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Abbiamo
ricevuto la newsletter del nostro amico Stohr, ex pilota di Formula
Uno e grande esperto di tecniche di guida sicura. È un
fiume di parole, incredibilmente coinvolgente, che rende davvero
alla perfezione l’aria che si respira il secondo dopo un
terribile incidente. Riproponiamo, ai nostri visitatori, il bellissimo
racconto di una storia che noi, della Stradale, viviamo ogni giorno.
Da " Guidare & Pilotare " di Sigfried Stohr
“SOCCORSO IN DIRETTA.”
Ieri mattina, alle sei e mezzo correvo in auto verso Roma mentre
iniziava ad albeggiare. Andavo un po’ più piano del
solito perché ero in anticipo, perché il termometro
segnava -6° e perché sulla E 47 ci sono i controlli
con l’autovelox.
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Improvvisamente in un curvone a sinistra prima di Perugia, mentre
supero un camion costeggiando il jersey e avendo quindi la visuale
coperta vedo i suoi stop accendersi: non faccio nemmeno tempo
a chiedermi perché che mi trovo davanti un’auto nera,
di traverso, distrutta e senza fanali. Freno disperatamente e
sento vibrare il pedale per il gran lavoro dell’ABS, poi
evito a destra e proseguo per cento metri prima di fermarmi: infatti
in queste situazioni ho sempre il terrore di scendere e essere
investito.
Scendo di corsa, prendo con affanno il giubbino catarifrangente
e mentre apro l’involucro di plastica sento delle urla di
donna. Allora mi affretto e mi metto a correre preparandomi mentalmente
a uno spettacolo di sangue. Mentre corro mi accorgo che il giubbino
ha un altro involucro di cellophane, lo rompo maldestramente imprecando,
cerco di indossarlo correndo ma non ci riesco e allora lo sventolo
come una bandiera verso le auto che sopraggiungono.
Fortunatamente il camion al mio fianco si è fermato bloccando
il traffico e così io mi sento più sicuro e corro
verso le urla. Dietro l’auto distrutta trovo una donna sdraiata
per terra che mi chiede di liberarle il cappotto che è
finito sotto una ruota e le impedisce i movimenti: sembra illesa.
Arriva anche un camionista e ci aiuta: solleviamo la donna che
non ha nulla. A questo punto mi rendo conto che ci sono sulla
strada altre tre auto distrutte e rottami dappertutto: nel buio
illuminato dai fari delle auto ferme una scena spettrale. Siamo
in un punto dove il jersey si interrompe per venti metri ed evidentemente
qualche auto ha invaso l’altra corsia ed è stata investita
dalle auto che provenivano in senso contrario. Le lamiere sono
lì a testimoniare la forza degli urti. Un ragazzo vicino
a una Punto devastata cammina tramando e si tiene un braccio.
Mi sembra a posto, allora guardo verso l’auto più
lontana e vedo un’ombra al volante di una auto scura col
muso distrutto e fumante. Mi avvicino e con sorpresa riesco ad
aprire lo sportello nonostante la deformazione delle lamiere:
un uomo straniero mi guarda immobile e non risponde alle mie domande.
Gli dico di stare calmo e richiudo lo sportello per non fargli
prendere freddo. Torno dalle donne e nel frattempo sento uno schianto,
un rumore di lamiere e di vetri rotti: un tamponamento a poche
decine di metri! Mi rendo conto del pericolo e li faccio spostare.
Il ragazzo che tremava ora mi sembra messo male: lo faccio sdraiare
in auto e torno dallo straniero. Stavolta mi parla a monosillabi,
dice che ha male al collo allora gli spiego della botta e dell’air
bag che lo ha salvato e noto che non indossava la cintura; lo
sgrido per questo e lui mi guarda stupito. Intanto, dopo mezz’ora
arriva un’ambulanza. Mentre intervengono mi rilasso e guardo
la scena davanti a me: vedo quattro auto distrutte e penso che
nessuno aveva la cintura di sicurezza! Ma guardo anche il varco
nel jersey: ma come si fa a posizionarlo dopo una curva e su un
dosso? Ma non è meglio metterlo in un rettilineo?
Ci vorrà un esperto per questo? Come sempre noto che di
sicurezza si parla parla ma chi lo fa a volte non ne ha la minima
idea. Ma chi lo ha deciso si rende conto che una banale toccatina
fra due auto in sorpasso grazie al varco si è trasformata
in un paio di frontali? Le autostrade hanno annunciato un piano
per chiudere questi varchi con appositi rail mobili: e sulle superstrade
forse il problema non esiste? Dovremo pagare pedaggio per avere
più sicurezza? Ma non preoccupatevi: nelle statistiche
questo incidente sarà catalogato come errore umano dei
guidatori.
La colpa non è certo della strada.
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