Roma.
La sentenza della Consulta provoca reazioni contrastanti. C’è
chi teme che i furbi la possano fare franca e chi sostiene che
togliere i punti senza sapere chi c’è alla guida
limita i diritti personali. «Rispetto la decisione della
Consulta, ma resto molto perplesso», commenta il viceministro
ai Trasporti, Mario Tassone secondo il quale «per garantire
diritti generali e formali si è inficiato il diritto
alla sicurezza e, conseguentemente alla vita. La sentenza apre
un preoccupante varco attraverso il quale in troppi potrebbero
tentare di passare per farla franca», ha aggiunto Tassone
riconoscendo comunque anche lui che la decisione della Corte
«lascia immutata tutta la capacità deterrente della
patente a punti». Ma non è l’unico a temere
questa possibile deriva: anche per Antonio Pezzella, responsabile
nazionale dei Trasporti di An e relatore della nuova legge sulla
patente, la sentenza «inficia gran parte del lavoro fatto
dal Parlamento che doveva servire ad abbattere l’altissima
sinistrosità del nostro Paese, una vera e propria guerra
non dichiarata con i circa 7 mila morti all’anno».
Secondo Sicurstrada, il Centro europeo della prevenzione, della
sicurezza sulla strada, della Fondazione Cesar di Bologna, la
sentenza «metterà in discussione l’efficacia
della patente a punti dal momento che il deterrente maggiore
alle infrazioni era proprio la sottrazione di punti: ora per
poter decurtare punti sarà necessario fermare e identificare
il guidatore», spiega Sandro Vedovi, segretario generale
di Sicurstrada, «e attualmente il 90% circa delle infrazioni
viene rilevato a distanza».
«Estremamente soddisfatto» è invece il presidente
dell’Aci, Franco Lucchesi, che ricorda come sia stato proprio
L’Automobil Club a segnalare l’illegittimità
costituzionale della norma. Più perplessa l’Asaps,
l’associazione sostenitori della polizia stradale: «La
palla rimbalza ora nel campo della sicurezza stradale dove si
gioca una partita seria e drammatica. È evidente che
a questo punto l’effetto dissuasivo della patente a punti,
che già dava segni evidenti di indebolimento, subirà
un ulteriore duro ridimensionamento col quale si dovranno fare
i conti in termini di vite umane», sostiene il presidente
dell’associazione, Giordano Biserni. «L’intervento
delle Consulta sposta l’onere della prova dell’automobilista
alle forze di polizia che vengono gravate di un accertamento
tutt’altro che semplice», fa inoltre notare il sottosegretario
all’Interno Alfredo Mantovano. Una prima azione andrà
comunque svolta per potenziare i controlli, chiede la Margherita
con Giorgio Pasetto.
Esultano, infine, le associazioni dei consumatori. La sentenza
«restituisce certezza a quel diritto calpestato da un
governo che voleva fondare la deterrenza sull’obbligo della
delazione», dice Intesaconsumatori che raduna Adoc, Adusbef,
Codacons e Federconsumatori. L’Adoc, in particolare, si
dice pronta ad assistere presso tutte le proprie sedi, dislocate
in ogni provincia, i cittadini che vorranno presentare ricorso
contro un taglio di punti avvenuto senza che il conducente fosse
riconosciuto