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DROGA ALLA GUIDA: LA GUERRA DEI CONTROLLI
TRA STRUMENTI CHE MANCANO E LA SCIENZA CHE
SPACCA IL CAPELLO IN QUATTRO
(INVECE CHE ANALIZZARLO)

di Ugo Terracciano*
Foto Coraggio© - Archivio Asaps

Nei film americani – che non rappresentano cose tanto lontane dal vero - l'agente della stradale ti ferma e, se ti vede un po' strano, ti fa camminare mantenendo l'equilibrio su una riga tracciata sulla carreggiata. Se il test va male finisci in cella. E' capitato anche a Kerry, figlia di Robert F. Kennedy (ucciso nel 1968 mentre correva alle primarie democratiche per la Casa Bianca), arrestata per guida sotto l'effetto di sostanze stupefacenti. E indovinate un po' chi ha contestato l'accertamento della polizia? Mica il Presidente Obama (che pure ci stava, tra democratici d'alto censo), ma niente di meno che noi italiani, primi nel mondo nell'avversare i provvedimenti sanzionatori stradali, questa volta attraverso una fondazione per la tutela dei diritti umani. Il che non sorprende, dato che a far scattare le manette, al poliziotto americano è bastato scrivere sul verbale "guidava con facoltà mentali notevolmente ridotte dall'uso di droga" (punto), mentre in Italia, dove ti ritirano la patente e ti sequestrano la macchina e poi si vedrà, per procedere ci vuole una equipe di scienziati pronti a certificare quale sostanza circolava nel sangue, quanta, da quanto tempo, se prima, dopo o durante, e certe volte anche perché...

>LEGGI L'ARTICOLO

da il Centauro n. 191

 

Lunedì, 21 Marzo 2016
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