Magneti per taroccare i contachilometri dei Tir
LECCO - “Operazione magneto”. È stata così ribattezzata l’indagine svolta dalla Polizia Stradale di Lecco comandata da Mauro Livolsi che ha portato alla denuncia a piede libero (ex art. 437 del codice penale), da parte della Procura di Como, di due imprenditori titolari di una ditta di autotrasporti (una Srl) a Erba.
I due sono stati denunciati in concorso, mentre i loro autisti hanno preso una multa di 800 euro ciascuno più una sospensione della patente di guida dai 15 ai 30 giorni. Ma perché “Magneto”? Perché tutti i mezzi pesanti di questa azienda erano stati “taroccati” con dei potenti magneti che andavano a disturbare i segnali del cronotachigrafo impendendogli di segnare le ore effettive di guida e le velocità sostenute. Sei camion, sei “taroccamenti”. Non solo con i magneti ma anche con una sofisticata centralina prodotta in Polonia per fini leciti (quelli di annullare il cronotachigrafo sulle categorie di mezzi per i quali non è sempre dovuto il suo inserimento), ma utilizzata per fini fraudolenti.
Che il rischio valesse la candela, secondo i titolari di questa azienda, è rappresentato dal fatto che ogni dispositivo (uno per camion) costava 4mila euro. Quindi la ditta erbese ha investito ben 24mila euro in sole centraline. E poi ha “addestrato” i suoi autisti, praticamente indotti a azionare tramite telecomando la centralina elettronica, ad aggirare tutte le normative in merito a una guida sicura e in condizioni di necessario riposo. Massimo si potrebbe guidare per 9 ore in una giornata (non consecutive), ma con questo apparecchio che attenuava artatamente i segnali inviato dal sensore posto nel cambio dei camion, si poteva guidare praticamente all’infinito. Ovvero segnava molte meno ore di quelle effettivamente usate nel condurre i mezzi.
Crontarocchi in serie. (ASAPS)