Strade dissestate: sei italiani su dieci a rischio incidente per la cattiva manutenzione
Risuona, forte e chiaro, l'ennesimo allarme sullo stato (troppe volte disastroso) nel quale versano molte strade italiane. Lo conferma lo studio/sondaggio “Gli italiani e la percezione della sicurezza stradale”, promosso dalla Fondazione Luigi Guccione vittime della strada in collaborazione con il Siteb (l'Associazione Italiana Bitume e Asfalto) e Assosegnaletica e condotto da Ipr Marketing, l'istituto specializzato in ricerche e analisi di mercato.
In sintesi: per gli italiani le strade cittadine sono sempre più «a rischio incidente», soprattutto a causa dei manti stradali danneggiati per l'assenza di un'adeguata attività di manutenzione. Proprio a causa delle buche e della situazione di dissesto, sei italiani su 10 nell'ultimo anno hanno rischiato di rimanere coinvolti in un incidente, che resta il secondo pericolo più avvertito dalla popolazione, dopo il furto in casa, ma prima di rapina, scippi e aggressioni.
Non è la prima volta che il Siteb lancia l'allarme asfalto per le strade italiane. Complice la lunga crisi di questi anni, i consumi di cemento sono andati in picchiata, scivolando ai livelli dei primi anni Sessanta. Con una differenza però: allora eravamo alla vigilia del boom economico e presto quelle cifre sarebbero state ampiamente superate. Ora c'è il rischio opposto: ovvero, che i consumi di cemento vadano ancora più giù.
L'allarme buche
E gli effetti sulle nostre starde, purtroppo, si toccano con mano. Secondo l'analisi condotta da Ipr Marketing mentre lo stato di segnaletica, semafori e illuminazione delle strade viene giudicato abbastanza soddisfacente, la presenza di guardrail e, soprattutto, la condizione dell'asfalto vengono valutati negativamente dalla quasi totalità degli intervistati: solo il 20% esprime commenti positivi e il dato scende addirittura al 5% nel Sud e isole. Proprio la cattiva manutenzione dell'asfalto e le conseguenti buche che si vengono a formare sempre più di frequente rappresentano l'elemento più pericoloso per la sicurezza stradale cittadina (oltre il 76% lo segnala).
Nonostante ciò, gli interventi per aumentare la sicurezza dei veicoli in circolazione in città latitano e le priorità stradali delle amministrazioni locali sembrano focalizzarsi su altri elementi, in primis la regolamentazione di soste e parcheggi (41%), poi il ripristino di semafori non funzionanti (30%) e la realizzazione di ZTL o aree pedonali (29%).
Cosa fare, allora? L'analisi mette in luce come il miglioramento delle condizioni del manto stradale attraverso interventi di ripristino delle buche e l'utilizzo di asfalto drenante vengono indicate dall'87% degli intervistati (e ben dal 97% di motociclisti e scooteristi) come la vera priorità per aumentare la sicurezza, seguita da controlli su strada da parte delle forze dell'ordine (76%), dalla messa in opera di guardrail salva motociclisti (69%) e dall'adeguamento della segnaletica stradale (67%).
Le valutazioni espresse nel sondaggio trovano conferma nelle ultime stime elaborate dal Siteb, secondo le quali dal 2006 al 2015, anche a causa del rispetto del patto di stabilità, gli enti gestori della rete stradale italiana non hanno messo in opera ben 96 milioni di tonnellate di asfalto necessarie a tenere in buona salute le nostre strade, per un valore complessivo pari a 9 miliardi di euro.
«Serve un piano straordinario»
La parola ora a Stefano Ravaioli, direttore del Siteb: «Il mancato investimento in opere stradali di questi ultimi anni - dice - ha generato una situazione diffusa di dissesto delle nostre strade di cui oggi paghiamo le conseguenze, con addirittura alcune Provincie costrette a vietare la circolazione su alcune arterie perché non in grado di garantirne la fruibilità in sicurezza o con le carreggiate delle tratte Anas chiuse o a circolazione limitata per buche e deformazioni del manto stradale».
«È oggi necessario - continua Ravaioli - mettere mano a un piano straordinario di salvaguardia delle nostre strade. Il nostro Paese oggi non ha bisogno di grandi opere, ma di rimettere in sesto e in sicurezza la rete esistente, prima che questa collassi. Auspichiamo che l'allentamento del patto di stabilità per gli enti locali, previsto per i lavori stradali nel testo dell'ultima Legge di Stabilità 2016 e i fondi stanziati ad hoc per le manutenzioni possano cambiare decisamente il quadro, mettendo in sicurezza il nostro patrimonio stradale e fornendo maggiori certezze ad automobilisti, motociclisti e pedoni».
di Marco Morino
da ilsole24ore.com
Sei su dieci! Questa storia deve proprio finire! (ASAPS)