Addio Elena Barbini, poliziotta scrittrice: era la voce del 113
LIVORNO. Una volta le telefonò un uomo che minacciava di togliersi la vita. Era da solo, su un dirupo, in auto, di notte, al Castellaccio. Lei ci parlò per oltre un’ora. Riuscì a tranquillizzarlo e a fargli cambiare idea. Un soccorso che le era valso una lode dal Ministero dell’Interno. Elena Barbini non era solo una delle voci del 113. Era una persona vera, umana, che sapeva parlare con la gente. Porgeva la voce a tutti. Ma soprattutto sapeva offrire una parola di conforto, un’attenzione in più. Riservata, gentile, ben voluta dai colleghi, è scomparsa nella notte tra domenica e ieri in ospedale. Da diversi anni era molto malata. Nel tempo aveva subìto difficili interventi tra cui uno invasivo a una gamba a Bologna. Ma purtroppo le cure e il suo coraggio non sono bastati a sconfiggere il brutto male che l’ha debilitata fino a prendere il sopravvento. Elena se n’è andata a 46 anni. Viveva da sola in un appartamento in piazza Garibaldi, non era sposata e non aveva figli. La sua vita l’ha dedicata al lavoro e alle sue passioni: il genere fantasy, i giochi di ruolo e il teatro.
Nata e cresciuta a Livorno, adorata dai genitori, si era arruolata in polizia negli anni Novanta e aveva lavorato quasi sempre in città, in questura. La sua specialità era il 113, dove ha prestato servizio finché le forze glielo hanno permesso. Negli ultimi anni però non ce l’ha fatta più: il fisico era molto indebolito.
L’amore per il fantasy aveva spinto Elena Barbini a dedicarsi anche alla scrittura. E nel 2008 era uscita la sua prima fatica: il romanzo “Il nuovo allievo di Fiffner e altri racconti”, pubblicato da Ibiskos Editrice. La poliziotta scrittrice si era cimentata in questo genere così particolare, raccontando una storia ambientata in mondi paralleli con battaglie e magie, stregoni e cavalieri, dando ampio spazio all’immaginazione e proiettando il lettore in un mondo “altro” dove nella lotta tra il bene e il male, sono l’amore e la forza del singolo a trionfare sopra ogni avversità. Elena aveva iniziato a scrivere da giovanissima e negli anni si era cimentata anche in un racconto giallo, “Progetto di omicidio”, con cui era arrivata terza al concorso nazionale del “Club degli Autori”.
La poliziotta era anche una grande appassionata di teatro. Studiava e recitava nella scuola di Claudio Marmugi, comico e regista teatrale, al Cral Eni in via Ippolito Nievo. Elena aveva preso parte a diversi allestimenti sia di commedie brillanti sia di drammi. E non si limitava a recitare, ma aveva anche ambizioni di regia.
Commossi i ricordi dei colleghi. «Era una brava poliziotta, molto riservata e originale. Io la stimavo molto. Ci mancherà», dice un agente delle volanti. Al suo cordoglio, si unisce quello di numerosi altri poliziotti che lunedì 13 giugno hanno affollato la camera mortuaria dell’ospedale sul viale Alfieri per l’ultimo saluto. Poi nel pomeriggio, in tanti hanno partecipato al corteo funebre, curato dalla Svs, che s’è mosso dalla morgue ai Lupi, dove il corpo di Elena è stato cremato.
di Lara Loreti
da iltirreno.gelocal.it
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