Barlassina, scoperto un capannone di furgoni rubati
I carabinieri della compagnia di Seregno erano sulle loro tracce da tempo e li hanno stanati, nel capannone che avevano trasformato in magazzino di smontaggio per furgoni rubati, domenica sera.
Nella serata di Ognissanti a Barlassina, in un deposito situato in una zona residenziale, una banda è stata sorpresa dai militari con le mani nelle scocche di alcuni furgoni trafugati e destinati a essere "smembrati" e piazzati sul mercato nero dei paesi dell'Est.
Quattro persone, tutte straniere, tre ucraini e un cittadino romeno, tutti tra i 20 e i 45 anni, sono stati fermati dai carabinieri dell'Arma di Seregno all'interno del locale di proprietà di un 55enne italiano, denunciato per ricettazione in concorso.
Quando i carabinieri hanno fatto irruzione nell'enorme deposito insieme ai ricettatori hanno trovato anche due motrici di furgoni una con targa ucraina e una con targa polacca. Le indagini erano in corso da mesi e hanno fatto emergere l'attività della banda specializzata nel furto e nello smontaggio di furgoni Mercedes Vito e Fiat Ducato. I componenti del sodalizio criminale rubavano i mezzi in tutto il nord Italia, con particolare attenzione all'area di Monza, Desenzano del Garda e Calcinate, ma anche all'estero e in Austria.
I mezzi venivano caricati su delle bisarche e nascosti a Barlassina dove nel capannone venivano smontati e i pezzi poi erano spediti nell'Est Europa. Nel deposito la banda aveva installato un disturbatore di frequenze che consentiva di neutralizzare gli antifurti e i segnali Gps provenienti dai mezzi così da non essere rintracciati.
E a tradire i malviventi è stato proprio uno di questi antifurti, troppo sofisticato per essere oscurato dal dispositivo. Domenica sera il segnale Gps proveniente da un Mercedes Vito rubato il giorno prima ha portato i carabinieri dritti al deposito dove i militari hanno scovato la banda in azione.
Secondo quanto ricostruito i ricettatori erano operativi da almeno due mesi e ogni giorno rubavano e smontavano all'incirca quattro furgoni, ogni mezzo aveva un valore di circa 40-50mila euro.
I furgoni “cannibalizzati”. (ASAPS)