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Editoriali 25/08/2004

"Patente punti: contro la droga non serve; Inutile anche contro il sonno", dice Lunardi. Affermazione troppo arrendevole.

Editoriale
"Patente punti: contro la droga non serve;
Inutile anche contro il sonno", dice Lunardi.
Affermazione troppo arrendevole.

di Giordano Biserni*

Secondo quanto riferito dall’Ansa il ministro Lunardi ha dichiarato"Con questo tipo di incidenti non c’e’ patente a punti che tenga, non c’e’ governo che tenga, ne’ politica dei trasporti": cosi’ Lunardi. "Ci sono incidenti che non si potranno mai combattere con nessuna arma", aggiunge il ministro dei Trasporti, indignato per come i giovani continuano a morire sulle strade. Secondo Lunardi, "se la gente guida dopo aver assunto droga, o guida di notte con il sonno o avendo assunto chissa’ quali diavolerie, purtroppo non c’e’ niente da fare".
È vero, l’Asaps lo sostiene da tempo: non esiste ancora un etilometro del sonno o un autovelox della stanchezza.
È ancora difficile poi effettuare controlli seriali sull’uso di stepefacenti per l’inadeguatezza degli strumenti legislativi e dei precursori per un controllo celere e attendibile sull’uso di droghe.

Il Ministro dei Trasporti Lunardi

Però più pattuglie e più strumenti tecnici, con più ritiri di patente, potrebbero contribuire a spezzare la successione sostanze-guida-morte.
Intanto però il problema dell’uso di sostanze si pone su due piani.

Il fatto che ci sia qualcuno che ne fa uso e poi guida, non significa che ci si debba rassegnare. Sulla strada, di notte o di giorno, non perdono la vita solo quelli che abusano di sostanze o alcol e poi si schiantano.
No. Spesso perdono la vita anche quelli che con il consumo di droghe o con la stanchezza degli altri non c’entrano proprio niente, ma muoiono, in una sorta di "estrazione" alla quale partecipano i nomi e cognomi di tutti, anche se rispettosi delle regole. La strada è estremamente crudele perché un conducente "fatto" di sostanze o un tiratardi può emettere una sentenza di condanna a morte inappellabile ed immediatamente eseguita, a carico di chiunque abbia la sventura di incrociare il suo percorso. Noi non ci stiamo.
Inoltre, in un secondo piano, il problema non si può archiviare con un… "purtroppo non c’e’ niente da fare".
Affermazione gravemente fatalista e preoccupante per la sua arrendevolezza di fondo.
C’è, c’è da fare! Non sarebbe male tentare di incidere sui modelli sbagliati del divertimento che fanno scivolare troppi ragazzi sull’uso di sostanze anche senza essere tossici dichiarati, su un sistema che "impone" l’alba nei tour della notte.
La decimazione di una generazione di giovani e non solo, non può essere accettata con rassegnazione

 

Giordano Biserni
*Presidente ASAPS.



di Giordano Biserni*

Mercoledì, 25 Agosto 2004
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