Non
solo vetture esentasse, rivendute con sconti da capogiro grazie all’Iva
non pagata, ma anche automobili rubate. Spunta l’ipotesi del riciclaggio
nell’inchiesta condotta dal pm Paolo Gubinelli sull’importazione
parallela di auto dalla Germania. Tra quelle sequestrate a fine novembre,
soprattutto Mercedes, Audi e Volkswagen, ce ne sarebbero alcune di cui
era stato denunciato il furto o l’appropriazione dopo un noleggio.
Uno scatto in avanti dell’inchiesta che ha rinvigorito l’interesse
della polizia tedesca, partner della procura dorica nell’operazione
denominata "Golden Cars". Dopo la proficua missione a Dusseldorf
di un investigatore della Guardia di finanza, che ha visitato la concessionaria
tedesca da cui partiva il fiume di auto rivendute in Italia a prezzi ultra-convenienti,
adesso gli investigatori tedeschi stanno per ricambiare la visita per
ottenere informazioni utili.
Il maresciallo del nucleo di polizia tributaria salito a Dusseldorf a
fine novembre era tornato alla base con pacchi di documenti definiti dagli
investigatori "molto utili alle indagini", carte destinate allargare
anche a commercianti e intermediari di altri Paesi europei (Francia, Spagna)
l’inchiesta avviata su un traffico di auto di grossa cilindrata importate
in Italia dalla Germania aggirando l’Iva grazie alle carte false
sfornate da società "fantasma". Proprio su una di queste,
la "Inpex" - sede a Dusseldorf, ma titolari italianissimi di
Roma - s’erano concentrate le attenzioni dopo il viaggio del detective
delle Fiamme gialle. L’indagine della procura anconetana era uscita
allo scoperto a fine novembre, con una serie di perquisizioni e sequestri,
e ora vede indagate quindici persone per reati che vanno dall’associazione
per delinquere finalizzata all’evasione fiscale, all’utilizzo
di documenti falsi, alla truffa aggravata. Gli investigatori di Fiamme
gialle, Polstrada e squadra di pg della procura, aiutati dai colleghi
tedeschi, avevano perquisito 16 concessionarie: cinque nelle Marche (ad
Ancona, Cingoli e Pesaro), dieci in Lombardia e una appunto a Dusseldorf,
sulla quale adesso sta indagando anche la tributaria tedesca. In tutto
erano state sequestrate 50 vetture di lusso e accertate violazioni fiscali
pari a 14 milioni di euro di Iva evasa.
L’occhio del ciclone è ad Ancona, negli autosaloni Eurotrade
e Novacar dei fratelli Doriano e Giuliano Borgognoni, 43 e 47 anni, già
coinvolti in un’inchiesta analoga condotta dalla procura di Taranto.
Avrebbero orchestrato, secondo la procura, un valzer di vetture a prezzi
scontati del 10-15% vendute alla clientela o ad altri concessionari, alcuni
dei quali (la Automoda di via Caduti del Lavoro, concessionario Daewoo
per Ancona e provincia ma rivenditore di vetture di svariate marche, e
alla concessionaria Fiat Barigelli di Villa Strada di Cingoli) hanno subito
il sequestro di vetture non ancora immatricolate. Il meccanismo che consentiva
di "asciugare" i costi e smarcarsi dalla concorrenza, secondo
la procura, era basato su una costellazione di società fittizie,
intestate a prestanome. Grazie a queste ditte "cartiere" sarebbe
stato possibile ai titolari della Eurotrade rifornirsi in Germania, Spagna
e Francia di vetture di ogni tipo che dopo essere passate da un’unica
concessionaria a Dusselforf arrivavano in Italia con fatture dalle quali
risultava, con una falsa attestazione, che l’obbligo dell’Iva
era stato già assolto nel paese comunitario d’acquisto con
pagamento alla frontiera all’atto dello sdoganamento. Quelle che
sono già in circolazione, circa tremila tra le Marche e il resto
d’Italia, rischiano in teoria (ma difficilmente avverrà) il
sequestro perché vendute con un atto falso che attestava il pagamento
dell’Iva.
Lorenzo
Sconocchini
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