Patteggia la pena per omissione di soccorso
Un anno e due mesi senza sospensione condizionale. È quanto ha patteggiato Walter Chigliaro nel corso del processo per direttissima successivo all’arresto in flagranza per omissione di soccorso, avvenuto quasi un mese fa sulle strade della Riviera del Brenta.
Lunedì 15 febbraio verso le 18, quando ormai era già buio, il padovano di 55 anni stava percorrendo con la sua Fiat Croma via Barbariga a Fiesso d’Artico quando ha centrato una donna di 59 anni, riducendola in fin di vita. La 59enne stava tornando a casa in sella alla sua bicicletta e a causa dell’urto era stata sbalzata sulla corsia opposta, andando a sbattere violentemente contro un altro veicolo. Dopo averla travolta l’uomo aveva tentato di fuggire, scendendo dall’auto e scappando a piedi, con un tasso di alcol nel sangue che gli esami avrebbero poi accertato essere più di quattro volte del limite massimo consentito. Si era allontanato a piedi ma era stato subito visto da alcuni testimoni, seguito e bloccato da un paio di residenti fino all’arrivo dei carabinieri di Stra e della compagnia di Chioggia che lo avevano raggiunto poco dopo, fermandolo e arrestandolo a circa 300 metri di distanza dal luogo dell’incidente, vicino all’incrocio con via Garibaldi. Tra l’altro l’uomo era in possesso di un permesso di guida - ritirato - in attesa del rilascio della patente.
Dopo l’arresto Chigliaro era stato portato nella camera di sicurezza dei carabinieri di Stra, in attesa del processo per direttissima, che aveva visto il suo avvocato, Roberta Panizzon, chiedere i termini a difesa mentre a Chigliaro è stata comminata la misura cautelare dell’obbligo di firma, due volte a settimana, alla caserma dei carabinieri di Padova. Davanti al giudice Stefano Manduzio, nei giorni scorsi, è stato poi deciso il patteggiamento, senza sospensione condizionale, a 1 anno e due mesi. Oltre che di omissione di soccorso - l’unico dei reati contestati per i quali il codice prevede l’arresto in flagranza - il padovano dovrà rispondere anche di guida in stato di ebbrezza e di lesioni. Dal giorno dell’incidente la 59enne residente poco distante dal luogo dell’incidente non si è più ripresa, è ancora ricoverata in coma. Per i suoi familiari continuano a essere ore di angoscia: le sue condizioni, se pur stabili, restano molto critiche.
L’episodio di Fiesso aveva provocato anche la reazione dei sindacati di polizia promotori di una campagna per pene più severe nei confronti di chi, alla guida ubriaco o sotto l’effetto di stupefacenti, provoca incidenti mortali o che provocano lesioni gravi e permanenti.
di Francesco Furlan
da mattinopadova.gelocal.it
Lei è ancora in coma, l’investitore che era anche ubriaco e si era dato alla fuga intanto patteggia un anno e due mesi. La solita brevissima pena. Per fortuna pare senza la concessione della condizionale. Attendiamo commenti da quanti affermano che le leggi ci sono già senza bisogno dell’Omicidio stradale. (ASAPS)