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APRILE 2004, GIORNATA MONDIALE DELLA SICUREZZA STRADALE. di Giordano Biserni, Lorenzo Borselli |
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Finalmente
ci siamo. Si comincia a capire che la vera guerra globale, quella che
tocca realmente ogni persona sulla faccia della terra, è quella
che si combatte quotidianamente sulla strada, quella che lascia sul terreno
– si dice – un milione e trecentomila morti ogni anno. Il che
vuol dire che ogni mezzo secolo, di questo passo, un paese come l’Italia,
sparirà dal pianeta.
Un genocidio. L’ultimo allarme giunge dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, che è riuscita a raccogliere i dati della sinistrosità stradale di tutto il pianeta ed ha calcolato che entro il 2020 la morte sulla strada sarà la terza causa di morte assoluta nella black list, superando, nell’ordine, la sindrome da immunodeficienza acquisita (AIDS), la tubercolosi (TBC), la malaria e le malattie cerebrovascolari.
L’asfalto insanguinato costa al mondo 518 miliardi di euro all’anno, è
come se con cadenza regolare di dodici mesi metropoli come Milano sparissero
nel nulla. Quello che l’OMS sembra aver finalmente raggiunto, è la consapevolezza che l o stillicidio della morte da incidente stradale non troverà mai un impatto mediatico paragonabile a quello di un boeing 737 che penetra in un grattacielo, di un missile cruise lanciato sulle roccaforti talebane o di Saddam o di un mare che restituisce corpi di una strage dell’aria o dell’immigrazione. |
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Da anni
il biglietto da visita dell’Asaps è l’impegno contro quei 18
morti che ogni giorno allungano il vergognoso bollettino di guerra (appunto)
del nostro Paese, ignorato o usato, secondo le circostanze di luogo
o di tempo (magari in un comizio da campagna elettorale). |
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E
lo siamo, perché ogni anno sono 34 miliardi di euro che svaniscono,
come quei morti: il doppio dell’ultima finanziaria. Vincessimo questa,
di battaglia, nessuno sciopererebbe più.
Ma è il dolore della tragedia familiare quello che più conta, che non si cancella, che rimane per sempre. Molte le adesioni all’iniziativa della OMS, dalla Lega Calcio che domenica 4 aprile manderà in campo tutti calciatori con il simbolo della "giornata sulla sicurezza stradale" e da parte dell’ANIA, l’associazione nazionale fra le Imprese Assicuratrici. Speriamo di essere davanti ad una coscienza collettiva che finalmente si sveglia: noi dell’Asaps ne auspichiamo, ovviamente, il successo e continueremo a lottare. D’altra parte per noi non è una novità. |
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INCIDENTALITA’
STRADALE:
LE DIMENSIONI DEL PROBLEMA Nel mondo 1.26milioni di morti in tutto il mondo (stima ONU 2000) Pari al 2.2% della mortalità globale E al 25% di tutte le morti in seguito a ferita (ONU 2000), (le ferite rappresentano la principale causa di morte tra i 15 e i 44 anni) Nel 2000, gli incidenti stradali sono stati la nona causa di mortalità e invalidità nel mondo (il 2.8% del totale) e - se il quadro non muta – secondo l’OMS, nel 2020, potrebbero diventare la 3a causa di mortalità e invalidità nel mondo, davanti a flagelli quali la malaria, la tubercolosi e l’AIDS. Nell’Unione Europea UE ogni anno muoiono più di 50mila persone e 150mila restano invalide per la vita, un problema che colpisce, complessivamente, 200mila famiglie. Non solo, quindi, queste famiglie devono affrontare il problema del coinvolgimento emotivo, ma anche i problemi economici derivanti dal mancato reddito e - spesso- devono affrontare anche problemi giudiziari. I costi sociali: Onu: "salasso per l’economia mondiale" Costi sociali nel mondo Secondo le Nazioni Unite, gli incidenti stradali rappresentano un vero "salasso per l’economia mondiale": in media bruciano dall’1 al 3 per cento del PIL. I costi sociali complessivi sono stimati in 518 miliardi di dollari all’anno, di cui 100 miliardi nei soli Paesi in via di sviluppo, una cifra che rappresenta il doppio dell’ammontare degli aiuti internazionali stanziati per lo sviluppo. |