OMICIDIO STRADALE: LA PREOCCUPAZIONE DEI SINDACI E PRESIDENTI PROVINCE COME ENTI PROPRIETARI STRADE
Sì sapeva che prima o poi sarebbe venuta fuori la questione. Delicatissima e soprattutto dalle conseguenze pesanti per gli enti proprietari delle strade dove avvengono incidenti stradali mortali o con lesioni gravi. La giurisprudenza delle varie Sezioni Penali della Cassazione d'altronde continua a sentenziare a sfavore di dirigenti e amministratori pubblici, rei di scarsa o assente manutenzione stradale in occasione di alcuni fatti gravi a seguito di sinistro stradale. L'art. 208 del codice della strada, novellato con la legge nr. 120/2010, avrebbe dovuto imprimere uno sforzo maggiore nella cura delle strade da parte di Comuni e Province, obbligandoli ad impegnare nel bilancio una quota ben indicata dalle norme per il miglioramento della segnaletica stradale e della manutenzione in generale. Ma la mancata pubblicazione del decreto che obbliga gli enti locali (ma non lo Stato) a rendicontare quanto sia stato effettivamente speso per ogni azione, lascia un vuoto che l'introduzione dell'omicidio stradale colma all'improvviso per quanto attiene i rischi penali individuali e non solo legati alle norme amministrativo-contabili.
La circolare del Dipartimento di Pubblica Sicurezza - Servizio Polizia Stradale emanata dopo la pubblicazione della legge nr. 41/2016 ha fatto poi il resto. ANCI e UPI chiedono un incontro urgente al Ministero dell'Interno per valutare modifiche sul punto introdotto dalla circolare di fine marzo, circa le responsabilità dei gestori delle strade e dei fabbricanti di auto: “La fattispecie generica di omicidio colposo è quella commessa con violazione delle norme sulla circolazione stradale la cui pena rimane la reclusione da due a sette anni… Il reato ricorre in tutti i casi di omicidio che si sono consumati sulle strade… anche se il responsabile non è un conducente di veicolo. Infatti, le norme del Codice della strada disciplinano anche comportamenti posti a tutela della sicurezza stradale relativi alla manutenzione e costruzione delle strade e dei veicoli”.
Il riferimento della circolare ministeriale è all’articolo 14 del Codice della strada, quello che individua “poteri e compiti degli enti proprietari delle strade”. Articolo che indica come “gli enti proprietari, allo scopo di garantire la sicurezza e la fluidità della circolazione, provvedono: a) alla manutenzione, gestione e pulizia delle strade, delle loro pertinenze e arredo, nonché delle attrezzature, impianti e servizi; b) al controllo tecnico della efficienza delle strade e relative pertinenze; c) alla apposizione e manutenzione della segnaletica...
L'allarme degli Enti Locali ora si fa più pressante e la richiesta al Ministro dell'Interno di messa all'ordine del giorno della prossima Conferenza Stato-Città è stato formalizzato proprio in queste ore. Vedremo quali risposte arriveranno in merito alla contestata circolare.
Ma pensare di migliorare la sicurezza stradale attraverso una seria manutenzione stradale, togliendo dal patto di stabilità proprio le spese indicate nell'art. 208 del Codice della Strada? Troppo difficile da realizzare questa ipotesi?
Ecco che si apre un nuovo versante di preoccupazione per la legge sull'Omicidio stradale. Pubblichiamo la lettera dell'ANCI. L'allarme degli Enti Locali ora si fa più pressante e la richiesta al Ministro dell'Interno di messa all'ordine del giorno della prossima Conferenza Stato-Città è stato formalizzato proprio in queste ore.
Ma pensare di migliorare la sicurezza stradale attraverso una seria manutenzione stradale, togliendo dal patto di stabilità proprio le spese indicate nell'art. 208 del Codice della Strada? Troppo difficile da realizzare questa ipotesi? (ASAPS)