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Notizie brevi 13/11/2015

Sulle strade ogni anno
le vittime sono pari agli abitanti di Milano

Nel mondo, un milione e 250 mila morti in incidenti. In Italia preoccupa la battuta d’arresto nel calo dei decessi «Nei primi nove mesi del 2015 si sono registrati 20 morti in più (+0,6%) rispetto a dodici mesi prima»

Provate a immaginare se all’incirca tutti gli abitanti di Milano morissero nell’arco di 365 giorni. È quello che avviene nel mondo non a causa di improvvise carestie o terrificanti guerre ma per via degli incidenti stradali. Sono 1,25 milioni, infatti, le vittime ogni anno secondo l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms). È la prima causa di morte tra chi ha fra 15 e 29 anni e riguarda in particolare gli uomini (3 vittime su 4). La situazione è drammatica perché mentre nella maggior parte dei Paesi occidentali si registra una costante diminuzione, in quelli in via di sviluppo c’è un’impennata. Se non si porranno dei rimedi, secondo i calcoli delle Nazioni Unite, si arriverà nel 2030 a due milioni di morti e 20 milioni di feriti gravi l’anno.

La Giornata mondiale Onu

Per ricordare tutte le persone che hanno perso la vita sulle strade del mondo e sensibilizzare le coscienze, si celebrerà domenica la ventesima «Giornata mondiale del ricordo delle vittime della strada (Wdr)» che, a partire dal 2005, è stata adottata anche dalle Nazioni Unite. La Giornata (worlddayofremembrance.org), ha spiegato l’assemblea generale Onu, ha come scopo «il riconoscimento adeguato per le vittime della strada e delle loro famiglie» ma serve anche a ringraziare i servizi di emergenza, riflettere sull’enorme costo, anche socio-economico, che provoca a famiglie, comunità e Stati.

Gli incidenti stradali in Italia

Nel nostro Paese, secondo i dati Aci-Istat, nel 2014 ci sono stati 177.031 incidenti stradali che hanno causato 3.381 morti e 251.147 feriti. In media, sono morte 9 persone al giorno e ne sono rimaste ferite 688. Le cause sono la distrazione (21,4%), la velocità elevata (17,3%) e le distanze di sicurezza non adeguate (13,4%) sulle strade extraurbane; mentre in città è soprattutto la mancata osservanza di precedenze e semafori a causare sinistri (18,6%), seguita da distrazione (15,4%) e velocità (9,2%). «C’è una battuta d’arresto nella riduzione delle vittime della strada in Italia — spiegano dall’Aci —. Rallenta, ma non si ferma, il calo degli incidenti e dei feriti. Rispetto al 2013 il numero dei morti sulle nostre strade è diminuito solo dello 0,6%, a fronte di una flessione del 2,5% dei sinistri e del 2,7% dei feriti». A pesare sui dati è, soprattutto, l’incremento dei morti all’interno delle città (+5,4%), dove si concentrano il 75,5% degli incidenti e il 44,5% dei morti. Parimenti aumentano i pedoni (578 morti, +4,9% rispetto al 2013) e i ciclisti (273 morti, +8,8% rispetto al 2013) uccisi mentre prosegue il calo della mortalità sulle due ruote (-4,3% rispetto al 2013).

 

Futuro fosco

«I dati ci rendono insoddisfatti — ha detto Angelo Sticchi Damiani, presidente dell’Automobile club d’Italia — e quelli parziali del 2015 dicono che ci sarà un peggioramento. In particolare preoccupa la forte crescita dei morti nelle aree urbane. Rendere le strade più sicure dovrebbe essere il primo problema per i sindaci e dove non sia possibile ci deve pensare lo Stato». La preoccupazione sull’aumento delle vittime della strada è condiviso anche dai vertici delle forze di polizia. «Per i nostri dati e quelli dei carabinieri — spiega Roberto Sgalla, direttore centrale delle specialità della Polizia — nei primi nove mesi del 2015 si sono registrati 20 morti in più (+0,6%) sulle strade rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso».

I costi sociali e le possibili soluzioni

Le soluzioni su come intervenire sono allo studio. «Occorre incidere sulla distrazione alla guida che è la prima causa di incidenti — prosegue Sgalla — e puntare sulle sanzioni amministrative che a oggi sono un valido deterrente; poi è necessaria la riforma del Codice della Strada e l’approvazione definitiva del disegno di legge sull’omicidio stradale». Secondo Giordano Biserni, presidente dell’ Associazione sostenitori polizia stradale (Asaps), «l’aumento dei morti in città significa che gli strumenti elettronici come gli autovelox o i semafori “intelligenti” non bastano più come deterrenti e occorre far tornare sulle strade le “divise” per evitare gli incidenti mortali e i feriti che hanno anche un costo non indifferente per la società». Per Silvia Bruzzone, responsabile dell’Istat per le statistiche sugli incidenti stradali, la stima sui costi è di «18 miliardi di euro l’anno in termini sanitari».

Le iniziative

In Italia, intanto, si moltiplicano le iniziative per aumentare la sicurezza stradale e gli aspetti psicologici sul dopo incidente. Spesso anche le modalità di comunicazione comporta traumi nei familiari che, quasi sempre, vengono avvertiti della tragedia da un agente. Per questo motivo, la polizia ha appena presentato un manuale, in collaborazione con la facoltà di medicina della Sapienza di Roma, dedicato ai suoi operatori. Il volume fa parte del progetto «Chirone» che vuole assicurare un più attento approccio comunicativo fra i poliziotti e le famiglie. Invece, la fondazione Ania (Associazione nazionale tra le imprese assicuratrici) insieme ai carabinieri, sino al 10 gennaio, promuoverà il progetto «Adotta una strada» sulle strade statali con il più alto tasso di incidenti come la Postumia (SS 53), la Pontina (SS 148), l’ Umbro-Laziale (SS 675) e la Basentana (SS 407). «Particolare attenzione sarà dedicata alla guida in stato di ebbrezza, grazie alla dotazione di etilometri professionali che la Fondazione Ania ha donato all’Arma — spiegano i promotori — e sarà dato spazio anche all’informazione perché agli automobilisti fermati dalle pattuglie sarà regalato un etilometro monouso e, inoltre, sarà distribuito un opuscolo informativo sul corretto trasporto dei minori in automobile».

di Alessio Ribaudo
da corriere.it


Domenica 15 novembre è la giornata mondiale della sicurezza stradale. Sono 1.250.000 i morti ogni anno sulla terra per incidenti stradali, come dire che ogni giorno muoiono sulle strade 3.450 persone. Di cui 500 bambini da 0 a 14 anni!  Anche in l’Italia continua a pagare il suo prezzo di una decina di morti al giorno sulle strade. C’è ancora molto da fare!! (ASAPS)
 
 

Venerdì, 13 Novembre 2015
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