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Notizie brevi 24/01/2005

Un 15enne, nomade, è stato fermato dalla Polizia Stradale
Ragazzino ubriaco guida a fari spenti sull’Autobrennero
Ha rubato una Fiat Uno a Bolzano e si è immesso sull’autostrada dimenticando di accendere le luci.
Di tutto di più!

Un 15enne, nomade, è stato fermato dalla Polizia Stradale
Ragazzino ubriaco guida a fari spenti sull’Autobrennero
Ha rubato una Fiat Uno a Bolzano e si è immesso sull’autostrada dimenticando di accendere le luci.
Di tutto di più!

Una vecchia pubblicità della Rai diceva: Di tutto di più. E’ quello che ormai si potrebbe dire vedendo quello che succede nelle nostre strade e autostrade ad opera di conducenti ubriachi che ne combinano di tutti i colori.
 
Secondo quello che ci hanno raccontato le cronache il 21 gennaio scorso un ragazzo nomade di 15 anni è stato trovato ubriaco alla guida di un’auto rubata che viaggiava a fari spenti nella notte (non ce ne voglia Lucio Battisti) sull’autostrada del Brennero. Dopo avere rubato a Bolzano una Fiat Uno bianca, il ragazzino si è immesso sull’ autostrada dimenticando di accendere i fanali. Alcuni automobilisti hanno avvertito la polizia con il cellulare e così una pattuglia della Polstrada si è messa all’inseguimento della vettura. 
Il ragazzino terribile è uscito a San Michele, dopo avere guidato per una trentina di chilometri, e qui ha abbattuto la sbarra del casello.

Pochi chilometri oltre la sua auto è uscita di strada andando a battere contro un muro senza che gli occupanti si siano fatti  troppo male. Poi dicono che l’Angelo custode non esiste. Eccome se esiste!! 
All’interno, soccorsi dagli stessi poliziotti,  un’amica del ragazzino, di appena tredici anni, anche lei in evidente stato di ubriachezza. I due sono stati riconsegnati ai loro genitori. L’episodio, però, merita qualche considerazione. Sono moltissimi, sempre di più, gli episodi criminali in cui i protagonisti sono ragazzini, abbandonati nel cuore della notte a rubare, a ubriacarsi, a farsi ammazzare. E non si tratta solo di nomadi, ma anche di adolescenti del mezzogiorno d’Italia o anche del nord, di “Ragazzi Fuori”. Di fronte a questi baby criminali, noi uomini in divisa non possiamo niente, e la società – diciamoci la verità – ha ormai le armi spuntate. È ovvio che del loro destino, ai genitori, importa poco. E allora, secondo noi, sarebbe meglio che lo Stato garantisse loro un futuro diverso, piutto
sto che tutelare quella patria potestà che di fatto nessuno esercita, nei loro confronti. (ASAPS).
Alla prossima, sperando che angeli custodi, magari con una divisa, siano sempre vigili e pronti.



Lunedì, 24 Gennaio 2005
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