Lunedì 18 Novembre 2024
area riservata
ASAPS.it su
Articoli 23/11/2015

di Ugo Terracciano
TROPPI COMUNI NON DESTINANO IL 50% DELLE SANZIONI STRADALI AL MIGLIORAMENTO DELLA SICUREZZA. NON E' SOLO UN MANCATO VINCOLO DI BILANCIO, E' LO SNATURAMENTO DEL VALORE SOCIALE DELLA SANZIONE

(ASAPS) E' di questi giorni la presa di posizione del Presidente dell'ACI, Angelo Sticchi Damiani, contro i Comuni che non impiegano, così come prevede la legge, il 50% dei proventi delle multe per il miglioramento della sicurezza stradale, nonostante che il numero delle sanzioni sia aumentato del 21%.

La norma sulla destinazione dei proventi non crea solo un vincolo di bilancio, cioè un limite qualitativo all'estensione della spesa, ma una misura di civiltà giuridica: chi paga, in qualche modo, contribuisce a migliorare le condizioni di sicurezza degli altri concittadini. Una sorta di contrappasso amministrativo e contabile che, se non dovesse servire alla rieducazione almeno tenta di educare i trasgressori ad un principio di sistema solidale.

Certe leggi infatti (e sono sempre meno, purtroppo) oltre che una punizione contemplano un messaggio.

Peccato però che i Comuni, con le casse sempre più vuote, sembrano concentrarsi più sull'incasso che sull'etica del diritto. Un esempio: c'è una legge del 1997 che impone che a livello locale gli introiti dei biglietti di tram e metropolitana coprano almeno il 35% delle spese per il Trasporto pubblico locale. Chi paga (a titolo contrattuale e non di sanzione in questo caso) in quota aiuta gli investimenti comunali sulla mobilità. Principio solidale, stando alla legge, ma solo 5 dei 20 capoluoghi di regione riescono a rispettare questo parametro (Milano, Firenze, Bologna, Ancona e Perugia). Napoli si ferma al 17%, Palermo all’11% e Potenza addirittura al 2%. E che dire di Torino che non ha mai fornito le cifre dei ricavi dai biglietti?

Per le sanzioni stradali il valore etico della norma è ancora più evidente: non vorremo mica che la gente pensi che gli autovelox e le sanzioni per la sosta vietata siano solo pretesti per ripianare i buchi di bilancio?

Certo, qualche sospetto a questo proposito è legittimo se è vero che qualche Amministrazione nemmeno ne fa mistero. Leggiamo cosa ha scritto la Sezione di Controllo della Corte dei Conti del Veneto, n. 270 dell’11 aprile 2014: un Comune di circa novemila abitanti nel polesine, davanti alla contestazione di aver sforato il patto di stabilità, cioè di essersi indebitato oltremodo, ha accampato tra le varie giustificazioni che aveva tentato di “incrementare le entrate installando un autovelox, senza realizzare gli introiti sperati a causa della tardiva attivazione del sistema di controllo, imputabile ai tempi burocratici per ottenere le autorizzazioni da parte dell'ANAS”. Capito? Con questa logica, l’autovelox e i relativi introiti entrano a pieno titolo (stendendo un velo di opacità sulla loro funzione educativo-sanzionatoria) nelle dinamiche di contabilità pubblica. La conseguenza dell'infrazione, cioè l’incasso, assume rilevanza prioritaria rispetto alla funzione della sanzione stessa che dovrebbe solamente garantire il rispetto del precetto, cosicché la violazione diviene un fatto normale se non addirittura auspicabile quando le casse piangono. Così, la multa assume lo stesso effetto preventivo di una tassa, cioè zero.

Ma la norma sulla destinazione del 50% per il miglioramento della sicurezza stradale significa ancora di più: ha un effetto riparatorio facendo sì che il trasgressore partecipi alle spese per migliorare la sicurezza stradale. E per i Comuni non ci può essere nulla di peggio che violare il principio di solidarietà stradale.


La norma sulla destinazione dei proventi non crea solo un vincolo di bilancio, cioè un limite qualitativo all'estensione della spesa, ma una misura di civiltà giuridica: chi paga, in qualche modo, contribuisce a migliorare le condizioni di sicurezza degli altri concittadini. Una sorta di contrappasso amministrativo e contabile che, se non dovesse servire alla rieducazione almeno tenta di educare i trasgressori ad un principio di sistema solidale. (ASAPS)

Lunedì, 23 Novembre 2015
stampa
Condividi


Area Riservata


Attenzione!
Stai per cancellarti dalla newsletter. Vuoi proseguire?

Iscriviti alla Newsletter
SOCIAL NETWORK