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Notizie brevi 18/01/2005

Milano - ALCOL ALLA GUIDA, INDAGINE DELLA ASL DI MILANO: I BEVITORI OCCASIONALI SONO QUELLI PIÙ A RISCHIO, IN PERICOLO UNO SU DUE

 
ALCOL ALLA GUIDA, INDAGINE DELLA ASL DI MILANO: I BEVITORI OCCASIONALI SONO QUELLI PIÙ A RISCHIO, IN PERICOLO UNO SU DUE
(ASAPS) MILANO – Il bevitore occasionale è quello più a rischio, soprattutto nella guida. È il risultato di un’indagine della ASL di Milano, rilanciata nei giorni scorsi dall’agenzia Adnkronos, promossa nell’ambito  dei lavori della commissione patenti. “Bevitori occasionali”, ma solo sulla carta, visto che quasi la metà dei casi presi in esame è sulla soglia della dipendenza, o addirittura l’ha già superata senza nemmeno saperlo. Ma oltre al rischio dipendenza, i bevitori del sabato sera “…corrono più pericoli perché  si sentono al sicuro. Sono convinti di reggere bene, magari bevono  solo il week-end ed evitano locali incriminati come pub e discoteche, per passare un sabato innocente a casa di amici oppure al ristorante. Ma non sanno che basta poco. Anche solo due o tre di calici di vino a cena più un limoncello per digestivo o un paio di cocktail di fine serata”. La credibilità dell’indagine, che nasce dalla commistione della professione medica ai servizi di polizia, è fuori discussione, e se riflettiamo bene, in pericolo siamo tutti noi. Chi, infatti, non beve un bicchiere di troppo o non esagera con l’ammazzacaffé – convinto di aver solo innaffiato una succulenta cena – sicuro di potersi mettere al volante senza problemi? L’indagine è stata effettuata infatti proprio sui cittadini fermati per guida in stato di ebbrezza e risultati positivi all’alcotest. Il progetto di diagnosi, rieducazione e riabilitazione è stato battezzato “Icaro”, in forte analogia con la carovana educativa della Polizia Stradale, ha dunque fornito l’identikit di chi, per colpa di un bicchiere di troppo, rischia (nella migliore delle ipotesi) la sospensione della patente, ma che senza accorgersi di niente può trovarsi in situazioni ben maggiori: lo specimen è del maschio, 30-35enne, celibe, ben istruito e con un buon lavoro. Il 57% fa uso di alcol solo ogni tanto, “ma praticamente uno su due – ha assicurato Riccardo Gatti del Dipartimento Dipendenze dell’azienda – presenta un livello di rischio “intermedio” o “elevato”. Queste persone hanno bisogno di aiuto, perché potrebbero rappresentare un pericolo non solo per gli altri, sulla strada, ma anche per se stessi”. Gatti ha poi citato dati in suo possesso, che testimoniano come il 40% degli incidenti più gravi sono attribuibili all’abuso di alcol. “Già superando il limite di 0,5 grammi per litro di sangue – ha aggiunto il medico – il campo visivo si restringe e i riflessi si allentano. E per arrivarci è sufficiente bere a digiuno due calici di vino, una birra media o un bicchierino e mezzo di superalcolico. O chiudere una cena con un amaro o un cocktail”. L’idea di far nascere Icaro, nasce proprio da qui: i conducenti denunciati per guida in stato di ebbrezza, inviati dal Prefetto alla Commissione patenti, vengono indirizzati verso un istituto che fornisce un programma di disintossicazione (anche se questo non è il termine più adatto) al quale prendono parte con il supporto di medici, educatori e psicologi. Nell’ultimo anno l’84% dei 225 milanesi inviati ha partecipato al programma, che ha fornito i dati resi pubblici da Gatti. Solo un terzo consumava alcol ogni giorno. Sei su dieci solo ogni tanto. E ancora. Il 53% è stato fermato dopo un incidente, per lo più in città (78%). Al 35% è stato riscontrato un tasso alcolico medio (0,5-1,5 g/l) e al 45% un tasso elevato (oltre 1,5 g/l). Le bevande consumate più spesso subito prima del test alcolemico erano stati i superalcolici, il più delle volte associati al vino, e i luoghi di consumo più frequenti il ristorante (27%) e il bar (21%). Solo il 19% usciva da una discoteca e appena il 7% da un pub. Per l’83%, infine, si trattava del primo fermo in stato d’ebbrezza. “Eppure, nonostante l’apparente normalità di queste situazioni – ha ribadito Gatti – la conclusione, inattesa, è stata che quasi la metà delle persone seguite rischiava di diventare schiava dell’alcol e ammalarsi”. Fonte Adnkronos Salute. (ASAPS).
Martedì, 18 Gennaio 2005
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