DECRETO SULLA SICUREZZA URBANA
UNA OCCASIONE DA NON SPRECARE, PER RAZIONALIZZARE
L’ORDINAMENTO DELLE POLIZIE LOCALI
I cittadini chiedono sicurezza e invocano la legittima difesa. Aeroporti, stazioni ferroviarie e metropolitane sono sempre più presidiate da guardie giurate. I militari dell'Esercito, nelle grandi città, presidiano il territorio per dare man forte a polizia e carabinieri. Si pensi che qualcuno li vorrebbe addirittura sulle spiagge della riviera a contrastare i venditori abusivi.
A fronte di tutto questo, anche noi che non ci stancheremo mai di invocare più uomini e mezzi per la Polizia Stradale di cui è necessario un potenziamento vero, dobbiamo dall'altra parte osservare che ci sono più di 60 mila uomini e donne in divisa, organizzati in corpi di polizia locale, che in cambio del proprio impegno chiedono solo una cosa: che le loro funzioni siano certe e codificate con chiarezza. Non fanno solo multe, operano per la sicurezza pubblica, pattugliano le città in coordinamento con polizia e carabinieri, fanno controlli fiscali a livello comunale e portano spesso sulla giubba la scritta “poliziotto di quartiere”. A livello locale si occupano di sicurezza stradale. Nei piccoli paesi sono vigili urbani, secondo la più classica delle tradizioni, in Città sono polizia amministrativa, ma sono impegnati anche in attività di prevenzione e indagini giudiziarie. Un esempio per tutti: ricordate Michele Liguori, ucciso a 59 anni da due tumori? Ha prestato servizio nella Polizia Municipale di Acerra (Napoli) dove si è sempre battuto contro gli sversamenti illegali di rifiuti, scoprendo discariche abusive. Il Presidente Napolitano lo definì “servitore delle istituzioni”. Come con altre funzioni è stato un eroico servitore dello Stato con le sua indagini sulla camorra ed il disastro ambientale della “terra dei fuochi” l'Ispettore di Polizia Roberto Mancini.
Foto Coraggio - Archivio Asaps |
Riconosciamo che le Polizie Locali oggi sono un presidio del controllo del territorio la cui opera consente alla Polizia di Stato, ai Carabinieri ed alla Guardia di Finanza di valorizzare il proprio tempo per le indagini sui reati più gravi, per la polizia criminale, nella lotta alla malavita ed al terrorismo.
Si parla da anni di migliorare l’organizzazione delle forze di polizia, ma il vero coordinamento, quello che fa risparmiare uomini, mezzi e denaro pubblico, si ottiene semplicemente facendo chiarezza nei diversi ruoli. In molti Paesi europei esiste una polizia locale ed una polizia statale e ciascuno fa la sua parte senza problemi. La Polizia Stradale sugli itinerari di lunga percorrenza, quella locale nei centri urbani.
Da noi, invece, la polizia locale non accede nemmeno alle banche dati del Ministero dell'Interno. Risultato? Una pattuglia di vigili chiamata a rilevare un incidente potrebbe imbattersi in un evaso, aiutarlo a compilare il CID è poi lasciarlo andare con una stretta di mano. Tutto questo perché gli agenti non possono controllare, come Polizia e Carabinieri, su strada al terminale i precedenti delle persone identificate. E' razionale? O i controlli glieli facciamo fare, oppure no.
Per queste ragioni, l'ASAPS, nell'interesse del migliore coordinamento delle forze di polizia che è anche maggiore garanzia di sicurezza dei cittadini, sostiene la necessità di inserire urgentemente nell'emanando decreto sulla sicurezza urbana alcune norme per la razionalizzazione dell'ordina mento delle Polizie Locali.
In concreto norme per: la definizione chiara dei compiti delle Polizie Locali e adeguamento di funzioni, qualifiche e strutture dei Comandi; la creazione di un contratto di lavoro autonomo rispetto a quello della pubblica amministrazione, assimilabile al comparto sicurezza e con profili previdenziali e assistenziali equiparati a quelli delle forze dell’ordine; la possibilità per gli agenti di polizia locale di avere accesso alle banche dati del sistema di indagine gestito dal Ministero dell’Interno (SDI), al sistema automatizzato di identificazione delle impronte (AFIS) e allo schedario Schengen; il superamento degli attuali limiti spazio-temporali della qualifica di polizia giudiziaria, formazione obbligatoria in ingresso e ricorrente nel corso di tutta l’attività lavorativa, con esercitazioni operative congiunte alle Forze di Polizia dello Stato e altri operatori pubblici della sicurezza; turnazione notturna nelle città più grandi, il riordino della dirigenza interna della polizia locale in base alla normativa in vigore per le Forze di polizia ad ordinamento civile, e conseguente inapplicabilità delle disposizioni relative all’assunzione di dirigenti provenienti da altre amministrazioni a tempo determinato, ovvero a contratto; il porto dell'arma anche fuori dall’ambito territoriale dell’ente di appartenenza.
Forlì, lì 5 maggio 2016
Giordano Biserni
Presidente ASAPS
L’ARTICOLATA PROPOSTA DELL’ASAPS
Serve una nuova visione della sicurezza urbana con l’impiego a pieno titolo della Polizia Locale. Si parla da anni di migliorare l’organizzazione delle forze di polizia, ma il vero coordinamento, quello che fa risparmiare uomini, mezzi e denaro pubblico, si ottiene semplicemente facendo chiarezza nei diversi ruoli. (ASAPS)