Salta il progetto della Orte-Mestre: tra le tante critiche anche quelle dell'autotrasporto
Non è piaciuta la decisione della Regione Emilia Romagna di eliminare dal Piano delle infrastrutture strategiche il progetto della E55, vale a dire l’autostrada Orte-Mestre. E soprattutto non è piaciuto il modo con cui l’assessore ai Trasporti, Raffaele Donini, lo abbia disegnato, vale a dire come una scelta strategica di disinvestire sulle strade, per investire invece sulle ferrovie.
La maggior parte delle critiche a livello territoriale si sono alzate dalla provincia di Ravenna, dove la locale associazione imprenditoriale ha espresso “amarezza e sconcerto” per la decisione relativa a un’infrastruttura definita “indispensabile” per lo sviluppo del sistema economico dell’area, ma anche per i flussi viari nazionali.
A questo punto la speranza è quella di completare il collegamento tra Ravenna e Ferrara, da dove poi diventerebbe possibile, tramite la A13, salire verso il Nord-Est anche per chi arriva dall’Adriatica, senza dover transitare necessariamente da Bologna. Anche perché la superstrada Ravenna-Ferrara, lunga una settantina di chilometri, è realizzata per oltre la metà e mancherebbero circa 16 km tra Ravenna e Alfonsine.
Altre critiche si sono sollevate dal mondo dell’autotrasporto, con una lettera del presidente di Fiap, Massimo Bagnoli, indirizzata allo stesso ministro dei Trasporti, Graziano Delrio. “La speranza di noi autotrasportatori – scrive Bagnoli – era, e lo è ora più che mai, che l’avvento dell’autostrada, seppur a pagamento, consentisse un grande passo in avanti sulla qualità della vita lavorativa”. Perché – aggiunge – “viaggiare su strade con corsie di larghezza europea, con piazzole di sosta e corsie di emergenza, per i nostri operatori vuol dire sicurezza”. Ma oltre che per ragioni di sicurezza, il presidente di FIAP avalla la realizzazione della nuova infrastruttura convinto che in questo modo si possano ridurre i chilometri da percorrere, di conseguenza i consumi e l’inquinamento. A contrario, conclude Bagnoli, “strade inadeguate determinano inevitabilmente anche una diminuzione ulteriore della velocità commerciale con notevole danno non solo alle nostre imprese ma all’economia tutta che deve sostenerne i maggiori costi”.
Intanto da Charge.org arriva anche una petizione che ha raccolto in pochi giorni 17.000 firme proprio per chiedere la costruzione della autostrada Orte-Mestre, visto che la E45 e la E55 sono in assoluto tra le più pericolose d’Italia, con un indice di mortalità più che doppio rispetto alle altre statali.
La proposta contenuta nella petizione è la messa in sicurezza di questi due tratti stradale, ma visto che “la manutenzione ordinaria e straordinaria attuale costano allo Stato più di 100 milioni di euro l’anno, ma non garantiscono la risoluzione delle criticità strutturali”, tanto varrebbe - si argomenta -"costruire ex novo una strada a norma di legge che colleghi il Lazio (Orte) con l’Adriatico e il Nord Est Veneto (Mestre)". La Romea e la E45, infatti, progettate negli anni Sessanta, presentano standard inadeguati e in particolare una larghezza dai 13 ai 18 metri, molto al di sotto dei 25 metri previsti oggi per legge.
A questo punto la palla passa al governo, anche se anche l'assessore Donini ha promesso “interventi massicci sulla E45”, un ampliamento della Romea da Ravenna a Ferrara e una richiesta al governo di collegare il casello Terre verdiane e la futura Cispadana.
L’infinita storia del progetto Orte – Ravenna ora rischia di diventare una storiella. (ASAPS)