Quando la “carota” non funziona
Onorevoli deputati, molto di voi non hanno nome, dato che il voto era segreto.
L’emendamento proposto dall’onorevole Sisto che avete approvato il 21 gennaio scorso alla Camera ha senza dubbio ritardato l’entrata in vigore del reato di omicidio stradale. La modifica prevede che il guidatore che si ferma, presta assistenza e si mette a disposizione delle autorità, non venga arrestato in nessun caso. La legge in discussione contemplava invece l’arresto obbligatorio nel caso di omicidio e facoltativo in caso di lesioni gravi per chi provocava lo scontro ponendosi alla guida sotto l’effetto di stupefacenti o alcol superiore a 1,5 g/litro (tre volte sopra il limite).
La ragione principale indicata da chi si espresso nelle dichiarazioni di voto è che, modificando la legge in questo modo e eliminando l’arresto obbligatorio, si sarebbero salvate delle vite facilitando i soccorsi.
La cosa c’è apparsa subito paradossale e strumentale per le seguenti considerazioni. La legge parlava di arresto obbligatorio solo in caso di vittima per cui il parlamento ha fatto tanto baccano
per evitare l’arresto di un ubriaco o drogato che ha ucciso una persona con un veicolo in modo da permettergli di soccorrere un morto. Ma assumiamo che molti parlamentari non abbiano capito e, sbagliando, abbiano preso in considerazione anche il caso con feriti dove l’arresto non era obbligatorio. Verrebbe da fare dell’ironia anche sulle possibilità che un guidatore in tali condizioni possa soccorrere qualcuno.
Secondo il ministero della sanità una persona con un tasso alcolico superiore a 1,5 grammi/litro presenta i seguenti comportamenti: compromissione grave dello stato psicofisico, comportamenti aggressivi e violenti, difficoltà marcata a stare in piedi o camminare, stato di inerzia generale, ipotermia, vomito. Difficile che in tale stato riesca a dare molto aiuto. Purtroppo di ironia ne possiamo fare poca perché stiamo parlando di persone che decidono di guidare in quelle condizioni e quindi accettano il rischio di poter uccidere qualcuno e spesso lo fanno. Superando l’ironia andiamo a vedere i numeri. Adesso nella nostra legge è contemplato un incentivo a fermarsi o a consegnarsi entro le 24 ore per i pirati della strada. Se lo fai non vieni arrestato! Secondo voi questo incentivo ha funzionato? Si sono ridotti i fenomeni di pirateria come sostengono i deputati favorevoli all’emendamento “rallentatore” dell’omicidio stradale?
Purtroppo no ! Nonostante questo incentivo la pirateria è aumentata e di molto. In base ai dati forniti dall’osservatorio dell’ASAPS nel 2010 si contavano 585 episodi con 98 morti mentre nel 2015 abbiamo avuto 1087 episodi di pirateria con 146 morti. Il fenomeno è cresciuto costantemente ogni anno del 13% e i morti sono aumentati in 5 anni del 50%!
Forse bisognava chiedersi se l’incentivo fosse efficace oppure no, prima di battersi ideologicamente a spada tratta per far si che chi uccide ubriaco e drogato non venga arrestato mentre chi ruba un portafoglio in un autobus o compra della merce rubata sì ! O forse non era così importante la norma in se stessa perché tanto l’unica cosa importante era mettere sotto il governo fregandosene della sicurezza sulle nostre strade e della giustizia per le vittime?
Non sappiamo se il “bastone” funzionerà meglio (abbiamo qualche precedente positivo in altri paesi che ci fa ben sperare) ma siamo sicuri che la “carota” non ha funzionato con i criminali stradali. Peccato che la maggioranza dei nostri parlamentari siano stati così distratti da non essersene accorti e così saccenti da sostenere il contrario senza nessun dato a supporto.
L’Associazione Lorenzo Guarnieri scrive ai deputati che con un emendamento hanno bloccato l’approvazione dell’Omicidio stradale.
Stefano Guarnieri gliele canta come si deve e spiattella i dati dell’ASAPS sulla Pirateria stradale del 2015