L'Audi gialla brucia, i problemi restano
ASAPS: "Regole e mezzi inadeguati per casi simili e i poliziotti non sono tutelati. Il Tutor potrebbe aiutare"
Il caso dell'Audi gialla, quello che HA riempito le cronache con le spericolate scorribande stradali ad alta velocità, anche contromano, di criminali non ancora individuati, è per il momento chiuso con il ritrovamento dell'auto bruciata nei pressi di Onè di Fonte (TV). Quello che invece non è affatto concluso è lo strascico di polemiche e dubbi sollevati da un caso che coinvolge il tema della sicurezza, stradale e del territorio, la capacità di intervento delle forze di Polizia e i problemi legati alla repressione del crimine nel nostro Paese. Qui vogliamo ricordare alcuni di questi aspetti e problematiche, ma anche liberare il campo da una certa disinformazione che ha circondato il brutto episodio accaduto nel Nordest, fra Veneto e Friuli-Venezia Giulia.
Per spazzare via le imprecisioni apparse in alcuni articoli dei giorni scorsi occorre intanto dire che l'involontaria protagonista di queste corse folli ad alta velocità è un'Audi RS 4 Avant, familiare sportiva con targa svizzera rubata nel dicembre scorso all'aeroporto di Milano Malpensa. L'auto è stata prodotta dal 2012 al 2015 e cela sotto al cofano un motore 4.2 V8 FSI aspirato da 450 CV che permette alla potente station wagon a trazione integrale di toccare i 250 km/h (280 km/h a richiesta) e accelerare da 0 a 100 km/h in appena 4,7 secondi. Questo spiega in parte la facilità con cui i malviventi si sono lanciati in insensate corse a 260 km/h in autostrada, anche contromano sul passante di Mestre. Non a caso, con queste prestazioni, un esemplare di Audi RS 4 Avant è stato dato in dotazione alla polizia australiana del New South Wales.
Allo stesso modo abbiamo già sfatato la bufala che le Lamborghini Huracan della Polizia siano state mandate all'inseguimento dell'Audi gialla, visto che queste servono al trasporto organi per trapianti. Un ultimo dubbio rimane anche sul caso della donna morta in un tamponamento sulla A57 proprio nella notte fra il 21 e il 22 gennaio scorso, momento in cui imperversava l'Audi contromano: non vi è ancora la certezza che i due fatti siano direttamente collegati. Vero è invece che in alcune occasioni la Polizia ha cercato di inseguire i banditi con i mezzi che ha a disposizione, in particolare Fiat Stilo e Bravo che poco possono contro un bolide come quello tedesco in grado di prestazioni elevatissime.
Per avere qualche chiarimento sul caso specifico della RS 4 Avant e più in generale su casi analoghi di pirateria della strada criminale abbiamo rivolto alcune domande a Giordano Biserni, presidente dell'ASAPS (Associazione Sostenitori ed Amici della Polizia Stradale). "Ancora una volta il sistema e le regole di ingaggio utilizzate in Italia si sono dimostrate inadatte a contenere la criminalità" esordisce Biserni, aggiungendo poi che casi simili non sono poi così rari e che "i poliziotti hanno tutto da rimetterci". A parte le difficoltà logistico-pratiche di inseguimenti non sempre possibili il presidente ricorda come i rappresentati delle forze dell'ordine "sono poco tutelati, hanno una ridotta capacità di agire per via di regole non adeguate" con il rischio di finire a processo per le loro azioni.
D'altronde un inseguimento sul filo dei 260 km/h non è neppure ipotizzabile, neanche con le famose Lamborghini Huracan in divisa, perché si metterebbe a repentaglio la stessa incolumità dei poliziotti e si aggraverebbe il rischio per gli altri automobilisti. In questi casi, ci ricorda Biserni nel suo amaro sfogo, bisognerebbe "contare su tempi più rapidi di intervento e su un migliore coordinamento che ancora manca" alla Polizia italiana; in pratica l'ASAPS chiede una più veloce rete di monitoraggio sul territorio per bloccare simili comportamenti criminali sulle strade, da sommare alla normale attività di indagine.
Il presidente dell'associazione rilancia poi una proposta molto interessante che potrebbe in qualche modo servire a questo scopo, quello di un monitoraggio puntuale e istantaneo delle autostrade, da utilizzare in casi così gravi: dotare tutta le rete autostradale di sistema Tutor e usare l'infallibile occhio elettronico dei tanti varchi per tracciare, inseguire in tempo reale un'auto in fuga e predisporre i posti di blocco in maniera efficace. Le ultime considerazioni di Biserni riguardano invece i perché di un'azione così sconsiderata e inutile come quella dell'Audi gialla: nessuna rapina, niente sparatorie, solo un'auto rubata e assurde manovre stradali che "al massimo possono costare ai colpevoli l'accusa di furto, ricettazione e violazione del codice della strada". "A cosa è servita una simile azione? Forse a mettere alla prova il sistema e verificare la capacità reattiva delle forze dell'ordine?"
>FOTO - Lamborghini Huracan LP 610-4 Polizia
Il portale Omniauto.it riprende la storia dell’AUDI gialla con le perplessità avanzate dall’ASAPS.