COP21 e mobilità sostenibile
L’analisi fatta al COP21 di Parigi mette in evidenza come il settore dei trasporti contribuisce al 23% della produzione dei gas serra, emissioni destinate a salire del 20% entro il 2030 e del quasi 50% entro il 2050 a meno che non sia intrapresa qualche azione importante. Per limitare l’aumento della temperatura ambientale è necessario rivedere il sistema di trasporto utilizzando mezzi elettrificati e modificare la produzione di energia con soluzioni a basso impatto inquinante.
Al COP21 di Parigi una prima una risposta verso una mobilità concretamente sostenibile ha riguardato, fra l’altro, il tema dell’innovazione dei i mezzi di trasporto. È quello che emerge nella “Paris Declaration on Electro-Mobility and Climate Change & Call to Action“, un appello sottoscritto da aziende private e pubbliche, case automobilistiche, città, Stati e tanti altri soggetti che si pone l’obiettivo di far crescere l’utilizzo dei mezzi elettrificati nei trasporti. Auto green, auto che si guideranno da sole, auto intelligenti: sono alcune fra le maggiori innovazioni che avrà l’auto nel futuro.
Per raggiungere questi obiettivi, secondo l’Agenzia Internazionale per l’Energia (IEA), è necessario che entro il 2030 il 35% dei veicoli venduti disponga di un propulsore elettrico e che entro lo stesso periodo il 20% dei veicoli in movimenti sia spinto da motori elettrici. Inoltre, si dovrà investire anche nel settore ferroviario elettrificandolo e spostando il trasporto su gomma sulle rotaie. Tuttavia, per poter raggiungere questi obiettivi è necessario che le auto elettriche possano essere alla portata di tutte le tasche visto che oggi presentano costi molto elevati. Da questo punto di vista, il ministro dell’Ecologia francese, Segolène Royal, ha annunciato che la Francia – ad esempio – intende darsi come obiettivo auto elettriche a costi accessibili attorno ai 7000 euro.
Un altro importante passo riguarda il “Global fuel economy initiative”: un accordo che intende anche migliorare l’efficienza energetica dei veicoli. Al momento 65 Paesi l’hanno sottoscritto, con l’obiettivo di arrivare a quota cento entro il 2016.