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Contromano uccise 4 ragazzi francesi, è uscito dal carcere: adesso è ai domiciliari

Decisione della Corte d’Assise d’Appello, mentre l’avvocato difensore vuol tornare in Cassazione per dimostrare l’insussistenza della volontarietà
L’auto distrutte nell’incidente sull’A26

 

 

Ilir Beti è uscito dal carcere. Era dentro dall’agosto 2011, quando fu arrestato dopo aver ammazzato quattro ragazzi francesi che transitavano dall’Italia e andavano a trascorrere il Ferragosto in Slovenia. L’imprenditore albanese, oggi trentottenne, guidava una macchina potente, aveva bevuto in un locale notturno in compagnia di una ragazza, aveva imboccato l’A26 contromano e andava veloce come un matto.

Ilir Beti

Il suo SuvQ7 finì come una bomba contro l’Opel Astra dei ragazzi francesi: quattro - Julien Raymond, Vincent Lorin, Audrey Reynard ed Elsa Desliens - morirono, uno - Laurent Boette - si salvò fracassato nel corpo e con le lesioni nell’anima che affliggono irrimediabilmente i sopravvissuti.

 

Beti finì in carcere pochi giorni dopo la tragedia. E da allora, non ne era mai uscito, se non nei trasferimenti da un’aula all’altra per i processi. In primo grado, ad Alessandria, il giudice Enrica Bertolotto l’aveva condannato, con rito abbreviato, a 21 anni e 4 mesi: era stata accolta la tesi dell’omicidio volontario (dolo eventuale) sostenuta dal pm Riccardo Ghio. 

 

In Corte d’Assise d’Appello, la condanna era stata confermata. Il difensore Mario Boccassi era ricorso in Cassazione ipotizzando la «colpa grave» (che comunque comporterebbe una pena fino a 15 anni), ma escludendo il dolo: «Non era consapevole di quel che faceva». Peraltro, lo stesso procuratore generale Francesco Fassio, già in Corte d’Assise d’Appello, aveva indicato questa via proponendo la condanna a 13 anni e 4 mesi, ma era stato disatteso. 

La Cassazione, un anno fa, aveva annullato il verdetto di secondo grado, rimandando il fascicolo in Appello, davanti a giudici diversi. A gennaio scorso, anche il nuovo collegio - benché il pm Fassio avesse riproposto la tesi della colpa grave escludendo il dolo - ha tuttavia ribadito il convincimento dell’omicidio volontario, riducendo però la pena da 21 a 18 anni. Nei giorni scorsi sono uscite le motivazioni della sentenza riformata, che il difensore Boccassi è deciso a impugnare nuovamente in Cassazione per insistere sulla «insussistenza della volontarietà».

 

Il legale è consapevole che il comportamento di Beti è da sanzionare: le conseguenze delle sue azioni sono state tremende, ma reputa «inconcepibile sostenere la volontarietà (cioè era cosciente che avrebbe potuto uccidere) quando lui stesso rischiava di morire». In attesa della nuova Cassazione, però, la Corte d’Assise d’Appello ha concesso a Beti di uscire dal carcere. In stato di arresto, sì, ma ai domiciliari. Da qualche tempo è a casa sua. Forse prosegue gli studi iniziati in carcere, per diplomarsi geometra.

da lastampa.it


Esce dal carcere l’omicida che uccise col suo tragico contromano sulla A26  i 4 ragazzi francesi nell’agosto del 2011.
In attesa della nuova Cassazione, però, la Corte d’Assise d’Appello ha concesso a Beti di uscire dal carcere. In stato di arresto, sì, ma ai domiciliari.
Speriamo in un verdetto che confermi la condanna. (ASAPS)

Giovedì, 17 Marzo 2016
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