(ASAPS)
MILANO – I bambini che salvava, la vedevano come la Fata
Turchina. Donna tutta d’un pezzo, investigatrice instancabile,
personaggio di grandissimo spessore. Non ci sono altri modi per
definire il Sostituto Commissario Giuliana Mura, classe 1959,
in Polizia dai primordi della riforma, quando anche le donne furono
ammesse a vestire la divisa. Era un ispettore con la “I”
maiuscola, votato all’investigazione più pura e specialistica,
in continua interazione con le mille voci scientifiche che il
mondo dei minori e dei più giovani chiama a sé.
Le grandi qualità che aveva evidenziato nella sua carriera
di “sbirro” le avevano consentito di dirigere, nonostante
non fosse un’appartenente al ruolo Funzionari, l’Ufficio
Minori della Questura. Giuliana si è spenta venerdì
notte all’ospedale San Carlo di Milano, dove stava lottando
contro un male incurabile. Il suo nome resterà per sempre
legato ad operazioni di Polizia di grande clamore e di grande
effetto, condotte con una precisione ed un acume che davvero pochi
investigatori si possono permettere. Fu lei infatti a tessere
le fila dell’operazione “Mangiafuoco”, che consentì
di sgominare un clan di nomadi stabilitosi in Lombardia, tra Milano
e Rho, insieme al Pubblico Ministero Pietro Forno consentì,
a partire dal 2000, l’emissione di condanne per oltre 300
anni di reclusione, con sentenze confermate fino all’ultimo
grado. Con quell’indagine, difficile e articolata, venne
fuori un vero e proprio film dell’orrore, un remake criminale
di Pinocchio, con l’orco Mangiafuoco che però stuprava
bambini di 3 anni e li mandava a chiedere l’elemosina. I
membri delle due famiglie di zingari giostrai si mascheravano
da “Buttafuoco” e violentavano anche in gruppo figli,
nipoti o piccoli affidati per il rito dell’accattonaggio
da altre famiglie, secondo un rituale che andava avanti da almeno
30 anni. Il gruppo aveva un leader, il nonno, patriarca del clan,
al quale si univano i tre suoi fratelli, i generi, due figli e
poi mogli, amanti e i mariti delle amanti. E Giuliana ficcò
il naso in quella storiaccia da fumetto dell’orrore, passando
migliaia di ore alle intercettazioni, agli appostamenti, con il
magistrato, insieme alla sua Squadra. Tante di quelle ore, però,
Giuliana le trascorreva con le piccole vittime di quei perversi
orchi, riuscendo alla fine a strapare qualche parola di verità,
che condusse poi ad un’irruzione ed all’arresto dei
violentatori. Nei racconti di quelle piccole vittime, Giuliana
giocò un ruolo fondamentale, grazie alla sua preparazione
ed alla sua incredibile predisposizione ad uno dei mestieri più
difficili. Alla fine, 14 zingari vennero arrestati e restano tuttora
in prigione, mentre altri 16 vennero denunciati e 31 bambini –
questo il dato più importante – vennero allontanati
dalle rispettive famiglie. Nei mesi seguenti, il Sostituto Commissario
identificò con la sua Squadra anche i clienti per bene
di alcune delle baby-prostitute nomadi. Giuliana Mura era pluridecorata
ed aveva ricevuto nel 2003 il premio “Manuela Loi”.
Alla famiglia di Giuliana, ai colleghi milanesi, il cordoglio
dell’Asaps. (ASAPS).
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