UN
NOTO MEDICO E GRANDE PROFESSIONISTA LA FA FINITA INSIEME ALLA MOGLIE E
AL FIGLIO IN COMA DA TRE ANNI A CAUSA DI UN INCIDENTE STRADALE.
UNA TRAGEDIA CHE NON VERRA’ MAI CATALOGATA FRA QUELLE DELLA STRADA, MA IN REALTA’ VI APPARTIENE COMPLETAMENTE |
(ASAPS)La
disperazione, un male che può anche non avere confini, lo induce
ad impugnare la sua "arma" preferita per farla finita. Con
una iniezione micidiale Mario Miglioli, noto e stimato professionista
della sanità, direttore della clinica di medicina interna e gastroenterologia
del policlinico Sant’Orsola di Bologna, ha deciso di porre fine alle
tribolazioni e alla vita di suo figlio Michele di 29 anni, in coma da
tre anni, a seguito di un tragico incidente stradale, di sua moglie
la signora Isa di 60 anni, che dai primi accertamenti pare fosse consenziente
e infine si è iniettato per sè la sostanza letale. da "Repubblica" Tragedia a Bologna. Protagonista un noto medico. Il figlio era in coma da anni. I tre cadaveri nella casa del centro storico Uccide figlio e moglie e poi si toglie la vita BOLOGNA - Tre morti vicini nel letto: un ragazzo, in coma da sei anni, una madre da tempo distrutta dal dolore, un padre, medico famoso, arrivato alle ultime settimane di vita per un tumore in fase terminale. Ad ucciderli l’iniezione letale fatta dall’uomo, Mario Miglioli, 63 anni, direttore della clinica di medicina interna e gastroenterologia del policlinico Sant’Orsola di Bologna. La fine di questa famiglia è avvenuta ieri di prima mattina nella casa di via Piella, in pieno centro storico di Bologna, e a spiegare quanto è avvenuto è stata una lettera, trovata dai Carabinieri del reparto operativo e dal pm Luca Tampieri, che il medico ha lasciato per i familiari. A dare l’allarme è stato uno dei fratelli del medico che, preoccupato per la mancata risposta a una telefonata, è entrato nell’appartamento. Miglioli, piacentino di origine ma da molti anni a Bologna come continuatore della famosa scuola di gastroenterologia, conosciuto come studioso in campo nazionale, ha scelto di anticipare la propria fine e di chiudere la vita di Michele, 29 anni, quell’unico figlio che da tanto tempo era privo di conoscenza per le conseguenze di un incidente stradale, ridotto a uno stato vegetativo. E con loro è morta la moglie e madre, Isa Gorini, 60 anni, che forse conosceva le intenzioni del marito e che forse ha accettato di morire attendendo coscientemente gli effetti dell’iniezione. Chi ha conosciuto Miglioli ha raccontato di un uomo che con grande compostezza ha sopportato per anni quella situazione disperata dedicandosi completamente al lavoro e alle cure e all’assistenza per il figlio. Ma anche di un uomo angosciato per il futuro di quel ragazzo bisognoso di tutto, di come sarebbe stato accudito quando sarebbe rimasto senza i genitori. E Miglioli sapeva che il momento in cui Michele sarebbe rimasto senza padre sarebbe arrivato prestissimo. Anche recentemente il medico era stato ricoverato e sottoposto a terapie e sapeva che quel tumore al polmone gli lasciava pochissimo tempo. Così ha deciso che quella piccola famiglia colpita da disgrazie troppo grandi chiudesse nello stesso giorno con una vita tanto difficile. Forse ne ha parlato con la moglie, a sua volta da tempo psicologicamente provata, e poi ha agito usando una sostanza che potesse provocare una morte rapida. L’autopsia chiarirà con cosa Miglioli ha riempito la siringa che ha portato la morte, ma sarà un particolare insignificante di una storia tristissima. |
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