Ieri mattina
a Modena Nord, quando sono andato a portare il mio cordoglio e quello
dell’Asaps, quei ragazzini in divisa (lasciatemeli chiamare affettuosamente
così), età media 25-26 anni, mi dicevano parole significative,
che mi hanno toccato e fatto riflettere, con il ricordo di Stefano ancora
stampato sugli occhi di tutti segnati di lacrime. "Non chiamateci
Polizia Stradale, non chiamateci quelli dell’autovelox, spiegatelo
ai giornali, alla gente che cammina in autostrada. Oramai
siamo tutto e niente. Il nostro è un lavoro dalle mille
sfaccettature, quando esci puoi essere uno spazzino, un cantoniere,
un provetto pilota, un soccorritore, un vigile urbano, oppure un super
poliziotto, un tiratore scelto, un investigatore, dipende...”
Infatti quegli uomini e donne delle Sottosezioni autostradali, ormai
veri e propri Bronx sull’asfalto a due carreggiate, cresciuti troppo
presto e troppo velocemente a suon di esperienze pericolose, in ogni
turno di servizio, possono essere chiamati per rimuovere vetri
o una macchia di olio sulla strada in attesa della "squadra manutenzione"
autostradale, che di notte spesso non c’é sul posto. Sempre di
notte se una vettura abbatte la segnaletica di un cantiere sono quei
due ragazzini che devono correre a risistemare i cartelli, (così
morì lo scorso anno un agente sulla tangenziale di Milano). Se
qualcuno è in difficoltà va soccorso. Se c’è
una coda devi fare bene il vigile urbano per il traffico, così
come per una deviazione. Se c’è un organo espiantato da scortare
devi correre a sirene spiegate, fra macchine che corrono più
della tua, che non ti danno strada. Se ti segnalano qualcosa di
anomalo in un’area di servizio devi trasformarti in investigatore. Se
fermi una macchina sospetta devi capire se ci può essere la polvere
bianca. Se ti segnalano una Porsche che arriva come una scheggia, devi
essere pronto attento, devi saper sparare e devi cercare di non farti
sparare. Sempre in due, con 50 anni in totale, soli col comando
più vicino a 20-30 km. E quando intervieni non c’è la
volante 2 la 3 la 4 la 5 che convergono sul posto. No. Su quell’asfalto
bollente d’estate e a -10 d’inverno, sei solo col tuo collega
e magari lo vedi e non lo vedi fra uno sfrecciare di proiettili, che,
con o senza decreto Lunardi, vanno a 180-200 all’ora.
Quante te ne potrebbero raccontare quei ragazzini in divisa che nessuno
considera e che nessuno protegge.
Al funerale di Stefano ci saranno tutti (o quasi), poi tornerà
tutto come prima. 50 anni in due, 2.000 euro al mese (in due!) un lampeggiatore,
una radio e una pistola. E che Dio gliela mandi buona, ma, lo vediamo,
ogni tanto qualche angelo custode si distrae.
A quegli uomini-ragazzini, lasciati troppo soli nei Bronx autostradali,
a Stefano e ai suoi colleghi e colleghe, che meriterebbero ben altra
attenzione, sono in tanti a dover dire grazie.
Noi oggi lo facciamo per primi.
Giordano
Biserni
Presidente Asaps