La Corte ha dato ragione al Comune di Gioia del Colle (Bari):
tutte le contravvenzioni comminate autovelox sono valide e giuste
per i casi di contestazione differita
BARI - La Corte di Cassazione ha dato ragione al Comune di Gioia
del Colle, nel barese, ritenendo che gli autovelox e tutte le
contravvenzioni comminate dagli apparecchi di controllo della
velocità sono valide e giuste per i casi di contestazione
differita. Lo ha reso noto un comunicato dell’amministrazione
del Comune barese. Nell’aprile 2001, e fino a marzo 2002,
il Comune di Gioia del Colle attivò autovelox in diversi
punti della periferia cittadina come via Acquaviva e la ex statale
100.
Viste le sentenze controverse in materia, la polizia municipale
decise che la misurazione avvenisse con due pattuglie dislocate
su diverse altezze della strada, la prima per rilevare l’infrazione,
la seconda per bloccare la vettura ed elevare la contestazione.
Ovviamente, quando la seconda pattuglia era occupata già
in una contestazione, non poteva fermarne un’altra in contravvenzione.
Per queste ultime violazione furono comunque inviate regolari
contravvenzioni a cui però alcuni contraenti fecero ricorso.
Il giudice di pace accolse l’istanza dei multati dando
torto al Comune di Gioia «entrando nel merito dell’organizzazione
della Polizia Municipale ed ipotizzando che l’autovelox
venisse spento tra una contestazione e l’altra e supponendo
la volontà dell’Amministrazione di attuare questo
metodo per rimpinguare le casse comunale».
Nel 2002, prosegue la ricostruzione dei fatti del Comune, «il
Procuratore generale presso la Cassazione accolse il ricorso
del Comune di Gioia del Colle avverso la sentenza del giudice
di pace. La Corte di Cassazione a fine gennaio di quest’anno
ha accolto il ricorso - sottolinea l’amministrazione -
cassando la sentenza impugnata e, decidendo nel merito, ha rigettato
l’opposizione del multato al giudice di pace».