Falsificavano certificati ATP: 35.490 euro di multa a 22 aziende di autotrasporto siciliane
Falsificavano la documentazione per il trasporto di derrate alimentari, in modo da poter effettuare lo spostamento della merce con veicoli isotermici non revisionati. Lo ha scoperto la Polizia stradale di Ragusa durante l’operazione “Ghost frost”, che ha portato alla denuncia di 30 persone. Gli accusati lavoravano per 22 aziende di trasporto siciliane, provenienti da Ragusa, Catania, Palermo, Agrigento, Caltanissetta, Messina e Trapani, che nell’arco di un anno avevano presentato alle Motorizzazioni Civili di competenza 44 falsi ATP per altrettanti mezzi. I documenti e i veicoli sono stati sequestrati, mentre ai titolari delle società coinvolte sono state contestate complessivamente 210 infrazioni per violazioni al Codice della Strada, per un totale di 35.490 euro.
Come è noto, tutti i mezzi frigo devono essere in regola con la revisione della furgonatura isotermica, secondo le regole ATP (Accord Transport Perissable, “Accordi sui trasporti internazionali delle derrate deteriorabili”). Questo tipo di revisione, molto complessa, richiede che il mezzo rimanga fermo per diverso tempo presso centri autorizzati, proprio per verificare la tenuta termica, ad un costo che varia da 1.000 a 2.000 euro.
Secondo la Polstrada, le aziende indagate usavano 44 veicoli industriali isotermici senza avere la necessaria certificazione termica o, meglio, mostrandone una falsa alla Motorizzazione civile. I documenti falsificati presentati dai titolari delle società indagate permettevano sia di revisionare il resto del complesso veicolare (trattore e semirimorchio), sia di utilizzare il veicolo immediatamente per il trasporto, risparmiando le migliaia di euro necessarie per la revisione delle cabine frigo. Oltre alla produzione di documenti manipolati, quindi, la salute pubblica era messa a rischio, in quanto venivano trasportate derrate alimentari deperibili (tipo ortofrutta) in furgoni termici non idonei come da certificati ATP.
I falsi certificati erano firmati, a loro insaputa, da alcuni periti delle zone di Milano e Bari che hanno sporto già denuncia per utilizzo illecito dei dati personali.