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Articoli 23/03/2016

Spagna: la strage di Tortosa è un fatto criminale?
Riflessioni sulla sciagura dell’Erasmus, nel quale hanno perso la vita le nostre sette connazionali

Di Lorenzo Borselli
Foto da lapresse.it

(ASAPS) TORTOSA (SPAGNA), 23 marzo 2016 – Non è un omicidio stradale. È semplicemente una strage assurda, un’insensata e irreparabile sciagura che lascia attoniti Paesi interi, che cancella speranze e affetti di intere famiglie, che lascia orfani amici e atenei. Tutto sparito, nel lungo interminabile istante che ha separato la perdita di coscienza di un uomo alla guida di un bus carico di studenti universitari dal suo impatto contro un guardrail.

Non è omicidio stradale, dicevamo: non lo è secondo la legge spagnola – che prevede sanzioni penali molto severe per chi commette reati stradali sotto l’effetto di sostanze o con condotta temeraria (il termine effettivo è gravemente imprudente)– e non lo sarà per quella italiana, il cui ordinamento, lo ricordiamo, non prevede ancora il reato per il quale ci siamo tanto battuti: quando il presidente Mattarella apporrà la sua firma (ancora questa formalità non c’è stata), vedremo finire nelle patrie galere chi uccide guidando drogato, ubriaco, chi inverte la marcia o passa col rosso.
Il colpo di sonno non c’è: non è contemplato in alcuno degli ordinamenti stradali e penali del mondo occidentale.
Ciò vuol forse dire che le morti di Francesca Bonello, Elisa Valent, Valentina Gallo, Elena Maestrini, Lucrezia Borghi, Serena Saracino ed  Elisa Scarascia Mugnozza resteranno impunite?
No. Significa solo che la legge considera questo evento come un incidente stradale tout-court, sul quale dovranno soppesarsi nella determinazione del grado di colpa del 63enne alla guida del bus, i risultati delle perizie e degli elementi accertati.
Il conducente, rimasto gravemente ferito nel salto di carreggiata da lui provocato, avrebbe ammesso alla Guardia Civil dell’autostrada AP7 di essersi addormentato. Nel suo sangue esaminato dai medici dell’ospedale di Tarragona non ci sarebbero tracce di alcol o droga.

Siamo capaci di considerare questo evento un incidente stradale, ubriachi come siamo – noi stessi – dell’ansia di Giustizia che la lunga battaglia sull’Omicidio Stradale ci ha lasciato dentro?
È ovvio che un bollettino di questo genere non può essere liquidato come una semplice questione assicurativa e di certo il conducente dovrà dimostrare di aver fatto tutto ciò che era possibile per essere riposato, perché anche una condotta colposa – quella caratterizzata da imprudenza e imperizia – è penalmente perseguita, in Spagna come nel resto del mondo: in Italia un po’ meno, come purtroppo dimostra la ricca giurisprudenza in materia di circolazione stradale o di sicurezza sul lavoro. 

L’ordinamento italiano non prevede una fattispecie di trasgressione per chi cade vittima del colpo di sonno: la Corte di Cassazione (Sentenza n. 19170 del 18 maggio 2012) lo qualifica come un malessere, una patologia a tutti gli effetti. Ciò che dovrà accertarsi, anche secondo l’ordinamento spagnolo, è quanto tale malore possa essere stato indotto dal comportamento pregresso dell’autista, quanto cioè abbia dovuto lavorare prima dello scontro letale e se, il “se” resta sempre d’obbligo, tale suo comportamento sia stato eventualmente indotto da chi gli ha affidato tale incarico.
Non esiste l’equivalente di un etilometro o di un autovelox per accertare se un individuo sia stanco e pur avendo la tecnologia messo a punto dispositivi capaci di tenere sotto osservazione gli occhi dei conducenti e di avvisarli con dispositivi acustici in caso dell’imminente arrivo del colpo di sonno, non è possibile controllare un qualsiasi conducente e valutarne, a motore spento, l’autonomia in termini di attenzione.

L’unico che può accorgersi di essere incapace di guidare è proprio chi guida, ma anche in questo campo servirebbero molta formazione, minor concorrenza e un tasso di umiltà assai maggiore: quanti, tra chi ci legge, è in grado di ammettere di non essere più in grado di proseguire un viaggio? Probabilmente l’uomo non è ancora maturo per capire che le scorciatoie sono piene di insidie. Non dimentichiamoci mai che veniamo al mondo per camminare a piedi e l’esser riusciti ad accorciare il tempo dei nostri viaggi  nasconde sempre il rischio di pagare un prezzo. Quello di Tortosa è un prezzo altissimo. (ASAPS)

 


Un riflessione a mente fredda dopo il gravissimo incidente di Tortosa (Spagna). (ASAPS)

Mercoledì, 23 Marzo 2016
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