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In crescita nel 2015 gli incidenti stradali degli italiani all'estero

L'allarme lanciato dall'Asaps che, tramite il suo Osservatorio, denuncia un forte aumento delle vittime sulle strade straniere

Nell’ambito della sua attività a favore della sicurezza stradale l’Associazione sostenitori amici polizia stradale effettua un monitoraggio continuo di tutti i temi legati a questo importante settore. In tal senso il suo Osservatorio rivolge l’attenzione sugli incidenti stradali che avvengono all’estero e vedono coinvolti i nostri connazionali. Dati che altrimenti sfuggirebbero poiché non contemplati nelle statistiche dell’Istat e che invece potrebbero risultare utili nel campo della prevenzione, cercando di prestare maggior attenzione verso i luoghi e i mezzi interessati dai sinistri all’estero.
Purtroppo le cifre di questo fenomeno, relative al 2015, mettono in evidenza un netto aumento del numero delle vittime tra gli italiani coinvolti negli incidenti stradali oltrecortina, per motivi di lavoro o di turismo.

“Nel 2015 i connazionali rimasti vittime di incidenti stradali sono stati 60, con 17 feriti negli stessi incidenti e tutti in conseguenza di 47 sinistri mortali occorsi nelle strade dei vari Paesi del mondo – spiegano all’Asaps – Nel 2014 gli italiani morti in incidenti all’estero furono invece 33 in 25 incidenti. Quindi l’incremento nel 2015 è stato rispettivamente dell’88 e dell’82%,. Nel 2013 le vittime furono ancora 33 e 35 nel 2012. Queste 60 vittime di incidenti stradali all’estero non rientrano nel totale dei decessi archiviati dall’Istat nel suo report annuale. Non si pensi che si tratti di incidenti di soli italiani in vacanza all’estero. Infatti sono ben 30 su 47 (64%) gli scontri fatali che hanno coinvolto connazionali che si trovavano all’estero per motivi di lavoro, mentre in 17 incidenti i connazionali erano in viaggio di vacanza e sono rimasti coinvolti in sinistri su strada alla guida o come passeggeri di veicoli o, semplicemente, come pedoni. Sono stati 24 gli incidenti nei quali degli italiani hanno perso la vita in auto, 2 gli incidenti che hanno coinvolto connazionali come passeggeri di pullman, 14 in ciclomotori o moto, 5 in bicicletta e 2 andando a piedi”.

Il report dell’Osservatorio Asaps prende poi in considerazione la geografia di questi incidenti stradali: “La localizzazione dei 47 incidenti che hanno provocato la morte di queste 60 persone – proseguono all’Asaps – rileva che 17 sinistri sono avvenuti in Europa, 7 in Africa, 8 in America Latina, 6 in Asia 5 in Australia e 4 in Nord America. Il più elevato numero complessivo di connazionali vittime di incidenti stradali all’estero e la più elevata percentuale di quelli che viaggiavano per motivi di lavoro, da una parte ci dice che oltre ai viaggi turistici probabilmente sono aumentati i viaggi di connazionali impegnati all’estero in una attività lavorativa oltre confine, e che questi sul territorio utilizzano anche le varie modalità di mobilità terrestre come lavoratori o liberi professionisti, ipotizzando che utilizzino maggiormente oltre ai mezzi di proprietà quelli a noleggio e anche quelli dell’impresa per gli spostamenti. Non va dimenticato che in quel numero totale di 1 milione e 300 mila morti l’anno per incidenti stradali sul pianeta, i numeri più drammatici riguardano proprio i continenti con una motorizzazione meno sviluppata come l’Asia, l’Africa, il Sudamerica”.
Infine, un consiglio per tutti gli italiani che, per motivi lavorativi o per svago, si recano all’estero:

“Per una lettura meno arida di questi numeri si può certamente affermare che la sicurezza stradale non conosce confini – concludono all’Asaps – e che il rispetto delle regole, l’attenzione e la conoscenza dello stato delle strade e delle varie segnaletiche diventano il vero passaporto utile per un sicuro soggiorno all’estero”.

A parte le “fatalità” quindi, che possono capitare su qualsiasi strada del mondo (ma sono pochissime), in qualsiasi nazione ci si trovi, vale sempre quanto ribadito dall’Asaps e se l’eventuale conducente di un veicolo mostra una condotta di guida un po’ troppo “disinvolta” è bene richiamarlo a una maggiore prudenza. (m.r.)

da repubblica.it/motori


Un aspetto della sinistrosità poco conosciuto. Si pensi che nel 2015 sono stati 60 gli italiani morti in 47 incidenti stradali all’estero, un numero che si avvicina al 2% del totale delle vittime in Italia. Ma questi 60 decessi non rientrano però mai in nessun report dell’Istat sugli incidenti stradali. (ASAPS)

Mercoledì, 03 Febbraio 2016
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