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(ASAPS)
– Abbiamo ricevuto, proprio in queste ore, i rpetutii
messaggi di un signore apparentemente istruito, che ha lamentato
l’inefficienza della nostra Specialità, lo scarso
impegno sul lavoro (chiamiamolo così), e l’uso disinvolto
del solo autovelox, che ha apertamente negato il dolorosissimo
prezzo di sangue che la Polizia Stradale ha pagato per il mantenimento
della legalità e per la sopravvivenza sulla strada. A questo
crudele signore, ed a quelli che la pensano come lui, suggeriamo
la lettura di questo articolo, tratto dalla sintesi di un giorno
di lavoro sulle strade italiane da parte di chi, a testa bassa,
ha difeso anche lui dagli assalti della criminalità o dalla
ordinaria violenza stradale. Quando stasera spegnerà la
luce, si ricordi che tanti uomini e donne, in divisa, sono là
fuori a proteggerlo, e che non esitano ad arrestare anche chi
cospira contro la legalità, in divisa.
Il navigato Sostituto Commissario, che comandò un reparto
autostradale della Liguria, che ha contribuito all’istituzione
della Terza Divisione presso il Servizio Polizia Stradale, e che
oggi è tornato in prima linea comandando la sottosezione
Autostradale di Cosenza Nord, ha finito da poco di impartire
le ultime disposizioni a oltre 300 uomini della Specialità,
entrati in azione in tutta Italia alle prime luci dell’alba.
È un fine investigatore, l’alto sottufficiale, che
non ha mancato l’appuntamento con l’indagine di qualità,
cogliendo quello spunto investigativo arrivato in ufficio nella
cartella di uno dei suoi uomini migliori e sviluppato in lunghi
mesi di indagini, di sudore speso con i suoi collaboratori a spulciare
migliaia di carte, a prendere contatti con i duri di Scotland
Yard, dell’FBI o della Polizia Federale Canadese.
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Alla fine, il GIP di Cosenza, ha ratificato il suo lavoro, consegnando
al Pubblico Ministero che ha coordinato le indagini 19 ordinanze
di custodia cautelare in carcere, da eseguire subito, all’istante.
Il tempo perso non esiste in quel cervello che fuma teoremi e
poche ore dopo l’intera Specialità attende il suo
via libera. Il sole non è ancora sorto, quando dalla Terza
Divisione di Roma parte il segnale. In un attimo 300 uomini della
Polizia Stradale entrano in azione e cominciano ad eseguire le
catture. A finire in carcere i direttori di un’associazione
a delinquere spaventosamente radicata, dai robusti contatti con
la criminalità organizzata, e specializzata nel furto e
riciclaggio di Harley Davidson. Proprio così: ladri di
moto… gente in grado di infiltrarsi nel mondo dei bikers,
capace di trafugare quei sogni cromati e scoppiettanti da 20mila
euro ciascuno, quando non di più, e farli sparire per sempre,
salvo poi reintrodurli con un fine stratagemma in una normale
rete di vendita, costituita in larga parte da commercianti complici
o consenzienti. Il trucco era proprio quello: le Harley rubate
venivano taroccate e munite di nuovi numeri di telaio apocrifi,
di carte di circolazione e targhe false, soprattutto statunitensi,
canadesi o inglesi. Con quelle finte nazionalizzazioni, i delinquenti
riuscivano a immatricolare le costosissime moto in Italia, facendo
finta che provenissero davvero dall’estero. Il puntiglio
di un agente della Polizia Stradale, però, ha incrinato
per sempre quell’ingranaggio perfetto, oliato e collaudato,
che andava avanti da anni. Un numero riprodotto male sul canotto
di un’Harley, i primi dubbi, poi i riscontri e infine la
verità. L’investigatore e i suoi collaboratori hanno
fatto il resto e dopo mesi di lavoro durissimo, appoggiandosi
alle Polizie Stradali di mezza Italia, come quella Toscana,
Lombarda, di Macerata o di La Spezia, e di
altre ancora, hanno chiuso il cerchio: nel giro di poche ore oltre
300 motociclette di altissimo valore sono state sequestrate, 19
persone sono finite in carcere e diverse altre decine sono state
sottoposte a perquisizione domiciliare.
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Tra
gli arrestati ci sono tre funzionari degli uffici di Motorizzazione
civile di Cosenza, Reggio Calabria e Macerata ed un assistente
della Polizia di Stato. Proprio così, anche uno con la
divisa. Niente sconti per nessuno. Gli altri sono titolari di
concessionarie per la vendita di moto ed automobili e di agenzie
per il disbrigo di pratiche auto. La base operativa era a Castrovillari,
e da qualche tempo i crescenti guadagni avevano convinto i delinquenti
a guardare oltre le semplici moto, e già da mesi avevano
cominciato ad importare altri sogni americani, tutti rubati. Si
tratta dei potenti Hummer, o di altri poderosi fuoristrada, importati
illecitamente dagli Usa dopo una tappa canadese. Ma a proposito
di investigatori, un altro durissimo colpo alla criminalità
organizzata è stato inferto da Questure e Compartimenti
della Polizia Stradale di mezza Italia. Altre 29 ordinanze di
custodia cautelare sono state infatti eseguite tra le province
di Matera, Foggia e Torino contro un gruppo criminale che riciclava
auto rubate mediante la forniture di documenti falsi. La holding
del crimine aveva deciso di percorrere il giro al contrario, rubando
auto di grossa cilindrata e veicoli industriali al Sud, soprattutto
tra la Basilicata e la Campania, reimmettendoli sul mercato del
Nord Italia, e in special modo in Piemonte.
A
Matera, Foggia e Bari, sono finite in carcere
17 persone, mentre sono stati sequestrati numerosi capannoni industriali
e due grosse autodemolizioni nella provincia foggiana. A Torino,
invece, gli uomini della PG hanno chiuso 12 manette, ma oltre
alle auto rubate sono stati trovati anche ingenti quantitativi
di droga. Questo per la PG. Ma non sfugge nemmeno il cospicuo
bilancio degli arresti in flagranza di reato. In redazione è
giunta notizia del bottino della Sottosezione Autostradale di
Arezzo, che nel giro di poche ore ha arrestato 4 persone: due
napoletani sono finiti in carcere alle prime ore del mattino,
sorpresi da una pattuglia mentre stavano effettuando un trasporto
di CD musicali e DVD riprodotti illegalmente. Nel pomeriggio,
invece, due nordafricani sono stati trovati in possesso di sigarette
di contrabbando. Una giornata da leoni. Leoni con gli stivali.
(ASAPS).
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