ ancora piu’ costernata per quanto accaduto e profondamente
addolorata per la morte dei due agenti della polizia di Stato.
Sicuramente si e’ trattato di uno dei piu’ bestiali ed incredibili
episodi criminali degli ultimi anni. Non si puo’ spiegare altrimenti
- conclude la nota - visto e considerato che l’ assassino era
munito di regolare porto d’ armi".
AGENTI
UCCISI: VIGILI FUOCO, TRISTEZZA PER BRUTALE EPISODIO
(ANSA) - ROMA, 21 FEB - I Vigili del Fuoco hanno espresso la loro
"tristezza e solidarieta’ per il brutale episodio che e’
costato la vita ai loro colleghi", agenti della Polizia di
Stato, Davide Turazza e Giuseppe Cimarrusti.
Il capo del Dipartimento Mario Morcone, ha espresso a nome di
tutto il corpo i sentimenti di "cordoglio e di affettuosa
partecipazione" al capo della Polizia, Gianni del Gennaro.
(ANSA).
AGENTI UCCISI: GALAN, QUESTA NOTTE E’ PASSATO IL MALE CORDOGLIO
PRESIDENTE VENETO PER I DUE GIOVANI POLIZIOTTI
(ANSA) - VENEZIA, 21 FEB - "Questa notte sulla strada che
va da Verona a Brescia e’ passato il male, perche’ solo il male
piu’ assoluto puo’ essere all’origine di una cosi’ assurda, feroce,
terribile tragedia". E’ il commento del governatore del Veneto,
Giancarlo Galan, all’uccisione di due poliziotti e di una giovane
ucraina da parte di Andrea Arrigoni, avvenuta a Verona.
"Vite perdute, vite violente, il convergere inesorabile di
tante casualita’ attorno ad un luogo,
ad un’ora - afferma Galan - ed ecco che il male irrompe con tutta
la sua mostruosa e sanguinaria violenza per uccidere, per togliere
la vita a due agenti di polizia, a due uomini in divisa, a due
innocenti e coraggiosi giovani uomini, che non hanno esitato nel
compiere il loro dovere di difensori della sicurezza di tutti
noi". C’e’ cosi’ tanta fatalita’ in questo criminoso episodio
- aggiunge il governatore veneto - che non si puo’ non pensare
al male, "al male che ha voluto portare immenso dolore alle
famiglie di Davide Turazza e Giuseppe Cimarrusti, cui va tutto
il nostro piu’ angosciato cordoglio".
"E ci sia pieta’ anche per quella povera donna uccisa da
un violento che si e’ fatto strumento del male piu’ assurdo -
conclude - a nome mio personale e di tutta la Regione del Veneto
esprimo quindi cordoglio e solidarieta’ alle forze dell’ordine
che, ancora una volta, pagano con uno straziante tributo di sangue
il loro eroico senso del dovere". (ANSA)
AGENTI
UCCISI: DE SENA, DAVANTI A LORO TOGLIERSI CAPPELLO
(ANSA) - PADOVA, 21 FEB - "E’ una tragedia, che ha avuto
come vittime due giovani che hanno solo fatto tutto il loro dovere
e davanti ai quali ci dobbiamo togliere il cappello". Cosi’
il vice capo della polizia, Luigi De Sena, a Padova per un incontro
istituzionale, ha commentato con i giornalisti la tragica sparatoria
di Verona, in cui hanno perso la vita anche due poliziotti. "Due
giovani - ha proseguito De Sena, parlando di Turazza e Cimarrusti
- che avevano a cuore i valori importanti di una societa’, quelli
del dovere, della sicurezza e della convivenza civile".
Quanto all’efficacia dei piani anticrimine predisposti sul territorio
e delle misure a disposizione della polizia, De Sena ha invitato
a "non confondere le cose. Le forze di polizia tutte - ha
detto il prefetto - fanno al massimo il loro dovere. Purtroppo
casi gravissimi come questo, non solo in Veneto ma in altre parti
del Paese, possono accadere perche’ nonostante il massimo sforzo
la societa’ a volte non riesce a ’recuperare"’. "Tutti
dobbiamo impegnarci - ha concluso - perche’ vengano sostenute
al massimo le attivita’ di prevenzione, che significano anche
una cultura nuova della legalita’ ". (ANSA).
AGENTI UCCISI: CORDOGLIO SINDACATO VIGILANZA PRIVATA
(ANSA) - VENEZIA, 21 FEB - Il "profondo cordoglio" per
la scomparsa dei due agenti di polizia viene espresso in un telegramma
inviato dal segretario nazionale del Sindacato autonomo vigilanza
privata, Vincenzo del Vicario, al ministro dell’interno e al capo
della Polizia. I due poliziotti vengono definiti da del Vicario
"vittime di un gesto sconsiderato e criminale".(ANSA)..
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