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Notizie brevi 21/02/2005

MILANO - Scomparsa Giuliana Mura, l’investigatrice che salvava i bambini. L’ha uccisa un male incurabile, dopo una vita trascorsa a lottare contro pedofili e criminali

Scomparsa Giuliana Mura, l’investigatrice che salvava i bambini. L’ha uccisa un male incurabile, dopo una vita trascorsa a lottare contro pedofili e criminali
(ASAPS) MILANO – I bambini che salvava, la vedevano come la Fata Turchina. Donna tutta d’un pezzo, investigatrice instancabile, personaggio di grandissimo spessore. Non ci sono altri modi per definire il Sostituto Commissario Giuliana Mura, classe 1959, in Polizia dai primordi della riforma, quando anche le donne furono ammesse a vestire la divisa. Era un ispettore con la “I” maiuscola, votato all’investigazione più pura e specialistica, in continua interazione con le mille voci scientifiche che il mondo dei minori e dei più giovani chiama a sé. Le grandi qualità che aveva evidenziato nella sua carriera di “sbirro” le avevano consentito di dirigere, nonostante non fosse un’appartenente al ruolo Funzionari, l’Ufficio Minori della Questura. Giuliana si è spenta venerdì notte all’ospedale San Carlo di Milano, dove stava lottando contro un male incurabile. Il suo nome resterà per sempre legato ad operazioni di Polizia di grande clamore e di grande effetto, condotte con una precisione ed un acume che davvero pochi investigatori si possono permettere. Fu lei infatti a tessere le fila dell’operazione “Mangiafuoco”, che consentì di sgominare un clan di nomadi stabilitosi in Lombardia, tra Milano e Rho, insieme al Pubblico Ministero Pietro Forno consentì, a partire dal 2000, l’emissione di condanne per oltre 300 anni di reclusione, con sentenze confermate fino all’ultimo grado. Con quell’indagine, difficile e articolata, venne fuori un vero e proprio film dell’orrore, un remake criminale di Pinocchio, con l’orco Mangiafuoco che però stuprava bambini di 3 anni e li mandava a chiedere l’elemosina. I membri delle due famiglie di zingari giostrai si mascheravano da “Buttafuoco” e violentavano anche in gruppo figli, nipoti o piccoli affidati per il rito dell’accattonaggio da altre famiglie, secondo un rituale che andava avanti da almeno 30 anni. Il gruppo aveva un leader, il nonno, patriarca del clan, al quale si univano i tre suoi fratelli, i generi, due figli e poi mogli, amanti e i mariti delle amanti. E Giuliana ficcò il naso in quella storiaccia da fumetto dell’orrore, passando migliaia di ore alle intercettazioni, agli appostamenti, con il magistrato, insieme alla sua Squadra. Tante di quelle ore, però, Giuliana le trascorreva con le piccole vittime di quei perversi orchi, riuscendo alla fine a strapare qualche parola di verità, che condusse poi ad un’irruzione ed all’arresto dei violentatori. Nei racconti di quelle piccole vittime, Giuliana giocò un ruolo fondamentale, grazie alla sua preparazione ed alla sua incredibile predisposizione ad uno dei mestieri più difficili. Alla fine, 14 zingari vennero arrestati e restano tuttora in prigione, mentre altri 16 vennero denunciati e 31 bambini – questo il dato più importante – vennero allontanati dalle rispettive famiglie. Nei mesi seguenti, il Sostituto Commissario identificò con la sua Squadra anche i clienti per bene di alcune delle baby-prostitute nomadi. Giuliana Mura era pluridecorata ed aveva ricevuto nel 2003 il premio “Manuela Loi”. Alla famiglia di Giuliana, ai colleghi milanesi, il cordoglio dell’Asaps. (ASAPS).

Lunedì, 21 Febbraio 2005
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