(ASAPS)
BORGOTARO (PARMA) – È, vero, correva: ma dalla sua
corsa dipendeva il destino della bestiola che stava trasportando
dal veterinario. In quel tragitto, un autovelox, intercettò
l’andatura samaritana, ed oggi un Giudice di Pace ha accolto
la tesi dello stato di necessità invocato dal trasgressore,
annullando il verbale. “Non può essere multata per
eccesso di velocità una guardia zoofila nell’esercizio
delle sue funzioni”, ha sentenziato la dottoressa Simonetta
Mazza, CDP di Parma, che ha così accolto il ricorso presentato
da Annalisa De Bei, guardia zoofila dell’ENPA di Borgotaro.
La donna, la scorsa estate, era in servizio ed aveva soccorso
un cane ferito, vittima di un investimento, che palesava un’emorragia
interna. Il cane, morente, venne caricato sull’auto privata
della volontaria, che corse subito da un veterinario; In quel
tragitto, però, raggiunse i 72 chilometri orari, in un
tratto in cui il limite è di 50. L’autovelox scattò
implacabile, ma il ricorso, dopo essere stato rigettato dal Prefetto,
è stato accolto dal giudice. “La signora De Bei –
recita la sentenza – ha fornito prova di avere superato i
limiti di velocità al fine di adempiere al proprio dovere
di guardia zoofila. Nell’esercizio dei propri compiti, le guardie
zoofile sono da considerarsi a tutti gli effetti agenti di polizia
giudiziaria. La ratio della scriminante di cui all’articolo
51 del Codice penale va individuata, nel caso di specie, nel fatto
che la signora De Bei abbia agito in adempimento di un dovere
imposto da una norma giuridica, in quanto i compiti assegnati
alle guardie zoofile derivano da disposizione normativa, il dpr
31/ 3/ 1979 e il d. lgs 532/ 92. Inoltre, come è stato
documentato dalla ricorrente, il comportamento della signora De
Bei è ricollegabile alla necessità di sottoporre
il cane sofferente alla cure del caso, non potendo operare altrimenti.
Nessun rimprovero può essere mosso alla ricorrente e, pertanto,
l’ordinanza- ingiunzione emessa dalla Prefettura di Parma
merita di essere annullata poiché il fatto è stato
commesso nell’adempimento di un dovere”. Soddisfatto il legale,
la guardia e soprattutto il cane, ovviamente salvato. La soddisfazione
sarebbe stata minore, aggiungiamo noi, se quella pericolosa corsa
per salvare la sventurata bestiola, condotta con un veicolo privo
di lampeggiante e sirena, si fosse conclusa con un incidente.
La ratio è giusta, ma qual è allora il limite di
un servizio d’istituto? E qual è il limite oltre il
quale non andare mai, se anche i conducenti di ambulanze sono
stati severamente condannati per le conseguenze delle loro corse
finite male, per salvare comunque vite umane? Noi, con tutto l’amore
che abbiamo per gli animali, non lo sappiamo davvero. (ASAPS).
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