La
pazienza degli automobilisti italiani. Mitica! Costi esorbitanti per carburante, assicurazioni, autostrade. Servizi scarsi. Difficile anche il rapporto con le divise. Giordano Biserni* |
Usciamo
da un’estate meno calda dello scorso anno da punto di vista atmosferico,
ma più calda dal punto di vista della sinistrosità stradale.
Per la prima volta dopo la Patente a punti è tornato, in luglio,
il segno più nel numero dei sinistri e delle vittime rispetto allo
stesso mese dello scorso anno con la PaP già adottata. Si potrà sicuramente dire che gli automobilisti italiani (e i conducenti in genere), qualche volta siano piuttosto indisciplinati e superficiali, le frequenti anche gravi infrazioni e i conseguenti incidenti lo dimostrano, tuttavia non si potrà certo dire che non siano anche pazienti. Continuano infatti imperterriti, e solo con qualche brontolio, a circolare nonostante le vessazioni verso il mondo delle 4 e 2 ruote siano ormai insopportabili. Carburanti aumentati del 15% rispetto lo scorso anno con la benzina che ha superato 1,20 Euro e il diesel sfiora 1 Euro per litro (al momento in cui scriviamo) e la forbice dei prezzi diesel-benzina che si sta stranamente chiudendo ora che il gasolio sta sopravanzando i motori a benzina. Assicurazioni bravissime ad aumentare i premi quando aumentano i sinistri ma col freno a mano tirato quando calano. Costi sempre più elevati per i pedaggi autostradali. Ormai si spende più nel ticket che nel carburante, nonostante il lievitare anche di questo. Code incredibili sulla stessa rete autostradale. Paradossalmente la crisi che fa diminuire le permanenze turistiche aumenta il mordi e fuggi con presenze nei fine settimana e più intenso traffico con code permanenti per chi va in vacanza, per chi trasporta le merci, per chi deve lavorare. Le strade, soprattutto le superstrade e certe statali, sono ridotte in condizioni pietosissime. In alcuni tratti della E45 Orte-Ravenna, si incontrano buche dentro le quali si potrebbe quasi parcheggiare un’utilitaria. La segnaletica è approssimativa, confusionaria, irrazionale. E tutto questo nonostante l’automobilista versi somme elevatissime fra tasse, imposte e accise all’erario. Il ritorno in servizi e sicurezza è del tutto inadeguato. Anche il rapporto divise automobilisti non è dei migliori. Delle reazioni nervose con assurde aggressioni fisiche parliamo in altra parte del Centauro con una nostra inchiesta (pag. 48). Comportamenti deprecabili che offendono il nostro essere cittadini, il nostro essere Europei. Però qualcosa non va anche su questo versante, altrimenti non si spiegherebbe come mai le testate più prestigiose fra le riviste specializzate, si pongono spesso dalla parte degli automobilisti. In agosto è stato un coro. Su Quattroruote in un articolo inchiesta "Oltre i limiti S.p.a." si analizza l’incredibile giro d’affari sviluppato dalle multe, con l’appalto a ditte private dei misuratori di velocità. E qui concordiamo. Ci sentiamo di dire che si è superato veramente ogni "limite", ma della logica. Limite, che è concetto derivante dal latino "confine", dovrebbe essere interpretato appunto come confine fra la sicurezza e il rischio. Invece viene spesso interpretato come confine fra la sicurezza e il ripianamento delle casse delle amministrazioni. Confine troppo spesso superato a favore delle sole casse. Su Automobilismo di agosto è pubblicato un interessante articolo sulle multe selvagge, intitolato "Come non pagare facendo ricorso". E giù a suggerire le modalità per avere soddisfazione con i ricorsi al GdP. Per carità lo strumento del vaglio di un giudizio terzo è indiscutibile. Però un accenno al fatto che molte sentenze annullano verbali con motivazioni a dir poco discutibili, se non ridicole, va fatto. Annullare un verbale della Stradale fatto al camionista croato perché la contestazione non gli è stata redatta nella sua lingua, o un verbale per ubriachezza perché il conducente non ha provocato incidenti e la patente gli serve per lavoro...e potremmo continuare a lungo, lascia molto perplessi. Non parliamo di Auto Oggi dove ogni due o tre settimane si pubblicano le cartine delle postazioni degli autovelox, con grande soddisfazione dei lettori patentati. C’è quasi una gara ad evidenziare le incongruenze (solo qualche volta giuste) nell’applicazione del codice, specialmente in materia di velocità. Anche se non si deve dimenticare che la velocità è, e rimane, la causa più importante della gravità dei sinistri. Tutto questo però la dice lunga sull’insofferenza di una parte del Paese motorizzato ad accettare le regole esistenti, ma ancor più ad accettare l’applicazione pratica di queste regole. Potrebbe essere un problema di educazione, di formazione e di comunicazione, ma non solo. Crediamo che, con il lievitare dei costi generali per chi usa la strada, e allargandosi sempre più la forbice fra chi in divisa applica la norma su strada e chi la deve osservare, il legislatore, il tecnico di settore, l’amministratore, siano chiamati ad una seria riflessione. * Presidente Asaps |