Polizia Stradale Mestre
Pattuglia ferma auto per un normale controllo e arresta dopo una tentata fuga un pericoloso latitante moldavo destinatario di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere
(ASAPS) Era solo un controllo su strada quello effettuato verso le ore 11.40 di sabato 6 febbraio all’altezza di Preganziol (TV) in A4 lungo il “Passante di Mestre”.
Gli agenti della Polizia stradale di Mestre, unitamente ad altro equipaggio del distaccamento Polizia stradale di Portogruaro, hanno fermato per un controllo una Mercedes con targa moldava con cinque persone a bordo, diretta verso Trieste.
Uno dei passeggeri seduto sul sedile posteriore dietro richiesta esibiva un documento d’identità che appariva sospetto di contraffazione. Agli occhi degli uomini della Stradale il soggetto appariva anche piuttosto nervoso, cosa che ha insospettito vista la normale procedura alla quale era chiamato a rispondere.
Inviato a scendere per ulteriori accertamenti il passeggero ha colpito gli agenti della pattuglia e ha tentato la fuga lungo la corsia di emergenza. Raggiunto e fermato con non poche difficoltà il fuggitivo è stato ammanettato e trasportato in Questura a Treviso dove, a seguito di fotosegnalamento, si è scoperto essere un pericoloso latitante ricercato in quanto destinatario di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere.
Si è scoperto inoltre che il moldavo annoverava a proprio carico un provvedimento di espulsione dal territorio nazionale emesso dal Tribunale di Sorveglianza di Padova come pena alternativa a un periodo di detenzione in carcere di un anno e dieci mesi per reati contro il patrimonio e la persona.
Accompagnato alla frontiera nel 2013 lo stesso ha violato il provvedimento del Giudice rientrando in Italia e, per questo motivo, è stato tratto in arresto e condotto in carcere per il ripristino della pena detentiva, oltre ad essere denunciato per aver fornito false generalità e per resistenza violenza e lesioni a Pubblico Ufficiale.
I poliziotti di Mestre e Portogruaro che hanno proceduto al compimento delle operazioni hanno riportato lievi lesioni guaribili in otto/dieci giorni. Il cittadino moldavo dopo le formalità di legge è stato associato al carcere di Treviso a disposizione A.G..
Il “curriculum” del pericoloso latitante è davvero interessante.
A seguire un passaggio della stampa locale che descrive dettagliatamente la figura del moldavo consegnato alla giustizia dagli uomini della Stradale di Mestre e Portogruaro.(ASAPS)
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Un moldavo a processo per la rapina
PIAZZOLA SUL BRENTA. Oleg Turcan, 28 anni, moldavo, latitante andrà a giudizio davanti al collegio il 5 marzo prossimo per decisione del gup Domenica Gambardella. Assieme ad un complice, non identificato è accusato di rapina ai danni di un anziano avvenuta il 31 marzo 2010. Quel giorno gli sono piombati alle spalle in due mentre guardava la televisione. La vittima è Mario Volpon, 74 anni. Il povero anziano è stato schiaffeggiato, legato e immobilizzato, brutalmente aggredito per portargli via 2 mila euro.
Determinanti le indagini del pm Benedetto Roberti. Nel nastro da pacchi usato per incerottargli la bocca c’era il profilo genetico di Turcan, che fatalità in quel periodo bazzicava anche nel Padovano.
L’assalto in villa è stato messo a segno in via Gomiero, nella frazione di Tremignon. «Erano le 21,30, stavo guardando la partita dell’Inter» aveva racconta Volpon il giorno successivo «Avevo lasciato il cancello automatico aperto. All'improvviso qualcuno mi è piombato alle spalle. Erano in due, in faccia solo un berrettino a coprire leggermente i lineamenti. In mano tenevano una pistola. Volevano i soldi, me l’hanno detto subito, chiaramente».
L’anziano, terrorizzato, non ha opposto resistenza. Hanno buttato per aria tutto, trovando 500 euro sotto la tovaglia di un tavolino in un corridoio; altri 1.500 li teneva in auto. «Uno è rimasto con me, l’altro ha iniziato a cercare i soldi, avevo detto loro tutto». Una situazione angosciante. «La mia esperienza lavorativa, le persone che ho incontrato e conosciuto mi portano a dire che il loro accento era dell’Est». Una bella villa, circondata da un ampio giardino, curato. All’esterno, il disegno di una volpe, per richiamare il cognome del proprietario.
La casa di un benestante: è bastato questo per attirarli? Alcuni dettagli sollevano sospetti: «Dalle domande che mi facevano, da come si muovevano, da una serie di elementi, mi è venuto qualche dubbio: mi sembrava che conoscessero la mia casa, perchè si sapevano muovere, probabilmente c’erano già entrati».
Soggetto pericoloso e leggendo i suoi gravi precedenti di fatto impunito! Speriamo che ora... Bravi i ragazzi di Mestre! (ASAPS)