Domenica 21 Luglio 2024
area riservata
ASAPS.it su
Notizie brevi 19/05/2016

Investì e uccise vigile urbano, condanna confermata in appello

Condannato anche in secondo grado a 2 anni e 8 mesi di reclusione Andrea Miroli, il 36enne che nel marzo del 2014 sulla strada per Portofino travolse e uccise il 31enne Stefano La Rizza

Condanna confermata anche in appello per Andrea Miroli, il 36enne di Portofino che nel marzo del 2014 investì e uccise il 31enne Stefano La Rizza, vigile urbano di Chiavari, in un incidente avvenuto sulla strada che collega Santa Margherita a Portofino.

I giudici della Corte d’Appello hanno di fatto concordato con il giudice per le indagini preliminari, Claudio Siclari, condannando Miroli a 2 anni e 8 mesi di reclusione e assolvendolo dall’accusa di guida dotto l’effetto di sostanza stupefacenti, non ritenendo che ci siano abbastanza prove per dimostrare che il principio attivo della cannabis riscontrato nel sangue abbia influito sulla sua guida.

I fatti risalgono al 9 marzo del 2014, quando Miroli, allora 34enne, viaggiando a bordo della sua Audi all'altezza della Cervara invase la corsia opposta al suo senso di marcia scontrandosi con lo scooter guidato da La Rizza e uccidendolo sul colpo. Processato con il rito abbreviato per omicidio colposo, era stata condannato in primo grado lo scorso settembre.


da genovatoday.it

 



IL CONDUCENTE RISULTO’ POSITIVO ALLE SOSTANZE STUPEFACENTI, MA FU RITENUTO CHE CHE NON CI FOSSERO ABBASTANZA PROVE PER DIMOSTRARE CHE IL PRINCIPIO ATTIVO DELLA CANNABIS RISCONTRATO AVESSE INFLUITO SULLA SUA GUIDA. SI’ CERTO. CI VOGLIONO SEMPRE ABBASTANZA PROVE...
I fatti risalgono al 9 marzo del 2014, quando l’investitore allora 34enne, viaggiando a bordo della sua Audi  invase la corsia opposta al suo senso di marcia scontrandosi con lo scooter guidato dall’agente della Polizia Municipale Andrea La Rizza, 36 anni  uccidendolo sul colpo. Processato con il rito abbreviato per omicidio colposo, era stata condannato in primo grado lo scorso settembre ma era stato assolto dall’accusa di guida dotto l’effetto di sostanza stupefacenti, non ritenendo che ci fossero abbastanza prove per dimostrare che il principio attivo della cannabis riscontrato nel sangue abbia influito sulla sua guida. Sì certo. Ci vogliono sempre abbastanza prove... (ASAPS)

Giovedì, 19 Maggio 2016
stampa
Condividi


Area Riservata


Attenzione!
Stai per cancellarti dalla newsletter. Vuoi proseguire?

Iscriviti alla Newsletter
SOCIAL NETWORK